La cucina parte integrante dello stile di vita italiano

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La cucina parte integrante  dello stile di vita italiano
Foto L. Bencich

A conclusione della VIII Settimana della cucina italiana nel mondo l’Ambasciata d’Italia a Lubiana in collaborazione con il Consolato generale d’Italia a Capodistria ha organizzato l’ultimo appuntamento dal titolo “Assaggiare con la mente” a Nova Gorica presso il Convento francescano di Kostanjevica. Oltre all’ambasciatore d’Italia a Lubiana, Carlo Campanile, all’evento erano presenti tra gli altri il vicesindaco di Nova Gorica Anton Harej, il prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi, il questore di Gorizia Paolo Gropuzzo, il console generale italiano a Capodistria Giovanni Coviello e l’assessore comunale di Gorizia Maurizio Negro. All’appuntamento hanno partecipato una settantina di persone, sia dall’Italia che dalla Slovenia, fra cui autorità locali, rappresentanti di aziende che operano nel settore alimentare, produttori di vino e personaggio di spicco della società civile. Non è mancata la visita guidata del Monastero, suddivisa in due gruppi, in lingua italiana e in lingua slovena. Dopo i saluti del vicesindaco di Nova Gorica Anton Harej e dell’ambasciatore Carlo Campanile, sono intervenuti due relatori/ospiti. Paolo Bernardis e Walter Filiputti. Si è passati poi alla degustazione delle eccellenze enogastronomiche italiane (salato, dolce, vini, anche caffè).

L’evento è stato dedicato in particolare alla percezione sensoriale del vino, con un interessante dialogo tenuto da Paolo Bernardis psicologo e docente dell’Università degli studi di Trieste, accompagnato da Walter Filiputti, presidente del consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori nonché docente dell’Università di Udine che ha introdotto abbinamenti inusuali del vino. Moderatrice della serata è stata Elena Roppa, presidente delle Donne del Vino, anch’essa docente IAL FVG per il settore vitivinicolo ed agroalimentare.

Foto L. Bencich

Rassegna di promozione

Nel suo intervento l’ambasciatore d’Italia a Lubiana, Carlo Campanile, ha sottolineato che quest’anno la Settimana della cucina italiana che ha avuto come tema “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto” è stata particolarmente ricca di eventi. Il progetto è nato nel 2016, frutto di una intesa tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ed il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, in un formato che prevede l’istituzione di una settimana durante la quale le Ambasciate e i Consolati italiani nel mondo celebrano, con una serie di manifestazioni, il gusto italiano attraverso la cucina e i prodotti enogastronomici della penisola. La manifestazione è giunta quest’anno alla sua ottava edizione ed è oggi forse una delle rassegne di promozione integrata del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale più conosciute e di maggior successo. E come in passato si è puntato anche stavolta a coinvolgere un numero sempre più ampio di interlocutori istituzionali, aziende, associazioni di categoria e operatori di settore, attraverso un approccio di sistema al servizio della crescita. Il tema dell’edizione 2023 della manifestazione ha mirato a evidenziare il collegamento tra dieta mediterranea e benessere, inteso in maniera ampia come stile di vita corretto e salutare.

In questo contesto l’ambasciatore ha rilevato che è sembrato anche opportuno e doveroso declinare l’evento calandolo anche nell’ambito della realtà isontina, connotata da una forte natura transfrontaliera e di ponte verso la Mitteleuropa e i Balcani, inserendolo nell’ambito della promozione di “GO!2025 Nova Gorica e Gorizia – Capitale europea della Cultura 2025”, che rappresenta oggi una grandissima opportunità di sviluppo del territorio. La scelta di Nova Gorica e Gorizia a Capitale europea della Cultura è un’occasione di straordinaria importanza per Italia e Slovenia, ha evidenziato Campanile. L’Italia è convinta che questo sia un progetto vincente che può davvero contribuire a fare di questo territorio l’epicentro di uno sviluppo sociale ed economico che possa altresi proporsi come modello per altre aree di confine in Europa e sta già investendo nella sua promozione cogliendo tutte le occasioni possibili, dal Vinitaly alla Buchmesse di Francoforte solo per fare due esempi. In questo spirito uno degli eventi centrali dell’edizione di questo anno è stata la cena di gala offerta a un gruppo di selezionati ospiti a Lubiana in cooperazione con lo storico ristorante Locanda Devetak di San Michele del Carso. Lo scopo è stato per l’appunto quello di valorizzare una proposta enogastronomica che puntasse alla contaminazione positiva fra tradizioni diverse e ricchezza di un territorio che vive e prospera su una linea di confine.

Foto L. Bencich

Un mosaico di saperi

L’ambasciatore ha colto pure l’occasione per ricordare che Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e il Ministero della Cultura, lo scorso 23 marzo hanno lanciato la candidatura della cucina italiana alla lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La cucina italiana, infatti, non è solo cibo o un semplice ricettario, ma anche un insieme di pratiche sociali, abitudini e gestualità che portano a considerare la preparazione e il consumo del pasto come momento di condivisione e incontro. È un mosaico di tanti saperi locali, un’espressione di creatività e conoscenza che si fa tradizione e si trasmette tra generazioni. Ed anche una forma di tutela della biodiversità, basata sul non sprecare nulla, sul riutilizzo del cibo avanzato e sui prodotti stagionali dei vari territori. La cucina italiana, dunque, come ha evidenziato l’ambasciatore, è parte integrante dello stile di vita italiano.

Assaggi ricercati

Come rilevato, il titolo dell’incontro è stato “Assaggiare con la mente”, ovvero cosa rende una degustazione indimenticabile. A spiegarlo è stato il prof. Paolo Bernardis, mentre a seguire Walter Filiputti si è soffermato sugli “errori da evitare quando si degusta il vino abbinato ad assaggi ricercati di cibo e vino”. Il gusto di un vino, come evidenziato durante l’incontro, si percepisce per il tramite di sensazioni sia saporifere che tattili nel momento in cui il vino viene assaggiato. Il quesito a cui la tavola rotonda di Nova Gorica ha voluto dare una risposta è quello della percezione da parte dell’assaggiatore di un vino e di come questa percezione porre venir influenzata. Innumerevoli studi raccontano degli inganni della percezione ed artisti famosi come Liu Bolin ci dimostrano come il nostro cervello può percepire o non percepire determinati stimoli visivi. Altrettanti esempi esistono per tutti gli altri sensi. Nell’assaggiare un vino, indubbiamente un peso ce l’ha il bicchiere che si usa, l’illuminazione dell’ambiente, la musica o i rumori di sottofondo, la temperatura… Nell’insieme siamo in presenza di un’arte vera e propria.

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