Gravisi. Un Centro multimediale focalizzato sulla presenza italiana

A Capodistria il punto su «Primis - Viaggio multiculturale attraverso il prisma delle minoranze». Interessati Veneto, FVG e Litorale sloveno. Capofila l’UI

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Gravisi. Un Centro multimediale focalizzato sulla presenza italiana
Palazzo Gravisi-Buttorai a Capodistria. Foto Goran Žiković

Battute finali per il progetto europeo “Primis – Viaggio multiculturale tra Italia e Slovenia attraverso il prisma delle minoranze”, finanziato dal programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Slovenia, che vede come capofila l’Unione Italiana. Si tratta di un’iniziativa che ha interessato l’area dell’Adriatico settentrionale, precisamente le Regioni del Veneto, del Friuli-Venezia, Giulia e l’area del Litorale sloveno, caratterizzate da una forte componente multiculturale e multilinguistica.

Ed è stato proprio questo ricco caleidoscopio di minoranze nazionali e linguistiche, viste come un valore aggiunto per il territorio, a dare concretezza a questo progetto che si è posto come obiettivo quello di valorizzare il patrimonio linguistico, culturale e naturale delle comunità autoctone a fini turistici. Perché, come è stato sottolineato a più riprese nel corso della conferenza stampa di chiusura del progetto, indetta ieri a Palazzo Gravisi Buttorai, le minoranze sono una ricchezza e il loro patrimonio materiale e immateriale, come emerso da quest’iniziativa, rappresenta un’opportunità di sviluppo economico. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di cinque dei dieci partner progettuali: Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana e project manager del progetto PRIMIS, Andrea Bartole, segretario generale della CAN Costiera, Luigi Zanin, direttore U.O. Relazioni internazionali della Regione Veneto, Elena Mengotti, rappresentante della direzione centrale cultura e sport della Regione Friuli-Venezia Giulia e Martin Lisjak dell’Associazione temporanea di scopo, “ATS Projek”.

La conferenza stampa di chiusura del progetto. Foto Kris Dassena

Come, dunque, avvicinare ai turisti, ma anche alla popolazione locale, le peculiarità dell’identità delle comunità autoctone del territorio? I soggetti coinvolti hanno pensato di istituire quattro Centri multimediali e adottare un approccio innovativo, con strumenti interattivi. Sono stati così inaugurati il CICo di Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, dedicato alla comunità ladina, il Centro multimediale del Faro di Bibione in provincia di Venezia, che dà risalto alle comunità locali, lo Stik – Centro informativo multimediale della Comunità Nazionale Slovena in Italia situato all’interno del Narodni dom di Trieste, e, approssimativamente in primavera sarà la volta anche del Centro multimediale Gravisi a Capodistria, focalizzato sulla CNI.

Come illustrato da Tremul e Bartole, attualmente si stanno dando gli ultimi ritocchi per quel che concerne i lavori di edilizia ed è in corso la preparazione dei materiali per l’allestimento del museo. L’individuazione e la stesura dei contenuti per il percorso espositivo è stata curata in sinergia con il Centro di ricerche storiche, insieme ai cui rappresentanti hanno determinato che il nuovo Centro presenterà ai visitatori le tradizioni, gli usi e i costumi, l’architettura e le opere d’arte, i personaggi illustri della nostra comunità, come pure alcuni cenni storici con riferimento ai motivi che l’hanno portata a diventare una minoranza. “Trattandosi appunto di un Centro multimediale i contenuti potranno essere integrati. Sarà un continuo work in progress e siamo certi che negli anni diventerà un punto d’nteresse molto importante e d’attrazione primaria a Capodistria, interessante non solo per i turisti, ma anche per gli istituti scolastici, che avranno modo di conoscere da vicino la CNI”, ha affermato Bartole. Un target importante, come rilevato da Tremul saranno appunto proprio i giovani: “In una situazione in cui probabilmente molti di loro non sanno perché c’è il bilinguismo, è bene far capire che questi sono territori in cui le persone si sono mescolate e tutte quante hanno portato e sviluppato culture, identità e lingue diverse, che non sono un impedimento, bensì un arricchimento”.

Oltre ai quattro Centri multimediali, in seno al progetto dal valore complessivo di 2,8 milioni di euro, è stato realizzato anche un dizionario plurilingue, una piattaforma multimediale, sono stati creati degli itinerari turistici, promossi workshop per operatori specifici e per ultimo ma non per importanza, è stata ricostruita e riqualificata un’ala di Palazzo Gravisi Buttorai, distrutta da un incendio e lasciata per anni all’incuria del tempo.

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