Di solito gli avvicendamenti sulle panchine sono la conseguenza di risultati deludenti, ma in questo caso specifico, non è così. Igor Bišćan ha deciso di andarsene, congedandosi ufficialmente dopo un bel 3-0 in trasferta con l’Istra 1961. Il rapporto con lo spogliatoio non è mai sembrato logoro, anzi. I motivi del suo addio sono altri. Oggi è stato presentato il suo successore, il giovane tecnico sloveno Simon Rožman, che il direttore sportivo Srećko Juričić indica come l’uomo giusto per il Rijeka. Dovrebbe esserlo nei prossimi tre anni, quando scade il contratto firmato ieri a Rujevica al termine di trattative brevissime.
In un discreto croato, più o meno come quello di Matjaž Kek giunto nel 2013, si è rivolto ai media Simon Rožman, 36 anni, uno che potremmo confonderlo facilmente con i giocatori che gli sono stati affidati. “Mi scuso per il mio croato, ma prometto che cercherò di imparare in fretta. Ringrazio il club per la fiducia e per l’accoglienza. La mia decisione è stata facile e allo stesso tempo difficile. È stata facile perché sapevo dove sarei venuto, in un club organizzato con grandi ambizioni. C’è una buona rosa di giocatori determinata a raggiungere gli obiettivi della società. Quando ho parlato con il mio amico Matjaž mi è stato detto che qui a Rujevica c’è sempre stata un’atmosfera determinante e che il tifo è stato come il dodicesimo uomo in campo. Spero che sarà così ancora. Per certi aspetti la mia decisione non è stata semplice. Anzitutto, credo che Igor Bišćan abbia fatto un ottimo lavoro. Ho parlato molto con lui negli ultimi giorni. Non è semplice indossare i suoi panni. Non mi piace parlare troppo. Sono uno di quelli che preferisce farlo con i risultati. Ciò che posso fare adesso è promettere che ci metterò il mio sapere, tutta la mia energia e il cuore”.

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