Bilinguismo. Qualcosa si sta ora muovendo

Colloquio a Zagabria tra Furio Radin e Ivan Malenica

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Bilinguismo. Qualcosa si sta ora muovendo

Si moltiplicano negli ultimi tempi le iniziative per rilanciare il bilinguismo, ovvero per migliorare l’uso ufficiale e paritetico della lingua italiana sul territorio d’insediamento storico della CNI, in particolare nei Comuni e nelle Città a Statuto bilingue. Senza scordare ovviamente le altre realtà. In questo contesto ieri al Ministero dell’Amministrazione si è svolto un incontro tra il ministro Ivan Malenica e il deputato italiano e vicepresidente del Parlamento croato, Furio Radin. Sul tavolo i problemi del bilinguismo, dalla normativa vigente, all’applicazione negli organi dell’amministrazione statale, a quella nelle autonomie locali, dalle Regioni, ai Comuni e alle Città.
A questo proposito l’On. Furio Radin ha dichiarato: “Nel corso dell’incontro, durato più di un’ora, e seguito alla mia recente interpellanza parlamentare, sono stati affrontati tutti i problemi rilevanti relativi al bilinguismo e di competenza di questo Ministero, alla luce della normativa vigente, ma soprattutto dell’Accordo sulle minoranze tra la Croazia e l’Italia. Con il nuovo ministro, in carica da breve tempo, abbiamo convenuto che è inconcepibile accettare una regressione dei diritti a qualsiasi livello e che è importante affrontare la questione nell’ambito di una strategia comune di sviluppo, soprattutto alla luce degli articoli 2 e 3 dell’accordo stipulato con l’Italia e che parlano dei diritti acquisiti e della loro diffusione su tutto il territorio in cui storicamente la Comunità Nazionale Italiana è presente. Con il ministro Malenica, inoltre, è stata espressa soddisfazione per il decentramento, a lungo rivendicato e in vigore dal 1º gennaio di quest’anno, che delega alle Contee quasi tutte le competenze amministrative (rimangono centralizzate soltanto le ispezioni) che finora erano state prerogative dello Stato. È chiaro che, per l’Istria (quasi) sicuramente, e per la Regione Litoraneo-montana con probabilità maggiori di quelle attuali, il riequilibrio dei diritti della CNI dovrebbe risultarne facilitato. Tra tre settimane al massimo, il ministro Ivan Malenica sarà in Istria per discutere con noi di tutti questi problemi, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise”.
Un Trattato da rispettare
Possiamo dunque attenderci prossimamente dei passi avanti concreti, che possano portare a una migliore attuazione delle disposizioni di legge in materia di uso pubblico e paritetico delle lingue minoritarie, nella fattispecie di quella italiana sul territorio d’insediamento storico della CNI. L’Unione Italiana, la sua Commissione assembleare per il bilinguismo, il Consiglio della minoranza autoctona italiana della Regione istriana sono quelle istanze che ultimamente hanno affrontato più a fondo la tematica, validamente spalleggiate dal vicepresidente del Sabor e deputato della CNI che di recente, come rilevato, ha anche presentato in Parlamento un’interpellanza sul bilinguismo. Nell’interrogazione di Radin, come pure nelle analisi e nelle iniziative dei vari organismi rappresentativi o consultivi della minoranza non si è mancato di fare cenno alla necessità di rispettare appieno le disposizioni del Trattato italo-croato sulla protezione delle minoranze del 1996, che, come ben si sa all’articolo 3 prevede l’estensione graduale del livello di diritti esistente nell’ex zona B al resto del territorio in cui è presente storicamente la Comunità Nazionale Italiana. Un articolo troppo spesso rimasto soltanto sulla carta, come evidenziato nelle diverse iniziative lanciate nei mesi scorsi.
Ma, come avverte l’On. Furio Radin, non c’è solamente l’articolo 3 a ricordarci gli impegni assunti dalla Croazia. Non meno rilevante alla prova dei fatti è anche l’articolo 2 del Trattato in cui si fa menzione dei diritti acquisiti. Senza dimenticare l’importante preambolo dell’intesa in cui si sottolinea che nel caso della CNI non si deve scendere al di sotto del livello di diritti acquisiti all’epoca dell’ex Jugoslavia. Come dire, sì all’estensione laddove è necessaria, senza però correre al contempo il rischio di perdere per strada altri diritti. Con risultati che poi magari lasciano in parte l’amaro in bocca.
Riscontri positivi
L’argomento bilinguismo, con particolare riferimento all’uso dell’italiano nell’amministrazione statale, è stato affrontato ora con il ministro dell’Amministrazione Ivan Malenica, che già al Sabor durante il recente question time non aveva mancato di sottolineare la volontà politica del governo di dare attuazione a quanto previsto dalle leggi. I riscontri positivi pertanto non mancano. Come evidenziato dall’On. Furio Radin, fra qualche settimana Ivan Malenica dovrebbe partecipare a una riunione sul territorio d’insediamento della CNI con i rappresentanti dell’amministrazione e dell’Unione Italiana. Un incontro che si prospetta interessante proprio alla luce delle iniziative avviate finora per far valere le disposizioni del Trattato del 1996. Chiaramente si discuterà pure dei diritti acquisiti. E in quest’ambito a Zagabria auspicano che venga definita una lista degli stessi, ovviamente per il settore dell’amministrazione statale. Forse davvero qualcosa si sta muovendo, anche alla luce del passaggio delle competenze alle autonomie regionali.

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