Croazia. Calcio e scuola

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Croazia. Calcio e scuola

È proprio vero, il mondo sta cambiando. Sembra ieri che Italia il ministro Luigi Berlinguer andava dicendo “a scuola si va per studiare”, ma erano gli anni 90’. Oggi, nel 2022, un altro ministro dell’Istruzione, ma questa volta in Croazia, lascia invece intendere che a scuola si possa andare anche per altri motivi, come ad esempio per guardare le partite di calcio, perché tifare la nazionale al Campionato del mondo crea senso d’appartenenza. E oggi alle 11 la Croazia esordisce al Mondiale qatariota contro il Marocco.
Che il mondiale in Qatar avrebbe destato varie polemiche era ampiamente previsto, ma la Croazia è riuscita a creare una polemica in più, anzi due. Perché se da un lato si è discusso in lungo e in largo se fosse giusto guardare le partite a scuola, per poi recuperare le ore di lezione perse, dall’altro si è discusso se sia giusto che a fare una pausa siano i lavori del Sabor. Nel primo caso ad obiettare sono stati in primis in sindacati, che hanno chiesto il pagamento degli straordinari per quei professori che saranno costretti a recuperare ore di lezione che avrebbero comodamente potuto fare.
Nel secondo i parlamentari di vari schieramenti hanno espresso i loro pareri a riguardo, esprimendo una diversità di pensiero più unica che rara. Se da un lato Mišel Jakšić dell’SDP, ha detto di capire la volontà di guardare le partite nelle piazze, ma non quella di fermare i lavori, dall’altro Nikola Grmoja, del Most, ha detto che lui la partita l’avrebbe guardata anche se non ci fosse stata la pausa e che anzi andrebbero rimandati tutti i lavori per quel giorno, perché tanto i cittadini non li seguiranno. Sandra Benčić, dei verdi di sinistra, ha invece detto che durante la pausa parteciperà ad una tavola rotonda sulla violenza sessuale, convinta come in una normale giornata lavorativa i parlamentari non possano fare altro che il proprio lavoro. Marko Milanović Litre, dei Sovranisti, sostiene invece che se fra i parlamentari c’è grande interesse per seguire la partita: è meglio fare una pausa.
Il problemi però sono due. A parte quello relativo all’importanza di questo evento, per alcuni tale da rendere necessaria una pausa dei lavori del Sabor e per altri no, non è discriminatorio che i parlamentari possano decidere a maggioranza di prendersi due ore di tempo per guardare la partita mentre tutti gli altri lavoratori non possono fare altrettanto? Immaginatevi un ragionamento analogo in un ospedale: ci spiace, ma la maggioranza dei medici ha deciso di guardare la partita e dunque per due ore niente visite.

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