A rischio il ghiaccio plurisecolare del Velebit

A detta degli speleologi nelle grotte lo scioglimento è più rapido del previsto

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A rischio il ghiaccio plurisecolare del Velebit

Nelle viscere del Velebit i cumuli di ghiaccio in alcuni casi possono essersi formati anche mezzo millennio fa e talvolta persino prima. Gli speleologi coinvolti nella spedizione internazionale impegnati da due settimane nell’esplorazione di una quindicina di cavità nelle riserve naturali integrali di Hajdučki e Rožanski kukovi (rocce) – entrambe ubicate all’interno del Parco nazionale del Velebit settentrionale – hanno notato che il ghiaccio presente nelle caverne e nelle grotte dell’area si sta sciogliendo più rapidamente del previsto. Negli ultimi 22 anni nella Grotta di Luka (Lukina jama), ad esempio, il ghiaccio ha sempre impedito agli speleologi di scendere a una profondità inferiore ai 70 metri, ma ora gli esploratori sono riusciti a trovare un varco.
Uno dei membri della spedizione, il fisico Dalibor Paar (Facoltà di scienze naturali di Zagabria-PMF), ha dichiarato che in base ai risultati preliminari delle ricerche il fenomeno parrebbe connesso ai cambiamenti climatici verificatisi negli ultimi due anni. Ha puntualizzato che l’interpretazione dei dati raccolti nel corso delle ricerche sarà affidata agli esperti del Centro per le ricerche sul clima in seno al PMF.
Oltre che nello studio degli effetti legati ai cambiamenti climatici i membri della spedizione sono impegnati pure nella raccolta d’informazioni finalizzate alla mappatura delle grotte e delle caverne. Gli speleologi raccoglieranno anche dati attinenti alle caratteristiche geologiche, biologiche e microclimatiche degli ambienti esplorati nonché al modo nel quale gli agenti esterni influiscono sull’ecosistema carsico delle viscere del Velebit. Uno studio, quest’ultimo, ritenuto di fondamentale importanza per la tutela della fauna endemica del Velebit e delle sue riserve idriche.
Alla spedizione – sostenuta dal Parco nazionale del Velebit settentrionale e dalla Commissione per la speleologia dell’Associazione alpinistica croata (HPS) – partecipano 60 speleologi guidati da Gorana Perić della Sezione speleologica del Club alpino del Velebit settentrionale. Nel corso della spedizione gli esploratori sono riusciti a spingersi fino 1.335 metri di profondità nella Grotta di Nedam (Jama Nedam), appurando così che si tratta della seconda cavità più profonda in Croazia, superata soltanto dalla Grotta di Luka (1.431 metri di profondità accertati).

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