Rijeka. Una sconfitta che fa male

Lo Slaven Belupo passa a Rujevica e interrompe la striscia di vittorie dei quarnerini. Venerdì c’è l’Istra

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Rijeka. Una sconfitta che fa male
Veldin Hodža cerca la staccata di testa. Foto: RONI BRMALJ

Zoran Zekić deve avere per forza un conto aperto con il Rijeka, come l’aveva a suo tempo il collega e grande amico Sergej Jakirović (all’epoca del Gorica), che ora allena proprio la compagine fiumana. Perché tre vittorie in stagione in altrettanti confronti diretti sono un dato indicativo. Prima è toccato a Dragan Tadić uscire a testa bassa, poi a Serse Cosmi e sabato sera anche al 46.enne tecnico di Mostar, alla sua prima sconfitta sulla panchina quarnerina. Lo Slaven Belupo è insomma la nuova bestia nera del Rijeka, ma a differenza delle precedenti sconfitte questa brucia eccome. Il gol di Ante Crnac allo scadere, e anche qui è un dejà vu (il 14 agosto 2022 era entrato firmando l’1-0 al 70’), interrompe infatti la serie positiva dei fiumani e li allontana sensibilmente dal quarto posto finale. Nulla è ancora perduto, ma invece del possibile sorpasso ai danni dello stesso Slaven e dell’aggancio all’Istra 1961 succede che entrambe le concorrenti abbiano allungato su Labrović e compagni. Una brutta botta che potrebbe incidere nel derby regionale di venerdì pomeriggio al Drosina.

Jakirović: «Niente drammi»
“Non facciamo drammi. Prima o poi la sconfitta doveva pur sempre arrivare. Non dimentichiamo dove eravamo mesi fa. Ovvio che vorremmo sempre vincere, ma c’è anche un avversario con il quale dover fare i conti – la prende con filosofia Jakirović –. Faccio i complimenti allo Slaven Belupo per la vittoria. Loro sono riusciti a fare gol, noi no. Abbiamo cercato di comandare il gioco attraverso il possesso palla sin dalle prime battute e sapevamo che loro avrebbero cercato di colpirci di rimessa soprattutto grazie alle spiccate doti di contropiedista di Hoxha. L’abbiamo fatto anche piuttosto bene, creando un sufficiente numero di occasioni per segnare. Più di una volta ho visto già la palla nel sacco. A decidere la gara è stato un unico tiro in porta. Dovevamo reagire meglio, perché non è stato un contropiede bensì una prolungata azione sulla quale ci siamo fatti trovare impreparati e mal piazzati. Čović il migliore in campo? Ha parato tutto. Lo conosco dai tempi del Gorica e posso dire che è molto bravo. Ciò non toglie, però, che in determinate situazioni dovevamo essere più freddi e concentrati”.

Sconfitta immeritata
Il Rijeka, diciamolo subito, non ha giocato male e non ha meritato la sconfitta. Ma, come ha detto Jakirović, nel calcio vince chi fa gol. Un po’ hanno inciso anche le difficili condizioni meteo, con scarsa visibilità, pioggia e campo scivoloso. “Le stesse valgono per entrambe le squadre” dirà magari qualcuno, ed è anche vero. Tuttavia, in questo contesto a essere maggiormente penalizzata è sempre la squadra che attacca e che cerca di fare gioco. Il Rijeka, per l’appunto, dato che l’undici di Koprivnica si è difeso spesso anche in dieci, con un doppio muro composto da cinque giocatori.

Primo tempo… inguardabile
Il primo tempo è stato a tratti inguardabile: senza particolari emozioni, con tanti passaggi a vuoto e cadute talvolta anche comiche a causa del campo scivoloso. Il Rijeka sarebbe potuto passare in vantaggio al 12’, ma Frigan ha temporeggiato troppo. Al 24’, invece, Manaj ha mancato di poco il bersaglio di testa, dopo una scorribanda di Perošević. Qualche minuto dopo Marin ha mancato la deviazione vincente da pochi metri. Al 43’ lo stesso Marin ha servito Veiga, il quale ha insaccato. Sarebbe stato il primo gol in maglia fiumana per il laterale portoghese, ma il VAR gli ha tolto la soddisfazione per posizione di fuorigioco.

Chi sbaglia paga
La ripresa si è aperta con due novità: l’ingresso di Janković al posto di Selahi e una condizione di scarsa visibilità che non permetteva di vedere più di qualche metro lontano. Basta dire che l’arbitro Pajač ha chiesto il pallone arancione al posto di quello classico bianco. La gara si è animata al 63’, con l’occasionissima per Perošević. Lo scampato pericolo ha scosso il Rijeka, vicinissimo al vantaggio al 74’ con Liber, la cui conclusione ravvicinata è stata respinta con bravura da Čović. Il portiere ospite si è poi ripetuto anche su Grgić. “Gol mancato, gol subito”, recita una vecchia regola del calcio. E prontamente all’85’ è arrivato il vantaggio ospite.

Crnac ancora fatale
Hoxha è andato via sulla sinistra e ha crossato sul secondo palo, dove Crnac ha anticipato Vukčević insaccando da pochi metri. L’attaccante ospite ha anche sbattuto violentemente sul palo e negli ultimi minuti è rimasto in campo zoppicante, solo per il fatto di non lasciare i suoi in inferiorità numerica (cambi esauriti). Il Rijeka ha provato ad evitare la sconfitta, ma forse semplicemente non era giornata…

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