Rijeka, crederci è un dovere

Dinamo e Hajduk hanno sulla carta qualcosa in più, ma non al punto da poter ingaggiare un duello personale escludendo le altre. Marko Pjaca può spostare gli equilibri, curiosità per l’attaccante della Guinea, Momo Yansané

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Rijeka, crederci è un dovere
Marko Pjaca sta dando prova della propria classe. Foto: Nel Pavletic/PIXSELL

D’accordo, mancano ancora più di tre quarti di campionato, ma è un dato di fatto che dopo otto turni la classifica di SuperSport HNL comincia già a dare indicazioni concrete. O meglio dire certezze, visto che nei quartieri alti ci sono esattamente le squadre più attrezzate del campionato, più o meno nell’ordine previsto. A comandare è l’Hajduk con 15 punti, seguito da Rijeka e Dinamo con 13. Va detto però che gli zagabresi hanno una partita in meno di spalatini e fiumani. Dunque, potenzialmente potrebbero portarsi in vetta con 16 punti. E in tal caso i pronostici della vigilia sarebbero rispettati al massimo, con la squadra di Sergej Jakirović la più accreditata per l’ennesimo titolo nazionale. Per cinque turni, i primi, sembrava che potesse essere (finalmente) la stagione dell’Hajduk: successo al Maksimir e vittoria ai danni del Rijeka, entrambi di misura ma comunque meritati. Poi, sul più bello, ecco arrivare il KO interno con l’Istra 1961 e quello altrettanto scioccante in casa del Gorica. Morale della favola: vanificato in pratica il “colpaccio” in casa della Dinamo e brusco ritorno alla realtà per un ambiente che sogna in grande, spesso anche un po’ troppo. Realtà alla quale sta pian piano tornando la Dinamo, protagonista di un inizio di stagione da incubo. Al già menzionato KO con l’Hajduk ha fatto seguito infatti l’eliminazione dalla Champions per mano dell’AEK e quella dall’Europa League con lo Sparta Praga. Insuccessi costati la panchina a Igor Bišćan, al posto del quale è arrivato Sergej Jakirović, “scippato” al Rijeka in una specie di blitzkrieg e con il pieno consenso dello stesso tecnico di Mostar. Immorale certo, ma d’altronde il calcio d’oggi lascia sempre meno spazio ai sentimenti e al fair-play, per quanto si voglia propiziare il contrario. Jakirović è riuscito a invertire la tendenza, “merito” anche di una società che ha capito che stava esagerando con l’indebolimento della squadra attraverso cessioni illustri (Livaković, Josip Šutalo, Ivanušec): bloccata la partenza di Petković, con ulteriore estensione del contratto, e comeback di Ademi, un leader in campo e nello spogliatoio.

Subito dietro, ecco il Rijeka. Una squadra che, inutile girarci intorno, gioca e diverte. I tifosi, ma anche sé stessa. Vedere le partite dei fiumani è un piacere per l’occhio: manovre ben orchestrate, giocate di classe e gol spettacolari, oltre che tantissima grinta e determinazione da parte dei giocatori. In fin dei conti il Rijeka ha messo alle corde il Lille, una squadra dal budget quasi dieci volte superiore, ma che ha seriamente rischiato l’eliminazione nei play-off di Conference League. Al Poljud non è andata come ci si augurava, mentre l’unica partita veramente “sbagliata” è stata quella del Maksimir, ma nell’occasione qualche attenuante c’è stata pure. A questo punto ci si chiede: il Rijeka può dire la sua nella lotta per il titolo? Assolutamente sì. Non provarci sarebbe sbagliatissimo, quasi imperdonabile. Vero che sulla carta Dinamo e Hajduk hanno qualcosa in più, ma non al punto da poter ingaggiare una specie di duello personale ed escludere a priori le altre (leggi Rijeka e forse Osijek) dalla lotta. Provarci è un dunque un obbligo morale, se poi dovesse andare male pazienza, l’importante sarà avere la… coscienza pulita. Negli ultimi giorni di mercato la dirigenza, con in testa il direttore sportivo Darko Raić Sudar, ha regalato all’allenatore Željko Sopić esattamente ciò che aveva bisogno, ovvero un giocatore in grado di fare la differenza come Marko Pjaca. Se sta bene può spostare l’ago della bilancia, d’altronde la sfida con l’Osijek lo ha confermato eccome. Se l’Hajduk ha Livaja e la Dinamo Petković, il Rijeka ha la 28enne ala sinistra come jolly nella corsa al titolo. Manca forse una punta di peso, un attaccante da 15 gol a stagione, e a tal proposito notevoli speranze sono riposte su Momo Yansané, 26enne attaccante della Guinea che in passato ha già dato qualche dispiacere alla Dinamo. Magari lo farà ancora, includendo nella lista personale anche l’Hajduk…

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