Croazia. Secco «no» alla riduzione dei deputati delle minoranze

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Croazia. Secco «no» alla riduzione dei deputati delle minoranze
Furio Radin, a colloquio con Ivana Kekin di Možemo! Foto: Patrik Macek/PIXSELL

Il governo ha bocciato senza pietà al Sabor (il Parlamento di Zagabria, ndr) gli emendamenti dell’opposizione alla proposta di legge sulle circoscrizioni elettorali, volti a “disegnare” diversamente alcuni collegi, a ridurre il numero dei deputati eletti dalle minoranze nazionali e a consentire alla diaspora il voto elettronico e per corrispondenza. Il rappresentante dell’esecutivo, Sanjin Rukavina, ha spiegato che la proposta di legge rispetta il principio dell’eguale valenza del voto degli elettori in ciascuna circoscrizioni, per cui soddisfa pienamente le condizioni previste dalla decisione della Corte costituzionale, con la quale nel febbraio di quest’anno è stata abrogato l’attuale legge sui collegi elettorali, che scade il 1 ottobre di quest’anno. Dalle file del governo, inoltre, è stato più volte ripetuto che nel determinare i confini delle circoscrizioni si è tenuto conto in massima misura dei territori delle Regioni e delle caratteristiche geografiche e naturali del Paese. In nessuna circoscrizioni gli scostamenti nel numero dei votanti dovrebbero pertanto superare il -2,13 p.c. e il +2,20 per cento.

Non sono stati approvati dall’esecutivo nemmeno gli emendamenti del Movimento patriottico (DP) volti a consentire il voto per posta ed elettronico per i cittadini croati che non risiedono in Croazia, che sono circa tre milioni, e per fare in modo che le minoranze nazionali eleggano cinque deputati invece di otto (al fine di armonizzare – questa la tesi del DP – il numero dei parlamentari delle etnie con la quota della popolazione minoritaria nella struttura complessiva della popolazione). Tali questioni non sono regolate dalla Legge sulle circoscrizioni, ma da altre leggi e dalla Costituzione, ha sottolineato Rukavina. Il fatto stesso, comunque, che dalle file della destra sia partita l’iniziativa per ridurre il numero dei deputati minoritari dimostra come le etnie non debbano abbassare la guardia e come siano possibili sempre sortite tese a ridimensionare i diritti delle minoranze.

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