Nino Galović: «Non abbiamo più scuse»

Domani, domenica 14 febbraio, a Rujevica arriva l’Istra 1961. Il Rijeka è chiamato a riscattare lo stop contro l’Hajduk per riprendere la rincorsa al terzo posto. «Il loro cambio in panchina? Un nuovo allenatore non può stravolgere la squadra in 2-3 giorni», dice il centrale

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Nino Galović: «Non abbiamo più scuse»

Un derby tira l’altro. Dopo l’Hajduk, ora tocca all’Istra 1961, che domani pomeriggio (fischio d’inizio alle 15) arriverà a Rujevica nel quadro della 21ª giornata di Prima Lega. Più che i cugini di Pola, a tenere banco è ancora la beffa in pieno recupero contro gli spalatini. È stata una partita scialba, povera di contenuti, in cui sembrava che entrambe le squadre non volessero farsi male. I fiumani hanno avuto per 93’ il pieno controllo del match, ma mancava tutto: cuore, carattere, grinta e soprattutto la voglia di vincere. Sono stati tre punti gettati alle ortiche perché gli avversari erano poca cosa, peraltro anche decimati dal coronavirus. Tramezzani era arrivato a Fiume con il preciso obiettivo di restare imbattuto. E i suoi ragazzi hanno fatto il compitino, tramortendo poi gli avversari negli ultimi secondi di gara.

 

 

La ruota gira
“La scorsa stagione avevamo vinto al Poljud con un mio gol proprio allo scadere e ora invece siamo stati noi a essere puniti. Nel calcio la ruota gira… – la prende con filosofia il difensore Nino Galović –. Ad ogni modo, è una sconfitta che brucia perché loro erano vulnerabili e anziché approfittarne, siamo stati troppo timidi e ci è mancato un po’ di coraggio. E poi quel calo di concentrazione nel finale una squadra come la nostra non può e non deve permetterselo”.

Ed è stato proprio il centrale nativo di Spalato il protagonista nell’azione che ha portato al gol prolungando di testa il traversone di Dimitrov sui piedi del match winner Caktaš.

“Non ho regalato alcun assist – ribatte Galović –. Volevo semplicemente spazzare quel cross, il problema però è che la palla era troppo alta e quindi non sono riuscito a colpirla come avrei voluto e così è arrivata sul secondo palo. Resta da capire perché sul secondo palo non c’era nessun nostro giocatore a marcare l’avversario… È stato un errore ingenuo che ci è costato la sconfitta”.

Eccesso di zelo
I fiumani continuano ad annaspare e quel che è peggio è che lo fanno contro squadre che inseguono in classifica. Dov’è finito quel Rijeka che nemmeno un mese fa aveva impartito lezioni di calcio in casa della Dinamo?

“In tutta onestà, me lo sto chiedendo anch’io. Non c’è stato un calo perché in fondo in tutte le partite seguenti avevamo dominato creando una caterva di palle gol, però puntualmente alla prima occasione gli avversari la buttavano dentro. Altre volte ci eravamo fatti male da soli come nel caso dell’autorete di Andrijašević contro il Gorica. Forse c’è stato anche un eccesso di zelo perché quando la difesa è sotto pressione cerchiamo sempre di uscire con il fraseggio, benché in alcune situazioni sarebbe stato meglio semplicemente calciare la palla il più lontano possibile dalla nostra area. È una situazione paradossale perché creiamo tanto e segniamo poco, viceversa, concediamo poco e subiamo tanto”.

Il Rijeka non vince in casa dallo scorso 8 novembre (1-0 alla Lokomotiva) e sono ormai sei partite di fila in cui incassa almeno una rete.

“Sono numeri che dovrebbero farci riflettere e che non ci fanno onore. Ripeto, è tutto frutto di alcuni nostri stupidi errori perché fin qui nessuna squadra ci ha messi sotto”.

Prudenza
Ora bisogna resettare in fretta visto che domani si torna già in campo per un nuovo derby. Contro l’Istra 1961, ultimo in classifica, contano solo ed esclusivamente i tre punti per riprendere la rincorsa al terzo posto, oltre che per tenere a debita distanza l’Hajduk. Dall’altra parte ci sarà un avversario che ha un disperato bisogno di punti e fresco di cambio in panchina, con Danijel Jumić che ha preso il posto dell’esonerato Fausto Budicin.

“Dovremo stare attenti. Loro sono una buona squadra che nell’ultimo match contro lo Šibenik avrebbe meritato di vincere. Anche noi però abbiamo bisogno di punti, giochiamo in casa e non abbiamo più scuse. Il cambio di allenatore? Serve più per dare una scossa sul piano mentale. Un nuovo allenatore non può stravolgere la squadra in 2-3 giorni, perciò non mi aspetto un Istra 1961 molto diverso rispetto a quello incontrato qualche settimana fa”, ha concluso Nino Galović.

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