Croazia, inizio zoppicante della stagione turistica

Numero al di sotto delle aspettative nel mese di giugno

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Croazia, inizio zoppicante della stagione turistica
Lo Stradone (Stradun) a Ragusa (Dubrovnik)

“Sarà l’anno dei record, migliore del 2019 pre-pandemico”. Alla vigilia della stagione turistica tutti gli operatori del settore e non solo ripetevano questo leit motiv, alimentando le speranze per un’estate 2023 da sogno sotto tutti i punti di vista. Ma il mese di giugno ha riportato tutti giù per terra. A inizio mese il meteo non è stato troppo clemente, ma il vero motivo del mezzo flop è dovuto soprattutto al caro-prezzi. Se i cittadini croati ormai hanno fatto l’abitudine all’incredibile impennata del costo della vita a causa dell’introduzione dell’euro e dell’inflazione, i vacanzieri stranieri tuttora credono che la Croazia sia una destinazione conveniente dal punto di vista economico. Ma una volta attraversati i confini virtuali (grazie a Schengen), rimangono scioccati. Gli articoli sui media stranieri, soprattutto dei Paesi da cui proviene la maggior parte dei turisti, sono pieni di articoli in cui viene sottolineato che la Croazia è diventata una meta esosa. Così, l’austriaco Kronen Zeitung riporta la dichiarazione di Brigitte che sta trascorrendo le ferie sulla costa adriatica: “Qui costa tutto più che in Austria”, si è lamentata aggiungendo che “alcuni piatti, anche senza contorno, hanno un prezzo incredibile: la pizza costa 18 euro, la bistecca 38 euro e i prezzi sono alti anche al supermercato. Così, ad esempio, il burro costa 4,50 euro”.

Ma sono innumerevoli anche le foto di scontrini di vari bar e ristoranti, in cui si può notare che i prezzi nelle destinazioni turistiche croate sono letteralmente impazziti. Così, un caffè sull’isola di Curzola (Korčula) viene a costare addirittura 7 euro.

“No, la situazione non è come l’anno scorso“, sottolineano anche le agenzie turistiche. Boris Žgomba, presidente dell’Associazione delle agenzie di viaggio presso la Camera di Commercio croata, ha dichiarato che a partire dalla metà di maggio si è notato un significativo rallentamento delle prenotazioni. “Inoltre, mano a mano che ci avviciniamo alla loro realizzazione, ci sono anche molte cancellazioni. È evidente che la seconda metà di giugno e la prima metà di luglio stanno riscontrando una certa difficoltà. Questo si nota principalmente tra gli affittacamere. Se confrontiamo con il 2019, dobbiamo tener presente che oggi abbiamo significativamente più sistemazioni private, quindi un maggior numero di queste rispetto al 2019 è vuoto. Naturalmente, questa tendenza si avverte di più in Dalmazia e un po’ meno sulla costa settentrionale dell’Adriatico a causa della sua vicinanza ai principali mercati turistici”, ha spiegato Žgomba.

Alla domando sul caro-prezzi in Croazia rispetto alla concorrenza nel Mediterraneo, Žgomba ha risposto che è “molto difficile fare dei confronti“, ma ha anche sottolineato che la Croazia ha iniziato la stagione praticando prezzi “leggermente più alti” rispetto all’anno scorso, quando “avevamo una serie di fattori a nostro vantaggio”, come il desiderio dei visitatori di viaggiare e il fatto che la Croazia era vicina e, a differenza della concorrenza, senza restrizioni legate al Covid.

“Sappiamo che la Germania, così come altri Paesi da cui proviene la maggior parte dei nostri ospiti, stanno affrontando problemi economici e d’altro canto anche i nostri concorrenti devono compensare le perdite causate dalla pandemia, abbassando i prezzi. Pertanto, questa stagione è davvero molto più impegnativa rispetto all’anno scorso”, ha concluso Žgomba.

Preoccupazione certificata anche dai dati. In Istria, ad esempio, nel periodo dal 1.mo al 25 giugno gli affittacamere hanno fatto registrare un calo dell’8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A livello nazionale, invece, nel mese di giugno sono stati registrati 2,3 milioni di arrivi e 11,4 milioni di pernottamenti, numeri quasi identici all’anno scorso, ma più basi se il dato viene confrontato con il 2019 dei record (-1 p.c. di pernottamenti e -5 p.c. per quanto concerne le presenze).

La preoccupazione del governo

Il trend negativo in questo primo scorcio della stagione turistica sta preoccupando anche il governo. Il ministro del Mare, del Traffico e delle Comunicazioni, Oleg Butković, ha dichiarato che i prezzi sono “effettivamente un po’ troppo alti”. “Credo che la diminuzione delle presenze in giugno riporterà molti alla ragione, costringendoli ad abbassare i prezzi finché sono ancora in tempo. Anzi, vedo che alcuni alberghi hanno già preso una decisione in tal senso”.

Dal canto suo il ministro delle Finanze, Marko Primorac, è ancor più preoccupato. “Devo essere sincero e dire che quando sento quanto costa una pallina di gelato (3-4 euro, ndr) mi vengono i brividi”. Per Primorac si tratta di un andamento “inaccettabile”, che potrebbe avere delle “gravi conseguenze” a lungo termine.

“È giustificato tutto ciò? Personalmente, ho dei dubbi e non desidero entrare nei singoli settori”, ha dichiarato Primorac, ricordando anche il sostegno del governo alla riduzione dei prezzi dell’energia, così come le aliquote IVA più basse su determinati prodotti e servizi. Ha inoltre affermato che i dati sui profitti e sui margini delle aziende indicano che sono stati gli imprenditori stessi a trarre il maggior beneficio dall’aumento dei prezzi. In conclusione, “se i prezzi continuano ad aumentare a questo ritmo, la stagione turistica e l’economia in generale potrebbero rischiare grosso”, ha ribadito Primorac.

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