Il mostro di Fiume rischia 40 anni. Parla la moglie

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Il mostro di Fiume rischia 40 anni. Parla la moglie

Il mostro di Fiume, il 36.enne Roman Brnada che domenica 6 febbraio verso le 14.30 ha ucciso a calci e pugni la 67.enne Darinka Krivec, rischia fino a 40 anni di carcere. Nel corso dell’interrogatorio di ieri, martedì 8 febbraio, in Procura, Brnada ha scatenato l’inferno, costringendo ben 4 agenti dei reparti speciali della polizia a calmarlo. Nel pomeriggio, davanti al giudice istruttore che gli ha comminato lo stato di fermo di un mese, è risultato più collaborativo.

Roman Brnada con la moglie Bianca Kolomper

Ora è la moglie a parlare del killer, Bianca Kolompar. “Non riesco a capire cosa sia successo nella sua testa”, ha detto al sito index.hr. La consorte ha aggiunto che il giorno della tragedia “tutto sembrava normale: si è allenato, come era abituato a fare, con i ragazzi del club Lokomotiva nell’ex campo Cellini, nel rione di Belvedere; faceva il portiere. Poi è tornato a casa e poco dopo è uscito, dicendomi che andava a cantare in Corso (dove era spesso visto intonare canti liturigici, ndr) e che ci avrebbe procurato il pranzo”. Kolompar ha aggiunto che Roman non le aveva detto che si andava a trovare con la 67.enne Darinka. “Credo che l’abbia conosciuta nelle ultime due settimane, perché noi prima vivevamo a Zagabria, ma avevamo deciso di trasferirci negli Stati Uniti  che volevamo raggiungere attraverso Fiume e l’Italia”. Nel primo pomeriggio di domenica, però, a bussare alla porta di Bianca è stata la polizia. “Sì, mio marito soffriva del disturbo bipolare, ma due settimane fa aveva smesso di assumere i medicinali, perché aveva interrotto l’assicurazione sanitaria, proprio per permetterci di organizzare il viaggio negli Usa”. Bianca Kolomper ha concluso dicendo che “Roman ancora non si è reso conto del reato che ha commesso e credo che il suo comportamento davanti ai giudici ne sia la dimostrazione. Nel momento in cui capirà di aver ucciso una persona, crollerà…”.
La vittima Darinka Krivec, proveniva dalla Slavonia, nell’est del Paese, ma negli ultimi mesi viveva a Fiume. Secondo alcuni amici, faceva fatica a sbarcare ad arrivare alla fine del mese e mangiava nella mensa popolare. L’autopsia ha confermato che la donna è deceduta pochi istanti dopo che Roman Brnada l’ha selvaggiamente picchiata, procurandole la frattura multipla del cranio e conseguenti emorragie cerebrali.

 

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