Per la minoranza la parola chiave dev’essere cultura

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Per la minoranza la parola chiave dev’essere cultura

FIUME | Penultimo appuntamento della campagna elettorale quello di ieri sera a Palazzo Modello, sede della Comunità degli Italiani di Fiume, per Sandro Damiani, candidato alla carica di presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana. Damiani, figlio di Alessandro il cui nome è scritto a grandi lettere nel libro dei massimi intellettuali della CNI, durante questa campagna elettorale è stato molto critico sull’attuale situazione nella quale versa la minoranza. La costante, a suo avviso, perdita dell’identità, soprattutto quella culturale, l’allontanamento da quei valori che i padri nobili avevano impresso nell’DNA della CNI, le continue divisioni interne, la disaffezione di alcune Comunità importanti verso ciò che l’Unione Italiana rappresenta, lo hanno portato più volte a parlare di “ultima spiaggia” per l’etnia. “La conduzione degli ultimi tempi dell’UI ha portato a profonde spaccature al suo interno. Significa che è stata portata avanti una politica sbagliata, nei confronti anche della Comunità”, ha dichiarato Damiani. Questi sono alcuni dei motivi, come ha spiegato, che lo hanno sollecitato a scendere in campo, a presentarsi agli elettori “nonostante l’età” e a correre per la carica di presidente della Giunta. L’intenzione è quella di gestire in maniera completamente nuova la politica della massima organizzazione rappresentativa della CNI, dando nuova linfa alle sue istituzioni, Dramma Italiano e Casa editrice Edit in primo luogo, e cercando di rimettere le Comunità degli Italiani al centro dell’attenzione. Per Damiani la parola chiave è “cultura”, quella cultura “che ha permesso alla CNI di sopravvivere alle difficoltà della storia”. A questo proposito un ruolo chiave lo giocherebe la Casa editrice con l’editore UI che, a suo avviso, dovrebbe puntare e investire con più decisione sulla pubblicazione di libri, sulla cultura, sul ruolo di ponte culturale con l’Italia, dando alle stampe e traducendo anche libri di autori croati e traducendo in croato autori italiani, con l’obiettivo anche di avvicinare la maggioranza alla CNI, ovvero di svolgere “una politica culturale di avvicinamento”. Per Damiani molte scuole non rispondono più alle esigenze della minoranza culturale italiana, “ma di un gruppo alloglotto, con i ragazzi che tra di loro non parlano in italiano, non frequentano le nostre istituzioni, non leggono le nostre pubblicazioni”; per questo motivo bisogna incentivare sia studenti che professori con borse di studio finalizzate. Tra gli altri argomenti, Damiani ha parlato della necessità di rafforzare il contesto economico con investimenti mirati, per fare crescere la CNI anche dal punto di vista economico. Altrettanto importante sarà migliorare e rafforzare i rapporti con l’UPT, fare gruppo e coesione tra CI e Istituzioni e “non più favorire la politica dell’uomo solo al comando”. Non è mancato l’appello finale ai connazionali a recarsi in massa a votare domenica per esercitare il loro diritto che, nel nostro caso, come sottolineato da Damiani, è anche un dovere.

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