
Dopo il drammatico incidente al ponte di Baltimora, negli Stati Uniti, simile per lunghezza al ponte di Sabbioncello (Pelješac), esperti dell’ingegneria civile sollevano gravi interrogativi sulla sua capacità di resistere a un impatto simile.
Martedì scorso, un’enorme nave portacontainer lunga 300 metri ha colpito il Francis Scott Key, causando il crollo immediato della struttura e trascinando con sé diversi veicoli sott’acqua. Sono almeno 6 le persone disperse (“probabilmente morte secondo la Guardia costiera statunitense). Questo incidente ha sollevato dubbi sulle misure di sicurezza e sulla capacità strutturale dei ponti progettati per resistere a situazioni simili.
Gordana Hrelja Kovačević, esperta di ingegneria civile, ha sollevato queste preoccupazioni durante una recente intervista televisiva. Secondo Kovačević, il ponte di Sabbioncello è stato progettato secondo le normative vigenti, ma “l’aumento delle dimensioni e della massa delle navi potrebbe aver reso obsolete tali specifiche”.
“Quando si progettano ponti, ci sono regole e normative che definiscono le dimensioni e i parametri di resistenza. Tuttavia, con l’aumento delle dimensioni delle navi, potrebbe essere necessario riconsiderare tali normative e adattare i ponti di conseguenza”, ha dichiarato Kovačević.
La mancanza di test specifici sull’impatto delle navi sui ponti è stata evidenziata come una lacuna nel processo di progettazione e sicurezza strutturale. Mentre i nuovi ponti vengono testati per il carico del traffico, i test sull’impatto delle navi non sono considerati standard. “È essenziale effettuare test specifici sull’impatto delle navi durante la progettazione dei ponti, al fine di garantire la massima sicurezza e resistenza strutturale”, ha sottolineato Kovačević.
Attualmente, il ponte di Sabbioncello è dotato di paraurti in gomma sui pilastri lungo la rotta navigabile, ma resta da chiarire se tali misure siano sufficienti a garantire la sicurezza in caso di collisione con una nave di dimensioni eccezionali.
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