Felice Žiža: «Un’iniziativa lodevole dei consiglieri dell’UI»

Il deputato della CNI alla Camera di Stato, Felice Žiža, reagisce alle affermazioni del presidente dell’Unione Italiana. «Si vuole soltanto attuare lo Statuto»

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Felice Žiža: «Un’iniziativa lodevole dei consiglieri dell’UI»
Il deputato della CNI al Parlamento sloveno, Felice Žiža. Foto: Roni Brmalj

Il deputato al seggio specifico della CNI alla Camera di Stato, Felice Žiža, ha reagito alla dichiarazione del presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, rilasciate durante la conferenza stampa di oggi (19 novembre 2023) a Capodistria, secondo la quale l’iniziativa per la modifica dell’articolo 9 del Regolamento UI non sarebbe “partita dal basso”, ma dal parlamentare italiano a Lubiana con una “serie di incontri che ci sarebbero stati a partire da giugno”, volti a coordinare quest’azione con i consiglieri assembleari.
Un’azione legittima
Il deputato Felice Žiža ci ha dichiarato a questo proposito: “Il compito dei consiglieri dell’Assemblea dell’Unione Italiana è quello di partecipare alle sessioni, ma anche di fare proposte di modifica e integrazione, di presentare mozioni sugli Statuti i Regolamenti e su altre attività a livello legislativo d’interesse per l’Assemblea stessa. Sappiano che anche la Consulta, quindi i consiglieri del territorio sloveno dell’Istria, che in questo momento sono dieci, lavorano in maniera congiunta nell’ambito dell’Assemblea UI. Ritengo che sia assolutamente legittima e lodevole l’iniziativa dei consiglieri che sono stati stigmatizzati più volte anche sui media pubblici da parte del presidente dell’UI che a questo punto vorrebbe che l’Assemblea dell’Unione non lavorasse per quello che è preposta, cioè a essere il massimo organo deliberativo dell’UI stessa e il presidente dell’Unione invece non lavorasse per quelli che sono gli articoli dello Statuto dell’UI di Fiume e quale garante dello Statuto. Quindi è lui stesso che dovrebbe stimolare e proporre ai vari consiglieri di portare avanti questo tipo di proposte soprattutto tenendo conto del fatto che tanti di questi consiglieri e la battaglia che conducono non sono di ieri, ma tutto ha avuto inizia almeno quindici anni fa con diversi consiglieri dell’Assemblea che erano quella volta all’opposizione. Essi avevano più volte portato in sede assembleare il problema che lo Statuto dell’UI di Capodistria non viene realizzato, ovvero gli articoli se non vado errato dal 13 al 17 nei quali sono annoverati gli organi che rappresentano l’UI di Capodistria che è un’Unione registrata in Slovenia al contrario di quella di Fiume che è registrata in Croazia. Quest’ultima deve sottostare agli Statuti e alle Leggi croate e l’altra agli Statuti e alle Leggi slovene. Quindi di fatto formalmente abbiamo due Unioni che però attraverso l’attività dell’Assemblea dell’Unione Italiana di Fiume lavorano in maniera congiunta. Però gli Statuti vanno rispettati per quelli che sono, essi direttamente e le Leggi stesse. Nell’arco di quindici anni circa, io dico quindici, saranno magari tredici, dodici, non lo so esattamente, non sono la memoria storica dell’Assemblea – ma ci sono consiglieri che sono già da quattro o cinque mandati nell’Assemblea e potrebbero quindi confermare quanto sostenuto – si è dibattuto più volte sull’attuazione dello Statuto dell’UI di Capodistria. Ebbene questi consiglieri di grande esperienza finalmente hanno trovato anche e soprattutto tra i consiglieri che rappresentano le Comunità del territorio sloveno dell’Istria, i sostenitori di una proposta di realizzazione, null’altro che di realizzazione, di attuazione dei cinque o sei articoli dello Statuto dell’UI di Capodistria di cui si discute. Il presidente Tremul si è permesso di criticare il lavoro dell’Assemblea, di criticare i dodici firmatari, che sono stati stigmatizzati, lo ripeto, davanti all’opinione pubblica della CNI e non solo attraverso i propri media. Sostengo che un presidente dell’UI non si possa permettere di fare una cosa del genere, un presidente dovrebbe collaborare con l’Assemblea e con i suoi consiglieri per il bene di tutti i connazionali sia della parte slovena che di quella croata dell’Istria. Quindi dobbiamo lavorare tutti insieme per portare avanti le cose. Ora rispondo alla domanda se sia stato personalmente io a giostrare la vicenda: direi assolutamente di no, perché abbiamo consiglieri d’esperienza che sanno esattamente quali sono i difetti, le difficoltà i problemi relativi all’attuazione dello Statuto dell’UI di Capodistria. Quindi ci sono diversi consiglieri di grande esperienza che potevano aiutare e hanno aiutato i dodici firmatari a portare avanti la proposta di attuazione dello Statuto. Quindi non si parla in alcun modo di modifiche se non dell’articolo 9 del Regolamento di procedura dell’Assemblea che è stato accolto senza che avesse una base legale nello Statuto dell’UI di Capodistria. Quindi anche il legale che lavora già da tantissimi anni con l’UI Fiume ha scritto che l’articolo in questione è inattuabile: un parere legale il suo che la Giunta esecutiva ha anche esaminato alla sua ultima seduta. Quindi non essendo attuabile l’articolo 9 del Regolamento dell’Assemblea UI, che se lo vada a modificare o meno, di fatto oltre a un effetto morale e di rispetto non ha effetti pratico né giuridici. Quindi può stare là, ma non è attuabile. L’Unione ha voluto solo avere le carte pulite e quindi partire con la modifica, ovvero la cancellazione dei paragrafi che non sono in alcun modo in sintonia con lo Statuto dell’UI di Capodistria. Quindi al di là del fatto che Tremul, lo ribadisco, stia facendo campagna denigratoria nei confronti dei consiglieri che hanno firmato la petizione – che per questo sono stati stigmatizzati – questi non hanno alcuna intenzione di andare a modificare alcun atto se non quello che è inattuabile: vogliono soltanto attuare lo Statuto. Quindi cose molto semplici, tranquille, che sono state demonizzate da parte del presidente dell’UI. Io come deputato mi sarei aspettato un silenzio tombale prima dell’Assemblea e tutto questo polverone che è stato alzato dal presidente dell’Unione me lo sarei aspettato come dibattito all’interno dell’Assemblea stessa, massimo organo rappresentativo della CNI. Quindi il presidente dell’UI ha creato i presupposti per un conflitto istituzionale. Non bisogna dimenticare che l’Assemblea dell’Unione, essendo il massimo organo, elegge e revoca il mandato della Giunta, del presidente e dei membri dell’esecutivo e revoca pure il mandato del presidente dell’UI, sebbene sia stato eletto a suffragio universale, nel caso in cui veda che abbia raggiunto e superato certi limiti al di fuori di quelle che sono le norme democratiche dei Regolamenti e degli Statuti”.
L’unitarietà va migliorata
”Credo che l’Assemblea odierna a Verteneglio – ha evidenziato ancora il parlamentare – sarà molto vivace, non so se si riuscirà a sbrigare in un paio d’ore tutti gli argomenti sui tavolo. Però personalmente ritengo che le modalità di azione che sono state proposte siano molto semplici e che nessuno voglia rompere l’unitarietà. Per concludere nel 2011 la Slovenia ha modificato e integrato la Legge sulle associazioni e negli articoli 13, 14 e 15 ora dà la possibilità alle associazioni straniere, quindi in questo caso all’UI Fiume, di avere filiali all’estero. Quindi l’UI di Capodistria già nel 2011 poteva diventare filiale dell’Unione di Fiume. Se fosse una filiale il quel caso avremmo una sola UI di Fiume. E per quello che ne so i dodici consiglieri hanno tutte le intenzioni, dopo aver portato a termine le proposte che saranno sul tavolo e che bisognerà ampliare durante l’Assemblea – perché bisognerà eleggere sia il coordinatore dell’UI di Capodistria, sia i Garanti che non sono mai stati eletti dal 1998, dalla costituzione dell’UI di Capodistria – di iniziare a lavorare affinché l’Unione finalmente diventi unitaria. Un’unica UI a Fiume con filiale a Capodistria. La cosa non sarà molto semplice – perché Capodistria, sappiamo, lavora e concorre a bandi europei, è molto attiva, è molto capace, e quindi la cosa potrebbe essere in qualche modo limitativa –, ma bisognerà studiare la forma legale appropriata affinché l’Ufficio di Capodistria, con i suoi tre dipendenti. – e uno di questi tre è anche il presidente dell’UI, che sta lavorando a pieno titolo nell’Ufficio stesso – possa lavorare bene avanti e possa svilupparsi. Perché ciò non è stato fatto dal 2011 al 2023? Non spetta a me rispondere anche perché non ne ho le competenze. Bisogna mettere insieme un’equipe di legali e di rappresentanti politici per capire se la cosa sia realmente realizzabile. Ma tutto questo l’ho detto per sottolineare il fatto che il presidente UI sta combattendo la sua lotta aggirando l’obiettivo di realizzare gli articoli 13-17 dello Statuto UI e affermando che si vuole spezzare l’unitarietà. No, l’unitarietà deve essere migliorata e completata come doveva essere fatto 12 o 13 anni fa”, ha sottolineato il parlamentare della CNI.
Querela per diffamazione
Un’ultima cosa – ha aggiunto Felice Žiža – “nell’ottica di quanto rilevato finora: mi sembra veramente esagerato quello che ha detto ieri il presidente UI; si tratta di accuse pesanti nei miei confronti. Io nelle prossime settimane studierò per capire esattamente come siano andate le cose per vedere se sia necessario querelarlo per diffamazione. Mi consulterò anche con altre persone di rilievo che rappresentano la CNI e poi con qualche legale. Mi pare fuori luogo accusare pubblicamente la figura di un deputato in questo modo per delle cose su cui si lavora in maniera inclusiva e partecipativa al fine di migliorare la situazione. Si va ad accusare prima l’Assemblea, poi i consiglieri e alla fine anche il deputato per aver parlato con i nostri soci – io parlo con i soci di Fiume, di Pola, di tutte le nostre CI, sono presente a tantissimi eventi, conosco tantissimi nostri connazionali e quindi se discuto con dei consiglieri che rappresentano la Consulta di Capodistria credo che non vado a creare alcuna difficoltà, anzi tento di aiutarli e di indirizzarli nel verso giusto – dopo che dei consiglieri d’esperienza che ho menzionato in precedenza avevano già impostato tutto il discorso. Sono qui per parlare con tutti, anche con i soci delle nostre CI e i nostri connazionali”, ha dichiarato il deputato al seggio specifico della CNI alla Camera di Stato.
Tenere conto del contesto
In merito ai pareri legali esibiti dal presidente dell’Unione Italiana, Felice Žiža ha evidenziato: “Tutti i pareri dei vari legali che si ritroveranno sul tavolo oggi i consiglieri devono essere valutati tenendo conto del contesto e dei contenuti. Quando un avvocato dice che certi Regolamenti non sono in contrasto con la Legge slovena non dice nulla. Bisogna valutare gli articoli dello Statuto e quelli che sono i contenuti dell’articolo 9. Non bisogna espandere il parere legale sugli atti bilaterali e internazionali, ma va elaborato il parere legale sulle cose da fare. Tutto il resto è filosofia politica nazionale e internazionale, non ha valenza di alcun genere per lo Statuto dell’UI di Capodistria e per l’articolo 9 del Regolamento. Gli avvocati devono essere orientati da chi chiede il loro parere sulle cose giuste, perché se si chiede un parere su una pietruzza mentre noi stiamo parlando di un altro monte i legali scriveranno il parere sulla pietruzza, senza sapere quale sia il nostro problema e quali siano i nostri orientamenti oggettivi. Quindi gli avvocati vanno indirizzati in maniera opportuna, tenendo conto del contesto giusto. E da quello che ho avuto modo di vedere alcuni avvocati sono stati portati fuori strada e hanno sbagliato completamente bersaglio. Credo che certi pareri non avranno alcun impatto sulla valenza, ma soprattutto sull’attuazione di uno Statuto, perché è di questo che si sta parlando”, ha concluso il deputato della CNI alla Camera di Stato, Felice Žiža.

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