Vrsaljko: «La Russia non è arrivata fin qui per caso»

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Vrsaljko: «La Russia non è arrivata fin qui per caso»

La Croazia attende un buon motivo per tornare a festeggiare. A questo Mondiale ci ha preso gusto e sabato a Sochi, contro la Russia, si cercherà di compiere un altro passo nella marcia di avvicinamento a quanto nel 1998 fecero i “Ćiro boys” in Francia. Il terzo posto è un traguardo straordinario, che in questi vent’anni che ci dividono dal più grande risultato del calcio croato è sempre stato molto lontano.

Al servizio dei media, la Federcalcio quotidianamente organizza delle conferenze stampa e, un giorno dopo l’altro, si torna a parlare delle stesse cose. All’inizio dell’incontro ci ha provato un giornalista straniero a uscire un po’ dalle righe, forse un po’ troppo, proponendo un discorso relativo al capitale russo che sostiene l’Agrokor. Ieri c’erano Dejan Lovren e Šime Vrsaljko ai microfoni della sala stampa a Sochi, entrambi sbigottiti. “Digli tu qualcosa, altrimenti io lo mando a quel bel paese”, ha detto Lovren a Vrsaljko il quale, con un po’ più di diplomazia, ha detto che non è né il luogo né il momento per parlare di certe cose. Lovren ha poi cercato la battuta: “L’Agrokor è in caduta, noi in ascesa”. Lo stesso stopper, fin troppo spazientito e nervoso, ha reagito, con un vocabolario colorito, per non dire volgare, al giornalista che gli ha fatto notare che la partita contro la Danimarca non è stata granché. La risposta è in parte intraducibile, ma si è capito, dal contesto che lo stopper voleva dire che non si può giocare sempre a certi livelli e che anche al Brasile capitano giornate in cui non riesce tutto. Poi, ha concluso: “Abbiamo passato il turno e solo questo conta in questo momento”. Se lo stopper del Liverpool, dopo una stagione eccezionale con i Reds, appare un po’ nervoso, a prima vista inspiegabilmente, Vrsaljko ha un’aria più rilassata.
Si è risposto, dopo alcune domande decisamente estranee al mondo del calcio, a quelle banalmente normali. Dopo le banche russe e il colosso agroindustriale croato, si è parlato di calcio. Riecco quindi il tema della generazione del ‘98 e la domanda fatta il giorno prima a Perišić e Rebić. Dov’erano durante quel Mondiale in Francia? Entrambi con i genitori, troppo piccoli per rendersi conto di quanto stava succedendo. “Quella generazione, è vero, rappresenta un grande peso per quelle successive. Noi, dopo vent’anni in cui nessuno è riuscito a fare qualcosa del genere, abbiamo la possibilità di tentarci. Io credo in questa squadra e sono convinto che possiamo fare anche meglio di loro. Ci vuole un po’ di fortuna e qualche altra cosa per poterlo fare”, ha risposto deciso, un po’ spavaldo, il difensore centrale Lovren. In un anno abbiamo visto due nazionali, cioè una in difficoltà nelle qualificazioni, dopo un buon inizio, giunta al punto di dover disputare i play-off per raggiungere il Mondiale, anche se nel proprio girone era la squadra favorita. L’altra nazionale è quella che vediamo nelle ultime due settimane, vincente anche quando non gioca benissimo. Cos’è cambiato? “Eravamo partiti bene – dice Vrsaljko –, per poi complicarci tutto nella fase conclusiva delle qualificazioni. La vittoria in casa dell’Ucraina e la doppia sfida con la Grecia hanno raddrizzato tutto. Quei momenti non riflettevano sicuramente ciò che noi siamo realmente. Giochiamo un buon calcio. Il selezionatore Dalić è arrivato in un momento difficile portando qualcosa di nuovo, come cerca di fare ogni nuovo allenatore. Ha fatto quello che da lui ci si aspettava”.
L’attenzione mediatica è quasi sempre concentrata sulle stelle che, ovviamente, ricoprono dei ruoli offensivi. Come la vivono i gregari? Un difensore centrale come Lovren e un terzino come Vrsaljko non potranno mai raggiungere la popolarità di un Modrić. “Noi cerchiamo di fare il nostro lavoro come si deve e se poi non prendiamo gol ne siamo felici. Non abbiamo bisogno di lusinghe se non le parole di sostegno da parte dell’allenatore”, ha risposto Lovren, mentre Vrsaljko ha ribadito che Modrić è il leader di questa nazionale e che sono tutti con lui.
Infine, con quale spirito si aspetta la sfida con i russi? Risponde Vrsaljko: “I russi non sono arrivati per caso fin qui e pertanto meritano il nostro rispetto. Giocheranno in casa e avranno dalla loro parte un grande sostegno dagli spalti. Noi che siamo in campo non ci facciamo caso e siamo concentrati su quello che dobbiamo fare per vincere. La Russia è una buona squadra, ma lo siamo sicuramente anche noi”.

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