Europa. Serve maggiore solidarietà

I leader mitteleuropei si sono riuniti a Bled per fare il punto sulle modalità per affrontare le sfide che attendono il Vecchio continente con particolare riferimento alla pandemia

0
Europa. Serve maggiore solidarietà

I leader dell’Europa centrale si sono riuniti in Slovenia dove hanno sottolineato che ai tempi del Covid-19 l’Unione europea deve dimostrarsi più solidale ed evitare di usare doppi standard nei confronti dei Paesi membri. Il Forum strategico (BSF) svoltosi oggi a Bled ha visto la partecipazione dei primi ministri sloveno (Janez Janša), italiano (Giuseppe Conte, in videoconferenza da Roma), croato (Andrej Plenković), polacco (Mateusz Jakub Morawiecki), ceco (Andrej Babiš), bulgaro (Bojko Metodiev Borisov), ungherese (Viktor Mihály Orbán) nonché dei Presidenti sloveno e serbo, rispettivamente Borut Pahor e Aleksandar Vučić. All’incontro hanno aderito pure i capi delle diplomazie di Zagabria, Budapest, Varsavia, Praga, Bratislava e Bucarest, la direttrice operativa del Fondo monetario internazionale (FMI), la bulgara Kristalina Gheorghieva (in videoconferenza da Sofia), e l’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, lo spagnolo Josep Borrell i Fontelles (in videoconferenza). A differenza degli anni passati, quest’edizione del Forum (la 15ª), è durata una sola giornata. Il tema del BSF è stato: “Le sfide e le opportunità post Covid-19. Vicini – Regioni – Mondo globale: Partner o rivali?”.
All’inizio del dibattito intitolato “L’Europa dopo la Brexit e il Covid-19” Andrej Plenković ha parlato della presidenza di turno croata del Consiglio dell’UE. Il premier croato ha affermato che nel corso della sua presidenza Zagabria è riuscita a contrastare al massimo gli effetti di una crisi che da sanitaria si è trasformata in una sfida di ben più ampio respiro. Il presidente del Consiglio dei ministro italiano, Giuseppe Conte, a sua volta ha sottolineato che la pandemia ha portato alla luce la capacità dell’UE di reagire come “una comunità d’interessi ispirata da valori comuni” al fine di proteggere i propri cittadini con responsabilità e solidarietà. “La via della solidarietà e della coesione è molto più forte di una risposta nazionalista”, ha osservato il premier italiano. “Penso – ha proseguito – che nella storia dell’Europa le crisi rappresentino qualche volta, non sempre, un potente impulso per una coesione maggiore nell’area. Dobbiamo agire con questo in mente. Abbiamo una grande opportunità per una maggiore coesione nell’Unione”.
Nel corso della tavola rotonda moderata dal giornalista britannico Nik Janez, a Bled si è discusso anche del presunto deficit democratico nei Paesi del Gruppo di Višegrád (Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria). Janša, nella sua veste di padrone di casa, ha accusato la politica europea d’ipocrisia. Nel farlo si è richiamato al silenzio mantenuto dall’Europa nel 2014 riguardo la “truffa elettorale”, che lo vide diventare un “prigioniero politico”. “Oggi, invece, vengono richiamati Paesi nei quali non ci sono prigionieri politici”, ha detto il premier sloveno. Il suo omologo magiaro, Viktor Orbám, ha respinto categoricamente le accuse mosse nei confronti del suo Paese, sostenendo che in Ungheria vigono gli stessi standard democratici in vigore in Italia o in Germania. Orban ha poi puntualizzato che a differenza di quanto succede a Roma o a Berlino, dove predomina il modello liberale, a Budapest prevale una democrazia basata sui valori cristiani. Ha rinfacciato all’Europa di non rappresentare più un fattore geopolitico rilevante e di non disporre di Forze armate comuni che, tra l’altro, favorirebbero lo sviluppo tecnologico dell’UE.
A fargli eco è stato il premier polacco, anch’egli in rapporti non idilliaci con la la troika di Bruxelles. A detta di Mateusz Morawiecki l’Europa centrale da fastidio a causa della sua crescita economica. “Dobbiamo mantenere la solidarietà e l’unità dell’Europa centrale, ma anche far parte dell’UE. La dimensione mitteleuropea è diversa, ma non opposta all’UE”, ha puntualizzato il premier polacco, affermando che la concorrenza non può che rafforzare l’UE.

Golfo di Pirano «Disponibilità al dialogo»
A Bled, in margine al Forum strategico, il primo ministro croato ha avuto due incontri bilaterali con i suoi omologhi sloveno e ungherese, rispettivamente Janez Janša e Viktor Orban. Interpellato se nell’agenda della riunione con Janša figurasse pure un confronto relativo al contenzioso territoriale tra Zagabria e Lubiana, il premier Plenković ha spiegato che la posizione croata è cristallina. “Abbiamo assistito all’iniziativa slovena in seno alla Corte europea in Lussemburgo e abbiamo visto qual è stato l’esito della medesima. La CGUE si è proclamata non competente”, ha notato il premier croato. “Noi – ha proseguito Plenković – continuiamo a essere pronti a dialogare con la Slovenia in merito ai confini. Sotto questo punto di vista il nostro approccio non è mai mutato durante tutto l’arco del mio mandato”. Plenković ha infine sottolineato che la situazione va risolta trovando una soluzione “buona, sostenibile e accettabile per entrambi i Paesi”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display