Furio Radin, patrimonio dei rapporti Italia-Croazia (foto)

Presentata a Zagabria, alla presenza del premier Plenković, la biografia politica del vicepresidente del Sabor e deputato della CNI, intitolata «Lo giuro, prisežem»

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Furio Radin, patrimonio dei rapporti Italia-Croazia (foto)

“Resistere sulla scena politica croata 32 anni è un risultato eccezionale. Un’impresa che non è riuscita neppure a Vladmir Šeks”. Ad affermarlo è stato il primo ministro Andrej Plenković, durante il suo intervento alla presentazione della biografia politica di Furio Radin – vicepresidente del Sabor (il Parlamento di Zagabria, ndr) e deputato della Comunità Nazionale Italiana – intitolata “Lo giuro, prisežem”, scritta dal giornalista Neven Šantić di Fiume e pubblicata (in croato e italiano) dalla casa editrice Durieux di Zagabria.
“Nel corso del mio mandato – ha proseguito – non c’è stato un incontro ad alto livello con delegazioni italiane nel quale non sei stato incluso. Sapevo che avrei sempre potuto fare affidamento sui tuoi consigli, talvolta pubblici, talvolta ‘discreti’, com’è giusto che avvenga in politica. Spero che la nostra collaborazione possa durare ancora a lungo”.
All’Archivio di Stato di Zagabria, ad auspicare che la carriera parlamentare di Radin “prosegua per almeno altri 10 anni” è stato questa sera, giovedì 22 febbraio, anche il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, il quale ha sottolineato d’aver voluto partecipare all’appuntamento per esprimere a Radin i suoi ringraziamenti personali, ma anche quelli di tutti i deputati per il contributo da lui fornito alla formazione della cultura politica in Croazia negli ultimi tre decenni. “Furio Radin è un collaboratore affidabile, un uomo che non volta le spalle nel momento del bisogno”, ha sottolineato Jandroković. “Questo non è un addio, ma un arrivederci”, ha puntualizzato poi Radin al termine della serata.
L’ambasciatore della Repubblica Italiana a Zagabria, Pierfrancesco Sacco, a sua volta, ha dichiarato che “la storia politica e personale di Furio Radin onora la Croazia e l’Italia”. “È importante – ha aggiunto Sacco – notare l’eccezionale rilevanza dell’on. Radin come autorità croata, della politica croata e leader della CNI, tre ruoli complementari l’uno rispetto all’altro”. “Propongo di candidare Radin a patrimonio materiale e immateriale delle relazioni tra Italia e Croazia”, ha concluso Sacco.
La presentazione della biografia politica di Radin ha chiamato a raccolta il gotha della società croata. All’Archivio di Stato sono intervenuti, oltre a Plenković, Jandroković e Sacco, anche i vicepresidenti del Parlamento croato, Ante Sanader e Željko Reiner, i vicepremier Davor Božinović (ministro degli Interni) e Anja Šimpraga, i ministri Radovan Fuchs (Scienza e Istruzione), Nina Obuljen Koržinek (Cultura e Media) e Vili Beroš (Sanità). C’era pure Vladimir Šeks (già presidente del Sabor), il presidente della Corte costituzionale Miroslav Šeparović, il presidente del Consiglio delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia, Tibor Varga, il direttore dell’Ufficio per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali del governo croato Alen Tahiri, numerosi deputati… Presenti anche il Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, la sua collaboratrice Ileana Jančić, il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, artisti, rappresentanti del Corpo diplomatico, accademici, industriali, esponenti delle associazioni delle minoranze nazionali, della società civile, delle unità di autogoverno…
L’autore del libro, Neven Šantić, ha svelato che la collaborazione con Radin è iniziata all’inizio degli anni ’90 e ha confermato, come notato in precedenza da Plenković, che l’unica condizione posta da Radin per fornirgli l’accesso al suo archivio personale è stata quella di non consentirgli di leggere il libro prima della pubblicazione. Šantić ha espresso l’auspicio che il libro contribuisca a far capire ai lettori “un personaggio che rispecchia la politica croata degli ultimi 30 anni”. Gli ha fatto eco l’analista politico, Davor Gjenero il quale ha affermato che “Lo giuro, prisežem” contribuirà a far comprendere la “logica dell’evoluzione della politica croata”. “Un processo nel quale Radin ha avuto un ruolo da protagonista. In particolare nella sfera della tutela delle minoranze nazionali e dei diritti umani, cartina tornasole dello status di salute della democrazia in una società liberale”, ha detto Gjenero.
Radin, fedele al suo stile – definito da Plenković come un mix di ironia e sano cinismo – ha raccontato la genesi dei seggi specifici garantiti alle Comunità nazionali al Sabor, chiarendo che a rappresentare la CNI al tavolo dei negoziati c’erano lui e “un esponente dell’Edit”. “In altre parole mi sono creato il posto di lavoro”, ha scherzato Radin, ringraziando le figlie, la consorte e la famiglia per il sostegno che gli hanno fornito nel corso della carriera.
L’evento zagabrese – introdotto dal direttore dell’Archivio di Stato, Dinko Čutura e moderato dalla giornalista Mašenka Vukadinović di Fiume – è stato allietato dagli intermezzi musicali di Josipa Bilić (soprano) e Toni Nežić (basso). A breve il libro sarà presentato a Fiume e in Istria nelle principali Comunità degli Italiani. “Lo giuro, prisežem”, si ricorda, sarà distribuito gratuitamente.

Video Krsto Babić

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