Istria, è allarme natalità

Una serie di dati preoccupanti è emersa da 12esimo convegno delle istituzioni prescolari della Regione

0
Istria, è allarme natalità
Foto: Ivana Ivanovic/PIXSELL

In base al censimento del 2021, i ragazzi dai 0 ai 14 anni di età, costituiscono circa il 13 per cento della popolazione complessiva della Regione istriana. Il numero dei cittadini minorenni è in diminuzione repentina, e, rispetto a 10 anni or sono è sceso di addirittura il 9 per cento. Bassa natalità, per la penisola vuol dire anche fenomeno preceduto da una popolazione in evidente calo, che si riflette su una flessione pari al 20 per cento anche per quanto concerne le donne in età fertile dai 20 ai 39 anni. Siamo al di sotto della media europea e nazionale in quanto a famiglie con più di due figli. Il minor numero di bambini con meno di 14 anni d’età, in rapporto alla popolazione complessiva, è presente a Lanischie, il Comune più anziano e vuoto del territorio, mentre le percentuali maggiori si trovano a San Pietro in Selve, Antignana e a Castellier-Santa Domenica. Soltanto nella parte continentale dell’Istria, assieme a Dignano ed a Valle, i bambini costituiscono una percentuale superiore al 15 per cento sul totale degli abitanti. I dati tutt’altro che “fertili” e prosperi per il futuro della Regione, sono scaturiti ieri al 12esimo convegno delle istituzioni prescolari della Regione e a fornirli durante la prima conferenza in programma ci ha pensato la dott.ssa Danijela Lazarić-Zec, da responsabile del Sevizio per la promozione della salute dell’Istituto regionale di salute pubblica. Il medesimo, in collaborazione con la Regione istriana è riuscito a organizzare l’evento e a riportare al raduno un impressionante numero di operatori del settore che negli spazi Coworking di via Marulić, hanno individuato un’opportunità di scambio di esperienze, di imparare cose nuove e consolidare il sapere giù acquisito.

Temi di livello più elevato
Quest’anno, sono stati scelti temi di più elevato livello, non solo argomenti prettamente legati ai soggiorni d’asilo, ma anche all’identità professionale, al codice etico e a tutto quello che crea cultura d’asilo e che potrebbe significare una sua evoluzione qualitativa. Tanto si è voluto sottolineare all’inizio dei lavori di un seminario promosso stavolta in collaborazione con le istituzioni prescolari “Pula” di Pola e “Neven” di Rovigno, nonché con la Facoltà di scienze per la formazione dell’Ateneo “Juraj Dobrila” di Pola che ha fornito diversi relatori coinvolti nelle numerosissime lezioni, tavole rotonde e dibattiti che hanno fatto seguito. Agli onori di casa fatti dalla direttrice dell’asilo Dječji vrtić, Mariza Kovačević, a nome del comitato organizzativo, sono seguiti gli interventi della preside della Facoltà di scienze per la formazione, Iva Blažević che da decenni forma i quadri professionali prescolari e scolastici di tutta l’Istria, la vicesindaco di Pola, Ivona Močenić con un sunto sugli investimenti della Città (l’anno scorso 150mila euro), nelle istituzioni prescolari di cui è fondatrice, finalizzati a elevare gli standard di lavoro e permanenza, a offrire programmi, aggiornamenti, infrastruttura e quant’altro. Il direttore dell’Istituto regionale di salute pubblica, Aleksandar Stojanović, ha invece valutato che l’importanza che si conferisce a questo convegno è insita nella necessità di operare per il bene delle generazioni più giovani, proponendo un convegno che continui a viaggiare in diverse località d’Istria andando incontro ai fruitori, affrontando temi pedagogico-sanitari, fino ad approfondire argomenti di ampio interesse nella prassi dell’educazione. Il convegno è stato aperto ufficialmente da Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione in quota CNI, che ha evidenziato quanto la necessità di aver cura dei bambini, categoria tra le più fragili, sia compito delle istituzioni e della società in tempi pieni di sfide e di cambiamenti quando i ragazzini non sono più quelli di una volta. Essere preparati è un imperativo per le famiglie che poi devono passare la staffetta alle istituzioni che sul nostro territorio stanno svolgendo un ottimo lavoro.

Il convegno prescolare nella sala Coworking. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Standard e povertà
La qualità dell’educazione della prima infanzia e prescolare, un passaggio “indolore” dall’asilo alla scuola, l’attività ginnica, il buon cibo, la cura della salute e dell’igiene anche mentale, progetti di ogni genere implementati sul campo: questo e altro ha tenuto banco per una giornata intera, che ha visto inseriti tanti educatori-relatori e partecipanti provenienti pure dalle nostre istituzioni prescolari della CNI. In ogni caso, merita estrapolare ancora qualche dato dal quadro della salute istriana nel caso della popolazione minorenne, esibito dal la dott.ssa Danijela Lazarić-Zec. La statistica dice che il 16 per cento dei bambini residenti in Istria fa parte di una famiglia monogenitoriale ed è una percentuale che va in crescita, come sta anche sensibilmente aumentando il numero – comunque sempre piccolo degli affidamenti dei figli al padre, invece che alla madre in caso di divorzio. In base al Registro nazionale delle persone disabili, il 6 per cento dei bambini e ragazzi fino a 19 anni d’età presenta difficoltà nello sviluppo dovute perlopiù a problemi di linguaggio e comunicazione e a danni neuro-cerebrali. Argomento standard e povertà: l’Ufficio centrale per la demografia e i giovani per il 2023 ha fatto registrare per la Regione istriana l’esistenza di asili gratuiti in due unità d’autogoverno locale, prezzi ridotti in 7 unità, mentre l’Istria è la settima Regione in Croazia in quanto a costo medio sostenuto dai genitori per fruire del servizio prescolare, il che non è male, come neanche la situazione con le liste d’attesa: presenti soltanto per due sezioni prescolari e due nido in due unità d’autogoverno locale. Mortalità neonatali: 54 casi negli ultimi 10 anni, con percentuali in calo. Decessi da 1 a 19 anni, soprattutto tra i 15 e i 19 anni: 56, di cui 28 a causa di incidenti, di cui 14 stradali. Nella rete pubblica sanitaria ci sono 12 pediatri, mancano tre team specialistici. L’82,2 per cento dei neonati e bimbi prescolari è inserito nella rete pediatrica, il che è al di sotto della media nazionale con totale mancanza di copertura nel territorio del Buiese, supportato da medici generici. Vaccinazione, nel 2022: al di sotto del 90 per cento il che preoccupa, il minimo legale è di 95. Sono aspetti su cui meditare.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display