Rijeka. Scattata l’operazione risalita

Il pareggio con l’Osijek è il primo passo verso il ritorno ai vertici, anche se la strada è tutta in salita e disseminata di ostacoli. Intanto prosegue lo sfoltimento della rosa: via anche Halilović, Vrančić, Djuričin, Alvarez e Vlasenko

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Rijeka. Scattata l’operazione risalita
A Rujevica sta nascendo un “nuovo” Rijeka. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Contenti no, soddisfatti sì. I biancocrociati sono tornati dal Gradski vrt con un punto in bisaccia alla ripresa del campionato. E poco male se il bel gioco è andato a farsi benedire (complice anche un campo in pessime condizioni) in una partita trasformatasi in una guerra di trincea: il Rijeka ha bisogno di punti per tirarsi fuori dalle sabbie mobili visto che il fanalino di coda Gorica resta più vicino rispetto al quarto posto dello Slaven Belupo, che per la società rimane il principale obiettivo. Per i giudizi estetici ci sarà tempo. L’1-1 nel debutto di Sergej Jakirović è senz’altro incoraggiante. Il tecnico di Mostar ha le idee molto chiare e la squadra lo sta seguendo. Magari i giocatori in determinati frangenti non sono riusciti a tradurre sul campo i suoi concetti, ma se non altro sanno in ogni momento che cosa devono fare. E già questo è un deciso passo avanti in confronto al Rijeka abulico e confusionario visto nella prima parte di stagione.

Eterna incompiuta
Jakirović è una persona e un allenatore coerente, senza peli sulla lingua, ma anche molto esigente con sé stesso e gli altri, oltre che schietto e diretto. E le stesse cose le pretende dai suoi giocatori. Ha molti tratti in comune con un certo Matjaž Kek. I successi firmati dal tecnico sloveno sono soprattutto il frutto della mentalità vincente che è riuscito a infondere nella squadra. Ma è stato un processo che ha richiesto del tempo, però fin dal suo arrivo i giocatori hanno iniziato a tirare fuori il carattere e la stessa cosa ora si può osservare anche in questo “nuovo” Rijeka. Non che il sergente di ferro Jakirović possa replicare i trionfi di Kek, anche perché la partenza è ad handicap alla luce della posizione in classifica (terz’ultimo posto) e di un budget molto più limitato, ma quello è chiaro fin dal primo momento è che non ci saranno sconti per nessuno. Per guadagnarsi la fiducia del proprio allenatore servono lacrime, sudore e sangue, ancora prima che il talento. E chi lo ha provato sulla propria pelle è Alen Halilović. L’ex fantasista di Milan e Barcellona è sicuramente il nome più altisonante nello spogliatoio fiumano, sbarcato a Rujevica la scorsa estate dopo aver cambiato dieci club in dieci anni. Già al momento della sua presentazione Jakirović era stato chiaro sull’argomento: “Faremo il possibile per aiutarlo, ma dev’essere lui il primo a volerlo”. Parole che sarebbero dovute essere uno stimolo. Jakirović gli ha fatto subito intendere che il Rijeka sarebbe stata l’ultima chiamata per cercare di resuscitare la sua carriera, ma il messaggio evidentemente non è stato recepito dal destinatario. E per lui ora non c’è più posto a Rujevica. Che la separazione fosse ormai cosa fatta era diventato chiaro alla vigilia della sfida con l’Osijek quando Jakirović aveva dichiarato come Halilović non stesse facendo la differenza, lasciando intendere che giocatore e allenatore stessero viaggiando su due binari diversi. La conferma è arrivata il giorno della partita quando il suo nome non compariva nemmeno nel referto. La frattura era quindi insanabile e il divorzio l’unica opzione ragionevole. Se non è riuscito a imporsi neppure al Rijeka, allora la sua carriera nel calcio che conta termina qui. A soli 26 anni. E trascinandosi dietro la poco lusinghiera etichetta di eterna incompiuta del calcio croato.

Non c’è più spazio per Alen Halilović.
Foto: Hrvoje Jelavic/PIXSELL

«Purghe»
Al suo arrivo Jakirović aveva chiesto una rosa di 24 giocatori e 3 portieri, preannunciando così un autentico esodo da Rujevica durante la sessione invernale. Detto fatto. La prima epurazione è coincisa con l’inizio della preparazione e i primi a fare le valigie sono stati Vučkić (Thailandia), Vuk (Istra 1961), Lunetta (Südtirol) e Bristrić (Olimpija Lubiana). Un’operazione tuttora in corso visto che ci sono i vari Bušnja, Karrica, Solano, Merkulov, Mateo e Damjan Pavlović ancora da piazzare. Anche così però il roster risulta troppo ampio ed ecco che Jakirović, in accordo con la società, ha deciso di innescare una seconda tornata di “purghe”. Oltre a Halilović, a levare l’ancora saranno anche Vrančić, Djuričin, Alvarez e Vlasenko. Complessivamente, il Rijeka si sta disfacendo di 15 giocatori, la maggior parte dei quali giunti la scorsa estate, a testimonianza della disastrosa strategia di mercato portata avanti dalla società, e in particolare dall’ex diesse Palikuča. Ma i movimenti in uscita potrebbero anche non fermarsi qui dal momento che non manca l’interesse per alcuni giocatori (Vukčević, Selahi, Hodža, Ampem, Frigan), la cui cessione andrebbe a rimpinguare le casse societarie, un po’ scarne dopo la prematura eliminazione dall’Europa. In questo caso bisognerà necessariamente tornare sul mercato, ma lo si farà a prescindere anche perché Jakirović ha già chiesto un esterno sinistro dopo l’infortunio di Djouahra che terrà il franco-algerino lontano dal campo per un bel po’. Anche se, a dirla tutta, in questo momento la priorità sarebbe la corsia opposta dove attualmente c’è un’unica ala di ruolo, Bogojević, il quale tuttavia sta appena rientrando da un lungo stop. Con l’Osijek in quella posizione è stato schierato Ampem, però un giocatore fuori ruolo difficilmente rende al massimo. A meno che non si voglia provare lì l’ultimo arrivato, il portoghese Veiga, uno che spinge molto, sebbene si tratti di un terzino. Staremo a vedere.
L’operazione risalita, insomma, non è che all’inizio e la strada che porta ai vertici della classifica è tutta in salita e disseminata di ostacoli ma, finalmente, a Rujevica sembrano avere le idee chiare. E un primo passo si è visto l’altro giorno a Osijek e, per quanto piccolo possa sembrare, è stato fatto nella giusta direzione. E già questo è un segnale positivo. In fondo, dopo la tempesta torna sempre a splendere il sole…

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