“Con questo voto abbiamo dimostrato che anche tra i membri della CNI esiste la democrazia, visto che stavolta c’erano almeno due candidati – queste le prime dichiarazioni di Corrado Dussich, dopo le Parlamentari croate di ieri, mercoledì, 17 aprile -. Per quanto riguarda il risultato elettorale non voglio esprimermi perché la volontà popolare è sovrana e ha deciso così. Poi ovvio che si rimane un po’ delusi quando non si vince. Voglio però dire che ringrazio i miei elettori perché dopo tanti anni hanno scelto qualcosa di nuovo”. Un risultato sofferto che, durante il conteggio delle schede elettorali, ha visto un testa a testa tra i due candidati al Sabor per il seggio specifico per la CNI, con la vittoria finale di Furio Radin per soli 35 voti.
“Non abbiamo pensato di chiedere il riconteggio delle schede, se ci fosse stata una differenza ancora minore, allora forse l’avremmo presa in considerazione, soprattutto per quanto concerne le schede nulle, ma così non ha senso”.
Una notte lunga, quella di ieri, con un rincorrersi dei due candidati che si è protratto fino a tardi e che sembrava poter delineare un nuovo scenario per il futuro della minoranza nazionale. “Spero che il mio esempio si servito a far riflettere i connazionali – ha commentato il vicesindaco di Buie in quota CNI-. Maurizio Zennaro ed io abbiamo fatto il primo passo verso una direzione diversa, quindi cambiare è possibile. Tra l’altro ci tengo a dire che il mio sostituto è innanzitutto un amico, oltre a essere un buon e bravo italiano. Voglio sottolineare che si tratta è una persona che ha rispetto e sa cosa significa questa parola, perché ho assistito molte situazioni in cui del rispetto non vi era ombra”.
Per la prima volta gli elettori hanno dimostrato una spaccatura netta tra le preferenze, offrendo spunti di riflessioni, forse allo stesso Radin. “Questo voto è uno specchio quello che sta succedendo all’interno dell’Unione Italiana, in modo particolare per ciò che riguarda gli italiani di Slovenia e Croazia. Si tratta sicuramente di un motivo di riflessione: la differenza tra i voti è stata piccolissima, perciò è evidente che la divisione emerge – ha detto Dussich -. Se un candidato vince con 200 o 300 voti di differenza allora è un discorso, ma quando questa differenza è minima si denotano due linee separate. Manca l’unitarietà di pensiero e un punto di vista unidirezionale”.
Le Parlamentari di quest’anno si sono distinte anche per la grande affluenza di persone in generale e a quella degli elettori che hanno deciso di votare per la CNI in particolare. “L’affluenza è stata un boom, visti gli anni precedenti nessuno avrebbe sperato in una risposta così positiva. Per quanto riguarda il voto dei connazionali ci sono state quasi mille persone in più che sono andate a voltare per il seggio specifico”: ha concluso Corrado Dussich.
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