«Siamo un gruppo unito che deve avere fiducia»

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«Siamo un gruppo unito che deve avere fiducia»

ROVIGNO La buona notizia da Valbruna, dopo il terzo giorno di preparazione della nazionale in vista dei Mondiali, è che tutti stanno bene. Lo stesso selezionatore Zlatko Dalić dice di essere fiducioso per le possibilità della Croazia di lasciare il segno in Russia, ma a condizione che non ci siano infortuni, anche se, inevitabilmente, gli stessi fanno parte del gioco. Mentre difensori, centrocampisti e attaccanti possono venire sostituiti o alternati per squalifica, scelta tecnica, infortunio o quant’altro, per i portieri è un’altra cosa. Se ne rende conto Dominik Livaković, estremo difensore della Dinamo nonché reduce dalla conquista del titolo e della Coppa, che partirà verso la Russia come terzo portiere, assieme a Danijel Subašić e Lovro Kalinić. Per vedere in campo il terzo portiere devono succedere diverse… disgrazie. Per Livaković c’è comunque la soddisfazione di esserci, tra l’altro come uno dei due calciatori convocati da Dalić provenienti dal campionato croato. L’altro è Filip Bradarić del Rijeka. Se resterà a Fiume o meno, lo sapremo dopo il Mondiale, ma è certo che la convocazione se l’è meritata giocando con la maglia del club fiumano.

Livaković commenta così la sua posizione: “A Rovigno ci troviamo tutti benissimo. L’atmosfera è ottima e si lavora bene. Non vorrei in alcun modo sottovalutare i miei compagni alla Dinamo, ma è un’altra cosa lavorare con una squadra come questa, con un livello qualitativo eccezionale. Con la Dinamo, tutto sommato, ci è andata piuttosto bene: dopo aver accumulato un buon vantaggio nella prima parte della stagione c’è stata qualche incertezza nel finale. Per me è un bel riconoscimento poter essere qui a Rovigno, come uno dei pochissimi calciatori che arrivano dalla Prima Lega croata. Subašić e Kalinić hanno una grande esperienza. Subašić, tra l’altro, anche in Champions League. Credo proprio che non ci sia nulla da temere per quanto riguarda il ruolo tra i pali con gente come questa. Io cerco di imparare da loro, lavorando sodo. Mi stanno dando un grande sostegno per quella che sarà la mia carriera”.
In una nazionale come quella croata, imbottita di stelle, qualcuno deve per forza assumersi il ruolo di gregario. Milan Badelj, il classico mediano con spiccata vocazione per la fase di interdizione e disturbo, è consapevole di far parte di una nazionale che, per forza di cose, attira su di sé l’attenzione e crea grandi aspettative tra i tifosi. “C’è indubbiamente una base molto solida su cui costruire la squadra, ma c’è anche un gruppo unito che non dovrebbe temere nessuno. Non è soltanto per i nomi più noti che tutti conoscono, ma anche per le qualità dei giovani che hanno già saputo affermarsi. Credo che ogni squadra che scenderà in campo contro di noi dovrà portarci grande rispetto”. 

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