Maurizio Tremul: «Qualcuno vuole distruggere l’unitarietà»

Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Gravisi incentrata sulla proposta di modifica al Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’UI. Tre i pareri legali presentati

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Maurizio Tremul: «Qualcuno vuole distruggere l’unitarietà»
Maurizio Tremul. Foto: Goran Žiković

Registro la pochezza dei contenuti, una profonda mancanza di ponderatezza, da parte dei 12 firmatari della proposta di modificare il Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’UI. Praticamente nessuno ha motivato le ragioni della proposta o, ancora peggio, non si sono presentati ai connazionali a spiegarle (10 su 12). Soprattutto non hanno presentato le conseguenze per la CNI e per l’UI della loro proposta, né come intendano affrontare il nostro futuro da quel momento in poi”. A dirlo è il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, che questa mattina ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Gravisi, presso la sede del Centro Multimediale Italiano “Gravisi”.
L’iniziativa è di Felice Žiža
”L’iniziativa dei 12 consiglieri dell’Assemblea dell’UI, 8 della Slovenia, non è un’iniziativa che viene dal basso, tutt’altro – ha proseguito Tremul –. L’obiettivo vero è sulla bocca di tutti. È il segreto di Pulcinella. L’iniziativa è di Felice Žiža che a più riprese li ha riuniti e coordinati a Palazzo Manzioli. Ora, uno dei pilastri del Governo sloveno retto da Golob sono le ONG, organizzazioni e associazioni della società civile, libere dal controllo della politica. Qui invece assistiamo a una pesantissima e illegittima intromissione nell’autonomia dell’UI e anche di altre CI della Slovenia. E tutti lo sanno. Ma vige la regola del silenzio, dell’indifferenza, a parte poche voci libere!”, ha sostenuto il presidente dell’UI, il quale ha aggiunto che “il fatto che soltanto due firmatari della proposta la difendano, nel silenzio degli altri 10, e che questi sono al contempo membri della GE, alimenta la falsa percezione che ci sia in atto uno scontro istituzionale, fatto questo assolutamente falso per quanto riguarda il mio ruolo e la mia persona. C’è però chi va contattando connazionali, Comunità degli Italiani, consiglieri e varie istituzioni alimentando proprio questa menzogna e screditando la mia persona”.
Non è una mia invenzione
”L’UI Capodistria non è una mia invenzione – ha tenuto a precisare Maurizio Tremul –. L’ha imposta il Governo sloveno nei primi anni ‘90, mentre il Governo italiano vide in questa operazione un’opportunità per affermare la nostra unitarietà e attuare, attraverso questo strumento, le Intese internazionali tra Italia, Slovenia e Croazia (Memorandum trilaterale del 15/01/1992 e Trattalo italo-croato sulle minoranze del 5/11/1996 n.d.a.) per mantenere la nostra unitarietà di popolo, l’unità dell’UI e l’unitarietà di rappresentanza dell’UI in Slovenia, Croazia e Italia. Nelle Convenzioni annuali tra il MAECI, l’UI e l’UPT si cita esplicitamente anche l’UI di Capodistria. La registrazione dell’UI di Capodistria è stata un atto politico, una volontà politica dell’Italia e della Slovenia per rispondere alle nostre richieste di unitarietà”.
Tremul ha fatto anche un… tuffo nel passato. “Ricordo i difficili primi anni ‘90 – ha detto – e le difficoltà nel far registrare gli Statuti delle nostre Comunità degli Italiani. L’allora Ministero dell’Interno sloveno imponeva che tutti i soci delle nostre Comunità diventassero soci effettivi, senza distinzione se fossero appartenenti o meno alla Comunità Nazionale Italiana. Fu necessario prima registrare l’UI di Capodistria nell’agosto del 1998 per consentire, nei mesi successivi, di registrare gli Statuti anche delle altre Comunità degli Italiani che, come l’UI di Capodistria, come l’UI di Fiume, come tutte le CI in Croazia, associavano quali soci effettivi soltanto i connazionali, ossia gli appartenenti alla CNI. È questo un merito enorme che va riconosciuto all’esistenza dell’UI Capodistria, assieme a tanti altri, a chi ha lavorato per raggiungerlo e ha rischiato personalmente tantissimo”.
Il ruolo di Franco Juri
Nel suo intervento, poi, Maurizio Tremul ha voluto ricordare il ruolo importante svolto da Franco Juri, all’epoca Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri della Slovenia. “La prima richiesta che, come UI, facemmo al Governo sloveno fu quella di registrare in Slovenia lo Statuto dell’UI di Fiume. La richiesta venne rifiutata – ricorda Tremul –. Dopo lunghe trattative tra l’UI, la CAN Costiera, il nostro deputato alla Camera di Stato della Slovenia, On. Roberto Battelli, il Governo sloveno e il Governo italiano, venne accolta la proposta (non vi erano soluzioni alternative) della Slovenia di registrare un nuovo soggetto in Slovenia, ossia l’UI di Capodistria”.
Ripercorse le tappe
Il presidente dell’Unione Italiana ha ripercorso poi tutte le tappe della registrazione dell’UI in Slovenia e tutti gli incontri multilaterali (Italia, Slovenia, CAN costiera, UI, Ufficio per le Nazionalità del Governo sloveno, Consolato generale, Battelli…) per raggiungere questo obiettivo, fino a giungere all’agosto 1998, quando l’UI di Capodistria viene registrata dall’Unità Amministrativa di Capodistria, due mesi dopo la riunione avvenuta a Capodistria tra l’UI, l’On. Roberto Battelli, l’Ambasciatore italiano a Lubiana, Massimo Spinetti e il Segretario di Stato agli Affari Esteri sloveno, Peter Tos, quando quest’ultimo rinnegò tutte le intese raggiunte nei mesi precedenti imponendo la cassazione dall’ultimo comma dell’art. 14 dello Statuto dell’UI di Capodistria, fatto che cancellò de facto e de jure l’unico momento di unitarietà delle due organizzazioni. “UI e Battelli rifiutaronono questa imposizione – ha detto Tremul – e Tos annunciò che l’UI stava operando illegalmente in Slovenia e che avrebbe inviato la polizia all’UI di Capodistria per fare imprigionare i suoi rappresentanti”.
Scopi inconfessabili
”C’è qualcuno che vuole distruggere l’unitarietà – ha puntualizzato Tremul – certamente non per fare l’interesse della CNI, ma per scopi inconfessabili e meno nobili. In questo modo, però, si negano le intese internazionali che ci tutelano, si sconfessano anni e anni di lavoro della diplomazia e del Governo italiano per difendere la nostra unitarietà. Abbiamo tre pareri legali – ha aggiunto – che affermano la legittimità e la legalità del sistema adottato dal Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’UI che si vuole cassare, quello delle elezioni dirette di tutti i connazionali della Croazia e della Slovenia. Lo studio legale Kovačević, Koren i partneri d.o.o. di Fiume, Avv. Davor Pindulić, è favorevole alla proposta di modifica dell’art. 9 del Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italiana. Lo Studio legale di fiducia dell’Unione Italiana da oltre 30 anni, Avv. Ladislav Radoslović, di Fiume, ritiene non fondata la proposta di modifica dell’art. 9 del Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italiana e che non dovrebbe quindi essere accolta. Infine, lo studio legale Mužina, Žvipelj in partnerji d.o.o. di Lubiana, avvocati Aleksij Mužina e Sara Koršič, ritengono che le attuali disposizioni dell’art. 9 del Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italiana non sono incompatibili con l’ordinamento giuridico sloveno”.
Coinvolgimento dei cittadini
”Ciò che manca – ha voluto sottolineare – è un reale coinvolgimento dei cittadini. Una proposta che viene presentata come una volontà tecnica di mettere le cose a posto, mentre è tutto a posto: non si viola nessuna legge, tutto è perfettamente legittimo e tutto funziona al meglio. Infatti, l’UI di Capodistria sta conseguendo enormi risultati. Nessun dibattito pubblico, a parte pochissime eccezioni, nessuna analisi dello stato dell’arte e di cosa si vuole raggiungere con questa proposta, nessun coinvolgimento della base: tutto è concepito nelle stanze segrete del potere. In realtà – ha detto ancora – questa è una bomba atomica sulla nostra unitarietà, perché le conseguenze di questa azione, che nessuno dei firmatari ha mai svelato, sono devastanti. Esistono eccome gli accordi tecnici tra l’UI Fiume e l’UI Capodistria, come richiesti dal Governo sloveno. A Capodistria si attua il Piano finanziario approvato dall’Assemblea UI che approva anche il Bilancio consuntivo. Tutti i progetti europei sono approvati, rendicontati e verificati da tutti i revisori: sloveni, croati e italiani. Quindi? L’UI di Capodistria ha ottenuto, con il suo impegno e la sua creatività e innovazione, nuove importanti risorse a beneficio di tutta la CNI. Presso l’UI di Capodistria creiamo reti stabili e virtuose di collaborazione fondamentali con le Regioni italiane come il FVG e il Veneto, con le Istituzioni del territorio, a beneficio di tutti, fatto questo che contribuisce a promuovere la nostra CNI, con fondi europei”.
”Siamo nella nuova sede dell’UI e del CMI ‘Gravisi’ – ha concluso Maurizio Tremul –. Con il 1º gennaio 2024 l’UI si trasferirà nella nuova sede, la prima sede di proprietà, ottenuta per la maggior parte con i fondi europei, ma anche con i fondi della base economica della CNI in Slovenia, utilizzando solo marginalmente quelli della Legge 73/01 che abbiamo volutamente lasciato stare in favore degli interventi per le Scuole, CI, Istituzioni, cultura, giovani, economia, economia, ecc. ecc. A qualcuno disturbano questi risultati? Difenderò l’UI e lo spirito della stessa previsto negli statuti sino alla fine. L’ho fatto per 30 anni, lo farò anche nell’ultimo mandato. Coerentemente”.

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