«L’olocausta di d’Annunzio» e il messaggio antifascista

Presentata la mostra che racconta la città come una martire

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«L’olocausta di d’Annunzio» e il messaggio antifascista

Nel Museo di Marineria e di Storia del Litorale croato è stata annunciata ieri la mostra “L’olocausta di d’Annunzio” di Tea Perinčić e Ana-Marija Milčić, la cui apertura è prevista per il 12 settembre (ore 19), ossia nel centenario dell’Impresa di Fiume. Il progetto espositivo introduce il programma “Confini – Tra ordine e caos” portato avanti dal Museo nell’ambito della direttrice programmatica “L’epoca del potere” del progetto Fiume capitale europea della Cultura 2020.
Come spiegato dalla direttrice del Museo, Nikolina Radić Štivić, la mostra interpreta d’Annunzio dal punto di vista umanistico proprio dell’antifascismo contemporaneo, sul quale poggia l’Europa moderna. “Il progetto CEC 2020 riunisce i cittadini europei a livello culturale, promuove i valori di un’Europa moderna e unita, che sono valori con i quali si contrappone al fascismo storico e contemporaneo – ha dichiarato la direttrice -. La vicenda dannunziana viene raccontata dalla prospettiva delle donne che sono state in contatto con d’Annunzio e che, come Fiume, ne sono uscite afflitte, come è stato anche il caso di Fiume”, ha rilevato Nikolina Radić Štivić, aggiungendo che è importante parlare e conoscere le vicende negative e positive della storia.
Un tema caldo
Tea Perinčić, autrice della mostra assieme ad Ana-Marija Milčić, ha osservato che d’Annunzio è un tema caldo. “La mostra verrà inaugurata esattamente nel giorno in cui è avvenuta l’occupazione di Fiume cent’anni fa e offre una prospettiva originale di questa vicenda storica – ha rilevato l’autrice –. Il percorso espositivo si basa sulla prospettiva delle donne che vivevano a Fiume all’epoca di d’Annunzio. È sorprendente il numero di donne, circa 300, che erano sue amanti o lo hanno seguito in questa città. Noi ci siamo concentrati su tre di loro: la pianista di successo Luisa Baccara, che appoggiava le idee irredentiste di d’Annunzio, l’insegnante Nicolina Fabris, che istruiva i legionari, e Zora Blažić, l’allora ventenne fiumana di nazionalità croata, il cui diario è una testimonianza della vita a Fiume per coloro che non erano italiani nei 16 mesi di occupazione”, ha precisato la curatrice, sottolineando che nell’ambito della mostra Fiume viene raffigurata attraverso una personificazione della donna, come nelle opere d’arte d’epoca. “Fiume viene rappresentata come una martire, la vittima di una politica sbagliata”, ha concluso Tea Perinčić.
Fiume CEC e l’epoca del potere
La direttrice della Società “Rijeka 2020”, Emina Višnić, ha dichiarato che questa mostra annuncia il programma del progetto Fiume CEC 2020 ed è effettivamente il primo evento che si svolge nel suo ambito. “Si tratta di un atto simbolico, in quanto l’allestimento fa parte della direttrice programmatica ‘L’epoca del potere’ e del programma ‘Confini’ – ha rilevato la direttrice –. Ci si chiede che cosa Fiume abbia da offrire all’Europa, per cui è importante esprimere con coraggio e chiarezza un messaggio antifascista in un’epoca in cui il fascismo sta nuovamente guadagnando terreno in questo continente”.
La capodipartimento per la Cultura, lo Sport e la Cultura tecnica della Regione litoraneo-montana, Sonja Šišić, ha spiegato che la Regione partecipa al progetto CEC 2020 con due programmi (27 vicinati e Lungomare) e si è detta compiaciuta per il fatto che il primo programma nell’ambito del progetto Fiume CEC 2020 sia stato ospitato da un ente regionale.
Diverse interpretazioni di d’Annunzio
Il sindaco Vojko Obersnel si è congratulato con le autrici della mostra e con la direttrice del Museo per la professionalità e per avere realizzato questa mostra nel momento giusto. “Negli ultimi giorni si susseguono diverse interpretazioni dell’episodio di d’Annunzio a Fiume, che spesso si vuole presentare come un gesto rivoluzionario e romantico, mentre in effetti si è trattato di occupazione e di 16 mesi di terrore per quella parte della popolazione che non accettava le idee che venivano divulgate – ha dichiarato Obersnel. Con la sua occupazione di Fiume di stampo protofascista, d’Annunzio ha dato un primo esempio, seguito qualche anno dopo da Mussolini con la marcia su Roma. Questa mostra rappresenta Fiume come un’’olocausta’, ma con un significato diverso rispetto a quello inteso da d’Annunzio”, ha osservato il sindaco, stando al quale la mostra lancia un chiaro messaggio antifascista e afferma i valori sui quali poggia l’Europa odierna. Ha inoltre accennato all’allestimento su d’Annunzio a Trieste, che ha adottato un’ottica diversa nella rappresentazione del personaggio storico. “L’annunciata realizzazione di una statua in onore di d’Annunzio mi sorprende, ma è in linea con le esternazioni di alcuni politici italiani che non possono accettare i confini odierni dell’Italia. Ho ricevuto, però, anche messaggi da diverse associazioni italiane che non sono affatto d’accordo con l’idea della statua di d’Annunzio a Trieste”, ha puntualizzato Obersnel, che ha infine invitato tutti a visitare la mostra.

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