Migranti Croazia: nel 2023 arrestati 1880 passeur

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Migranti Croazia: nel 2023 arrestati 1880 passeur
I resti della Mitsubishi Pajero su cui viaggiavno i migranti. Foto: Kristina Stedul Fabac/PIXSELL

Il sedicenne che viaggiava assieme ai genitori (il padre aveva 48 anni e la madre 47) morti sabato scorso 6 gennaio  sull’A1 in seguito allo scontro frontale tra la loro Alfa Romeo targata Fiume e una Mitsubishi Pajero immatricolata in Ungheria, è stato dimesso dall’ospedale di Karlovac dove era stato ricoverato in stato di shock.

È stato appurato che a causare l’incidente è stato il conducente del fuoristrada che ha perso il controllo della vettura nei pressi del tunnel San Marco, sbandando e finendo con l’invadere la corsia autostradale opposta. La ragione per la quale ha perso il controllo del fuoristrada potrebbe essere l’eccessiva velocità o forse il fatto che la Pajero era stracolma di passeggeri. Stando a fonti ufficiose si trattava di migranti clandestini. Una delle persone che viaggiavano a bordo del fuoristrada è morta in seguito allo scontro con l’Alfa Romeo. In un primo momento si era pensato che a perire fosse stato il conducente del fuoristrada.

Ora le autorità non ne sono più certe. A bordo del mezzo viaggiavano esclusivamente cittadini stranieri privi di documenti e al momento indisposti a comunicare con le forze dell’ordine. A occuparsi del caso sono la Procura e il Tribunale di Karlovac. La Polizia intanto è riuscita ad appurare l’identità di due persone che viaggiavano a bordo della Mitsubishi.
Oltre ai tre morti l’incidente ha provocato anche 12 feriti. Cinque di questi, di cui tre in condizioni gravi, sono stati ricoverati all’ospedale di Karlovac, quattro nel Centro clinico ospedaliero di Fiume (Cco) e i restanti negli ospedali zagabresi. Nessuno è stato giudicato in pericolo di vita. Il responsabile della Clinica di chirurgia del Cco di Fiume, Miljenko Kovačević, ha dichiarato che la comunicazione con i pazienti, forse provenienti dall’Egitto, è resa difficile dal fatto che parlano un inglese stentato. A sua volta la direttrice dell’ospedale generale di Karlovac, Ivana Kovačić, ha detto che uno degli infortunati soccorsi dal suo staff medico ha dichiarato di essere moldavo, d’avere 25 anni e d’aver viaggiato sulla Mitsubishi accanto al conducente.

In seguito a questo tragico incidente, in Croazia è tornato in auge il problema legato alle migrazioni clandestine. Il vicepremier e ministro degli Affari interni, Davor Božinović, commentando l’accaduto, ha sottolineato che la Polizia croata fa il possibile per assicurare alla giustizia i contrabbandieri di esseri umani. Ha detto, senza usare giri di parole, che ormai le migrazioni clandestine sono un fenomeno in balia della criminalità organizzata, alla pari del traffico di droga, che genera un giro d’affari illecito enorme.

L’anno scorso la Polizia croata ha arrestato 1.880 trafficanti di esseri umani. Dall’inizio di quest’anno sono stati catturati ulteriori 25 contrabbandieri. Il sindaco del Comune di Vojnić, Nebojša Andrić, ha confermato alla Tv nazionale che la pressione dei migranti al confine con la Bosnia ed Erzegovina è costante e che gli agenti che pattugliano la frontiera stanno facendo il massimo per garantire l’ordine e la sicurezza.

Andrić ha spiegato che esistono due tipi di migranti. Ai primi basta sapere di essere arrivati nell’Unione europea e accettano di essere registrati in Croazia prima di tentare di proseguire il viaggio verso i Paesi occidentali. Il secondo gruppo, invece, è composto da persone che non desiderano essere registrate in Croazia – che di conseguenza diventerebbe il Paese nel quale verrebbero espulsi nel caso venissero arrestati in un altro Stato Ue – e di conseguenza non esitano a ricorrere ai contrabbandieri per raggiungere i Paesi dell’Europa occidentale prima di registrarsi.

Non mancano nemmeno le polemiche politiche. Il leader dell’Sdp, Peđa Grbin, ha condannato l’appello del presidente del Movimento patriottico, Ivan Penava, di fermare i migranti alla frontiera con filo spinato e anche sparando se necessario. “Quello che Penava ha affermato è razzismo puro e puro. È un appello ad uccidere persone che, a causa della loro sofferenza, sono costrette a cercare la felicità lontano dalla loro casa e dal loro Paese”, ha detto Grbin, secondo il quale misure ancora più forti per prevenire il traffico di migranti, nonché una strategia per l’integrazione dei lavoratori stranieri.

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