Gelati, pallina a un euro: certo che si può fare

Visto lo scarso volume d’affari con il prezzo di due euro, una gelateria ha giocato al ribasso. E ha vinto

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Gelati, pallina a un euro: certo che si può fare
Il gelato a un euro a Pola è realtà. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Nossignori, l’estate senza la pallina non la vogliamo proprio. Non il pallone, la pallina. Di gelato. Dicano i contestatori (se ce ne fossero, del che si dubita) quello che gli pare, ma in estate, camminare per strada senza un gelato in mano, cono o coppetta che sia, è severamente vietato, pena l’esclusione dalla distinta compagine della specie umana. Scherzi a parte, il gelato e la questione dei prezzi è un po’ il leit-motiv di quest’estate segnata dall’inflazione e dall’entrata della Croazia in zona euro. Il prezzo della pallina, che poi è l’unità di misura tradizionale (a meno che al posto dello spallinatore qualcuno non adoperi la spatola), ha lasciato tutti a bocca aperta, per non dire asciutta, turisti compresi: due euro e mezzo quando non 3,50 euro, e solo fuori mano due euro a pallina, sono i prezzi che s’incontrano da gelateria a gelateria. Ma una gelateria di Pola ha deciso di dire pane al pane e così il caso è assurto agli onori della cronaca nazionale.
Eccovi servita la pallina da un euro: ricca e straripante, buona come le altre, per intenderci. La gelateria in questione si trova al pianterreno del palazzo che un tempo è stato uno dei cinema dei Giardini e oggi ospita locali commerciali, un parcheggio… Ebbene qualche settimana fa ha deciso di fare un esperimento: ridurre il prezzo della pallina da due a un euro perché la richiesta vacillava. Risultato: se prima si vendevano 30 o 40 porzioni, dopo la riduzione se ne sono vendute subito 300 e poi anche 700 al giorno. Anche considerato il margine di guadagno nettamente inferiore, la quantità di merce venduta è subentrata per coprire la differenza e gonfiare gli introiti e i guadagni. Qualcuno ne dubita? Siamo tornati sul luogo dove l’esperimento ha avuto origine per accertarci che il prezzo sia rimasto fermo a un euro. Ebbene sì, la signorina che ci serve ci offre un delizioso gelato alla nocciola al costo di un euro a pallina bella ricca. La sottoscritta offre testimonianza della bontà del gelato che nulla ha da invidiare a quello che costa due o tre volte tanto.
E allora, vendere sottocosto (o forse sarebbe il caso di dire al giusto prezzo) conviene? E certo che conviene, si lavora di più e si guadagna bene lo stesso, anzi meglio. Ma gli altri gelatai non sono venuti ad accusare la gelateria del “saldo permanente” di dumping o di concorrenza sleale? No, nessuno è venuto a lamentarsi, ci dicono al banco. E meno male. Ci mancherebbe anche questa. D’accordo che il gelato non rientra esattamente nella categoria degli alimenti di cui non è possibile fare a meno, ma si può trascorrere un’estate al mare senza prendere il gelato mentre si va a passeggio? Risposta negativa.

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