Croazia, polo energetico di una vasta area europea

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Croazia, polo energetico di una vasta area europea
Il premier Andrej Plenković al Business Forum "Prsten". Foto: Marko Lukunic/PIXSELL

Per la Croazia la crisi energetica potrebbe trasformarsi in un’opportunità di rilancio. La decisione di procedere alla realizzazione del rigassificatore di Castelmuschio (Omišalj) sull’isola di Veglia è stata assolutamente azzeccata. Grazie all’impianto offshore quarnerino la Croazia ha la chance di diventare l’hub energetico regionale. Lo ha affermato il premier Andrej Plenković, intervenuto ieri al Business forum dell’associazione dei croati della Bosnia ed Erzegovina “Prsten” (Anello).
Decisioni tempestive
“Tutte le decisioni del governo nell’ottica della gestione della crisi energetica sono state prese tempestivamente e tenendo conto del contesto generale. Il pacchetto di misure autunnale è stato addirittura più ampio rispetto a quello primaverile. Ha permesso di placare la situazione a livello nazionale e ci ha consentito d’avere una prospettiva più chiara su ciò che ci riserveranno l’autunno e l’inverno”, ha dichiarato Plenković al convegno tenutosi nella Biblioteca nazionale e universitaria (NSK) di Zagabria.
Rigassificatore. Un successo
Il premier ha sottolineato che il terminal GNL – un impianto del quale in Croazia si è discusso per 40 anni – il suo Esecutivo è riuscito a realizzarlo nell’arco del primo mandato. “L’impianto si è già ripagato. La sua capienza sarà aumentata a 6,1 miliardi di metri cubi a fronte di un investimento relativamente conveniente”, ha affermato il premier. “In questo modo – ancora Plenković – il nostro rigassificatore non sarà sufficiente soltanto a soddisfare la richiesta di gas del nostro territorio, ma anche quella dei Paesi vicini attraverso una rete di metanodotti. Ciò significa che abbiamo l’opportunità di diventare un polo energetico. Una prospettiva che avvantaggerebbe enormemente la Croazia”.
A sostegno della tesi che la Croazia ha le potenzialità necessarie per diventare un hub energetico il capo del governo ha rilevato che la Janaf, che già riveste un ruolo importante a livello regionale potrebbe, procedendo a delle piccole modifiche alla sua rete di oleodotti, aumentare sensibilmente la capacità di trasporto del greggio verso l’estero. Ha puntualizzato inoltre, che tutto ciò non significa che il Paese non proseguirà la sua transizione energetica.
Energia solare ed eolica
Anzi, dalle parole pronunciate dal premier risulta che i Banski dvori siano intenzionati a velocizzare tale processo al fine di sfruttare in modo ottimale il potenziale nazionale nello sfruttamento dell’energia solare ed eolica lungo la costa, nonché quella geotermica nella parte continentale del Paese, senza trascurare le prospettive legate all’idrogeno quale fonte energetica. Le risorse per procedere agli investimenti necessari in tale ottica dovrebbero essere attinte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Plenković ha notato che nei prossimi due anni è stato previsto di destinare 100 milioni di euro al sovvenzionamento degli investimenti tesi ad aumentare la produzione d’energia ricorrendo alle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli impianti industriali.
Negozi chiusi la domenica
Al Business forum ha parlato pure il ministro dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile, Davor Filipović. In margine all’incontro il ministro è tornato a illustrare ai giornalisti gli sforzi profusi dall’Esecutivo nell’intento di garantire, per il tramite delle modifiche proposte alla Legge sul commercio, un maggiore equilibrio tra la vita privata e gli obblighi lavorativi degli addetti al settore.
Filipović si è detto fiducioso, ossia convinto che il Sabor darà luce verde alla manovra finalizzata a ridurre, o più correttamente a limitare a 16 il numero delle domeniche lavorative (dei negozi) nell’arco di un anno.
Una giornata di riposo
“Sono dell’opinione che la domenica debba essere una giornata di riposo. In particolare per le persone impiegate nei negozi”, ha rilevato Filipović in margine al Forum. Il ministro ha rilevato inoltre che in una buona metà dei Paesi dell’UE la domenica i negozi non lavorano.
Sulle orme del New Jersey
“La domenica i negozi non lavorano neppure nel New Jersey. Me ne sono accorto quando ho vissuto lì per due anni. Il fatto che i negozi non siano aperti la domenica non causa conseguenze spettacolari. Gli acquisti vengono fatti durante gli altri giorni della settimana e nuovi centri commerciali continuano a sorgere. L’American dreams, il centro commerciale più grande degli Stati Uniti, è stato costruito proprio nel New Jersey, nonostante il lavoro domenicale non sia consentito”, ha dichiarato il ministro dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile, Davor Filipović.

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