I croati gettano via 22 kg di cibo all’anno

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I croati gettano via 22 kg di cibo all’anno
Colombi alle prese con resti di cibo gettati a terra. Foto: PatrIk Macek/Pixsell

I cittadini croati gettano tutti gli anni nella spazzatura una media di 22 chilogrammi di alimenti perfettamente commestibili a testa. Lo ha reso noto ieri la Nestlé Hrvatska annunciando che la lotta agli sprechi alimentari è stata posta al centro della terza edizione della campagna stagionale “Biraj zeleno” (Scegli il verde). Stando ai dati di una ricerca condotta l’anno scorso dal Ministero dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile a essere gettati sono soprattutto la carne, la frutta, la verdura e in particolare le patate. I maggiori “spreconi” vivono nella Regione litoraneo-montana (61 chili di scarti pro capite all’anno), in Dalmazia e in Istria (in entrambe le aree si gettano mediamente 57 chili di cibo pro capite all’anno).
Le due principali ragioni per via delle quali il cibo finisce nelle pattumiere sono dovute al fatto che le famiglie ne acquistano o preparano in quantità eccessive e a causa dello sforamento delle date di scadenza. Stando allo studio il 60 p.c. degli scarti alimentari è composto dalle parti non commestibili del cibo. Tuttavia il 40 p.c. degli alimenti gettati nella pattumiera è perfettamente commestibile. Complessivamente in Croazia vengono prodotte 216mila tonnellate di scarti alimentari all’anno (53,6 chilogrammi pro capite), di cui 86.700 tonnellate di cibo perfettamente commestibile.
Riducendo i rifiuti alimentari si contribuisce a mitigare pure l’impatto negativo connesso allo sfruttamento del suolo, dell’acqua e dell’aria. Infatti, si calcola che circa il 34 p.c. dei gas serra prodotti dalle attività umane sia generato dalla filiera alimentare. “Gli scarti di cibo generano una media di due tonnellate d’anidride carbonica pro capite all’anno. Ciascuna persona incide sulla quantità di diossido di carbonio presente nell’ambiente”, ha dichiarato la professoressa e ingegnere tecnologico-alimentare Anet Režek Jambrek, annunciando che la campagna Biraj zeleno sarà incentrata sull’educazione della popolazione in relazione ai danni provocati dagli sprechi alimentari. “Sono certa che numerosi cittadini sono concordi su fatto che c’è bisogno di concentrarsi sull’amore e sulla condivisione, invece che al consumo superfluo di risorse e cibo. Lo slogan della campagna, ‘Più amore, meno rifiuti di cibo’ rispecchia l’importanza della solidarietà e della condivisione” ha dichiarato Ivana Jeleč, a capo del Settore affari corporativi per la Nestlé in Croazia, Slovenia e Bosnia ed Erzegovina.
Di sprechi alimentari ha parlato ieri pure l’europarlamentare Biljana Borzan (SDP/S&D) sottolineando che in Europa il 10 p.c. degli alimenti finisce nella spazzatura. Ha ricordato che la Croazia si è impegnata con l’Unione europea a ridurre entro il 2030 a 143mila le tonnellate di cibo che finiscono nelle pattumiere, ossia a dimezzare gli sprechi alimentari che nel 2020 l’Eurostat aveva stimato a 286mila tonnellate. A tale proposito ha sollecitato a investire nell’educazione dei consumatori onde sensibilizzarli sull’argomento. Ha notato, inoltre, che a livello comunitario sono 127 i chilogrammi pro capite di cibo gettati nella spazzatura per un totale di 57 milioni di tonnellate all’anno.
Stando ai dati indicati da Biljana Borzan i Paesi nei quali si scarta più cibo sono Cipro (397 chilogrammi), la Danimarca (221) e la Grecia (191), mentre gli Stati più virtuosi sono la Slovenia (68) e la Croazia (71).

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