Rijeka, Cosmi chiede una reazione

La sconfitta in casa dello Slaven Belupo ha riportato la squadra con i piedi a terra dopo due vittorie consecutive che avevano lasciato sperare nell’uscita dalla crisi. Sabato a Rujevica arriva l’Istra 1961 in una partita importantissima sia per la classifica che per il morale

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Rijeka, Cosmi chiede una reazione
Il Rijeka vuole ritrovare il sorriso dopo la sconfitta di Koprivnica. Foto: NEL PAVLETIC/PIXSELL

“Dobar dan!”. Saluta così, con perfetto accento croato, Serse Cosmi i giornalisti presenti in sala stampa per il consueto incontro che precede le partite del Rijeka. Domani, con inizio alle ore 15, a Rujevica arriverà l’Istra 1961 per un derby del buon vicinato in tutti i sensi: geografico, ma anche di classifica visto che fiumani e polesi sono separati da appena due lunghezze. In caso di bottino pieno da parte di Labrović e compagni ci sarà dunque il sorpasso.

Il tecnico italiano è carico, a differenza di forse qualche suo giocatore visto all’opera l’ultima settimana, e l’espressione del suo volto sorridente induce all’ottimismo. Quando però inizia a parlare del prossimo impegno, la voce si fa inevitabilmente più seria. “Una partita che avremmo voluto affrontare con più morale perché dopo le due vittorie consecutive era nostra intenzione fare meglio contro lo Slaven Belupo. La sconfitta ha ovviamente lasciato un po’ di delusione e quindi dobbiamo affrontare il derby con lo stesso spirito che abbiamo evidenziato contro il Gorica e la Lokomotiva. Come se non bastasse, non attraversiamo certo un buon momento per quanto riguarda squalifiche e infortuni vari. Le assenze condizioneranno inevitabilmente anche la gara con l’Istra 1961. Sino alla sfida con la Lokomotiva avevo visto una squadra in crescita, al di là delle indisponibilità o delle condizioni fisiche generali. Ripeto: sono rimasto sorpreso, in quanto a Koprivnica mi aspettavo una partita diversa. Mi auguro che sia soltanto un passaggio a vuoto e che la squadra ritrovi quello stato mentale e fisico delle ultime due-tre settimane. Una compagine forte vive le situazioni del calcio, sia la sconfitta che la vittoria, con maggiore equilibrio mentale. Il Rijeka non riesce ancora a farlo e deve per forza trovare maggiore continuità sotto questo punto di vista. Da qui alla pausa ci saranno tre partite nelle quali bisognerà avere dei riferimenti diversi, cioè fare risultato a tutti i costi. Poi, da dicembre in poi, bisognerà costruire tutti insieme qualcosa di diverso”.
Come il Rijeka, così anche l’Istra 1961 ha in panchina un tecnico straniero. “Si capisce subito che l’allenatore è un rappresentante della scuola calcistica spagnola. I polesi sono una squadra molto organizzata in qualsiasi situazione, alla quale piace giocare molto con la palla al piede. Li vedo molto bene sulle palle inattive e non a caso ho sentito parlare molto bene dell’Istra. Vedendolo poi giocare ne ho avuto anche la conferma”..
Poi una battuta sul campionato croato in generale. “Quando sono venuto a Fiume ero curioso di capire i valori in campo, perché ovviamente non potevo avere i parametri giusti non avendo frequentato l’ambiente, a parte la conoscenza generica di qualche squadra o giocatore. Però c’è un buon livello e come in tutte le parti del mondo si vince o si perde per gli stessi motivi. Vinci le partite se metti in campo coraggio, determinazione, organizzazione, qualità… Se devo essere sincero a me il campionato croato piace in quanto ogni partita è diversa, ci sono sempre situazioni che arricchiscono la mia esperienza personale. Da novembre in poi mi auguro di poter avere un quadro più ampio del contesto in cui mi trovo”.

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