Boris Miletić: «Voglio credere che adesso verranno tempi migliori»

Intervista con il presidente della Regione istriana, Boris Miletić, per parlare dell’anno che se ne va e di quello che è alle porte

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Boris Miletić: «Voglio credere che adesso verranno tempi migliori»

L’anno che è stato e quello che verrà: solitamente è di questo che ci si occupa giunti in questa fase del calendario. Con il presidente della Regione istriana, Boris Miletić, tiriamo le somme per quanto riguarda l’ultima metà di questo tribolato calendario. Miletić, infatti, ha assunto le redini della penisola in seguito alle elezioni (tribolate anche quelle, ma ne abbiamo scritto all’epoca) di metà anno.

 

Da giugno lei è alla guida della Regione istriana: quali sono le differenze tra il gestire una Città e una Regione? Quale incarico le è più congeniale?

“Direi che la differenza essenziale risieda nelle competenze che derivano ex lege per le Città e le Regioni. Fermo restando che gestire una Città o una Regione è comunque una questione di responsabilità, in quanto politiche, progetti e programmi che si realizzano incidono direttamente sulla vita dei concittadini. Sono stato sindaco di Pola per 15 anni, per cui conosco bene le dinamiche e il lavoro della pubblica amministrazione; di pari passo mi erano note le politiche regionali e i progetti in essere, per cui non è stato necessario, diciamo, un periodo di adattamento. Devo dire di avere ottimi sostituti – Tulio Demetlika e Jessica Acquavita, quest’ultima in quota CNI: rappresentano la fusione dell’esperienza e della giovinezza, che già in questi primi sei mesi si è dimostrata essere una combinazione vincente per una buona gestione della Regione”.

Quali sono i problemi affrontati e che ritiene di più pressante soluzione?

“Ho preso l’incarico in giugno, in piena stagione turistica, quindi, e di pandemia da Covid, che non mostrava alcun segno di cedimento: la sfida più grande è stata quella di realizzare i migliori risultati turistici possibili. Sono stato in costante contatto sia con l’Unità regionale della Protezione civile sia con il settore privato e a forze riunite abbiamo ancora una volta dato prova di ottima sinergia e coordinazione. In termini di pandemia l’Istria è stata un’area sicura sia per i residenti che per i turisti. Specifico che abbiamo allestito una settantina di punti tampone su tutto il territorio e che l’Istria è stata la Regione con il più elevato numero di personale turistico vaccinato. Tutto ciò ci ha consentito di raggiungere risultati turistici oltre il preventivato e desidero ringraziare gli operatori del settore, ma anche i cittadini per la responsabilità e la serietà con le quali hanno rispettato le misure antiepidemiche.

Nei primi sei mesi abbiamo realizzato molte cose e posso dire che ogni giorno è stato dinamico, poiché lavori, progetti, idee e iniziative certo non mancano. Per fare qualche esempio concreto, dirò che abbiamo acquistato due autoambulanze per l’Istituto formativo per la Medicina d’urgenza per un valore superiore ai 2,2 milioni di kune; abbiamo firmato il contratto per la II fase di ristrutturazione della Casa dei castelli istriani a Momiano; abbiamo inaugurato l’Ipsilon – meglio, il segmento Cerreto-Lupogliano; sono stati inaugurati il Porto San Pelagio a Rovigno e quello di Traghetto; è entrato in funzione – nella Casa della salute di Pisino – il nuovo mammografo digitale con tomosintesi (la Regione ha partecipato all’acquisto con 800mila kune); ho firmato i contratti di cessione della proprietà sugli immobili per le Case dell’anziano di Pola, Arsia e Cittanova, che da statali (Istituto di previdenza) sono diventate regionali”.

La pandemia ha fermato molti progetti e ha avuto ricadute economiche e sociali negative: quali sono i settori maggiormente colpiti? L’Istria ha strumenti per ammortizzare gli effetti?

“La pandemia ormai va avanti da quasi due anni e ha influito notevolmente sulle nostre vite. In queste condizioni, certamente le priorità sono state ridisegnate. Nell’ottica della politica è stato cruciale bilanciare tra la crisi sanitaria e quella economica. La Regione istriana ha individuato per tempo le possibili minacce e ha affrontato bene la contingenza. Mi fa piacere che, accanto alle misure di razionalizzazione adottate e a quelle indirizzate all’economia, molti progetti hanno avuto continuazione. Da genitore, credo che il peso maggiore della pandemia sia ricaduto sulle spalle dei nostri ragazzi, che per un bel po’ di tempo hanno seguito la didattica a distanza, non hanno avuto la possibilità di stare tra giovani, di praticare sport e altre attività. Purtroppo, niente farà riavere loro il tempo, l’infanzia e le opportunità perdute”.

Molte Città e Comuni si trovano a dover combattere l’abusivismo edilizio. Come mettere ordine in casa?

“La lotta all’abusivismo edilizio è una mia priorità assoluta e non intendo fare passi indietro. Come zupano e come cittadino sono costernato e condanno qualsivoglia aggressione all’ambiente, in quanto si tratta della nostra risorsa principale che, se la tendenza del mattone selvaggio dovesse continuare, perderemo irrimediabilmente. Di questo ho informato di persona il premier, Andrej Plenković, nel corso della sua visita in Regione il 16 aprile di quest’anno.

Dobbiamo farci sentire da chi ha poteri, competenze e dovere d’intervenire, cioè lo Stato. Che ha due opzioni: o prendersi la responsabilità che gli deriva per legge o delegare le competenze dell’Ispettorato all’edilizia a livelli locali e in questo caso potremmo prendere di petto il problema. Le autonomie locali approvano i Piani territoriali, ma non hanno strumenti e competenze legali per attuarli. A più riprese abbiamo chiesto l’intervento del Ministero dell’Agricoltura e di quello dell’Edilizia per mettere fine, una volta per tutte, al problema. Certo, oltre a delegare le competenze alle autonomie locali e regionali, bisognerebbe definire anche pene pecuniarie di un certo peso e, non da ultimo, prevedere la responsabilità penale nei casi di abusivismo”.

Alcune competenze dell’amministrazione statale sono state rilevate – assieme ai dipendenti – dalla Regione: che cosa ne è scaturito?

“Sì, il 1.mo gennaio del 2020 la Regione ha rilevato competenze dell’amministrazione statale, fino ad allora dell’Ufficio dell’amministrazione statale nella Regione istriana. Quindi, abbiamo rilevato pratiche inevase, l’archivio, beni patrimoniali, inventario minuto, equipaggiamento e strumenti di lavoro, 123 dipendenti e competenze in circa 200 servizi pertinenti l’amministrazione generale, affari giuridico-patrimoniali, turismo, sanità, economia, istruzione, traffico e cultura. La riforma ha portato alla Regione maggiori competenze ma anche responsabilità nel garantire l’efficienza del servizio e in questo senso abbiamo riorganizzato il sistema tramite nuovi atti normativi interni. La manovra ha consentito ai cittadini di realizzare con maggiore facilità e più celermente i loro diritti, ovvero di ottenere i documenti necessari in vari ambiti del vivere e dell’attività in un unico luogo, nell’ambito di un’unica amministrazione. Finora tutto era più complicato e anche un po’ confuso, con un pellegrinare da un ufficio all’altro e una dispersione di competenze”.

Com’è stato il 2021 e che cosa si augura per il 2022?

“Il 2021 è stato sicuramente un anno complesso e pieno di sfide per i motivi che bene conosciamo, ma l’Istria ha dato prova di sapersi misurare con qualsivoglia imprevisto. Anche in quest’occasione vorrei ringraziare l’Unità regionale della Protezione civile e il personale sanitario, per l’incommensurabile impegno e sacrificio. Me ne sono accertato di persona una decina di giorni fa, quando ho fatto visita al personale del Reparto Covid all’Ospedale polese. Come ho avuto modo di dire nell’occasione, tutti possiamo andare fieri del nuovo Ospedale e del suo equipaggiamento all’avanguardia. La chiave di tutto, anche nella sanità, è però la gente. Ringrazio, quindi, anche tutte le persone che hanno mantenuto un comportamento responsabile e corretto e hanno osservato le misure disposte. Non c’è persona o settore che non abbia sentito il peso della pandemia e voglio credere che adesso verranno tempi migliori.

Per quanto riguarda la Regione, mi auguro la realizzazione di quanto abbiamo pianificato nel Bilancio. Il mio desiderio personale, e sono certo che non si discosta da quello degli altri, è che la pandemia e il Covid diventino cosa passata, qualcosa da raccontare ai nipoti. Desidero ritornare al normale di sempre, che ci si possa incontrare, abbracciare, stringere la mano, senza mascherine e senza distanziamenti. Approfitto, quindi, dell’occasione per invitare, ancora una volta, tutti i cittadini che non l’abbiano ancora fatto a vaccinarsi”.

A proposito di Bilancio 2022: che cosa porta il documento finanziario?

“Il documento ha parecchie peculiarità. In primo luogo si proseguirà con i grandi investimenti, avviati dai miei predecessori e che personalmente continuerò con piacere. Poi ci attendono molti nuovi investimenti, progetti e programmi con i quali vogliamo imprimere una nuova marcia di crescita ai settori di nostra competenza. Il Bilancio ha quindi un orientamento di sviluppo, ma quello che più conta è che è reale e stabile e in armonia con i tempi. Nel pianificarlo abbiamo guardato all’Istria che vorremmo e al benessere dei nostri concittadini.

Il Bilancio è stato calibrato a 1.652.600.000 di kune ed è comprensivo dei programmi di 74 fruitori dei mezzi, quali istituzioni sanitarie, Case dell’anziano, scuole, musei ecc. Di detti mezzi, quelli riferiti al lavoro dei servizi e uffici della regione ammontano a 351.918.219 kune, ovvero il 21 p.c. del totale. Ai fruitori dei mezzi di Bilancio è destinato 1.300.681.780 kune, ovvero il 79 p.c.”

Un messaggio per i lettori della Voce del popolo

“Care concittadine e cari concittadini, cari lettori della Voce del popolo; siamo alla fine di un anno pieno di sfide; auguro che queste festività portino nuova forza e speranza in un domani migliore. A nome della Regione istriana e mio personale, vi auguro un 2022 pieno di soddisfazioni e successi personali”.

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