Nediljko Labrović: «Il Qatar? Adesso nulla è precluso»

Il portiere del Rijeka è ancora incredulo per la convocazione in nazionale

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Nediljko Labrović: «Il Qatar? Adesso nulla è precluso»
L’estremo difensore dei fiumani sta disputando una stagione di altissimo livello. Foto: NEL PAVLETIC/PIXSELL

Risveglio più dolce non poteva esserci. Un messaggio arrivato sul cellulare di prima mattina mentre si stava ancora crogiolando nel lettone. La firma è quella della Federcalcio, il contenuto la convocazione in nazionale per il poker di partite in programma a giugno in Nations League. Per Nediljko Labrović è la prima assoluta con la maglia a scacchi biancorossi. Una chiamata per certi versi paradossale dal momento che la difesa del Rijeka è una delle più bucate del campionato, ma che proprio per questo dà ancora più peso alla stagione del portierone originario di Sinj. Nella seconda parte del campionato i fiumani sono calati alla distanza, spesso però tenuti a galla proprio dalla parate del loro portiere, risultato decisivo in diverse occasioni. Al suo primo anno a Rujevica Labrović ha bruciato le tappe. Una crescita costante, grazie anche al lavoro quotidiano con il preparatore dei portieri Gojko Mrčela, che lo ha portato a meritarsi la chiamata di Zlatko Dalić.

“A inviarmi il messaggio è stato il team manager della nazionale – racconta l’estremo difensore arrivato l’estate scorsa alla corte di Goran Tomić –. Sul momento ci ho messo un po’ a crederci. In tutta onestà non me lo sarei mai aspettato perché non c’è stato alcun segnale che potesse far pensare alla convocazione. So di stare attraversando un buon momento di forma, ma da lì a venire convocato ce ne passa. Evidentemente le mie prestazioni non sono passate inosservate e se è arrivata la chiamata significa che qualcosa di buono l’ho fatto. È stata una bellissima sorpresa. L’inizio del ritiro è fissato per il 30 maggio e non vedo l’ora di raggiungere la squadra. Dalić? Non ho ancora parlato con lui. Il Qatar ora un po’ più vicino? Dipende tutto da me. Se continuerò a mantenere alto il livello delle mie prestazioni, allora nulla sarà precluso”.

La finale un 50 a 50
Prima però di raggiungere il ritiro e di toccare con mano il sogno chiamato nazionale, l’ex portiere dello Šibenik è chiamato a chiudere in bellezza la stagione. Una stagione che ha visto il Rijeka sbracciare a lungo con Dinamo, Hajduk e Osijek, salvo poi cedere alla distanza. “Abbiamo perso alcune partite che non avremmo dovuto perdere. I troppi gol subiti? Frutto di errori individuali e anche di un modulo molto sbilanciato in avanti, ma alle fine i nostri obiettivi li abbiamo centrati prendendoci il pass per l’Europa e arrivando in finale di Coppa”.
Per alcuni il Sole di Rabuzin non è altro che un premio di consolazione, ma sia per l’Hajduk e che per il Rijeka può fare la differenza tra una stagione disastrosa e una trionfale. Sulla carta la bilancia dalla parte della squadra di Dambrauskas, avendo il vantaggio di giocare in casa e alla luce anche della classifica, ma in campionato Drmić e soci hanno vinto entrambi gli scontri giocati al Poljud. “Una finale è sempre un 50 a 50. Sarà una partita aperta a qualsiasi risultato. Loro più forti di noi? Dovranno dimostrarlo in campo. La chiave? Segnare un gol più di loro. C’è chi sostiene che l’Hajduk abbia molta più pressione di noi, io però credo che il livello di pressione sia lo stesso per entrambe perché in finale conta solo la vittoria Alla fine a vincere sarà chi riuscirà a gestire meglio la pressione”.
Per dare un voto alla stagione dei biancocrociati bisognerà attendere l’esito dello scontro del Poljud, ma Labrović può già tracciare un bilancio del suo primo anno a Rujevica. “Personalmente sono molto soddisfatto, anche se avrei preferito raccogliere qualche punto in più ed essere rimasti in lotta per qualche posizione più nobile fino all’ultima giornata. La prossima stagione? Non mi muovo da qui. Ho un contratto fino al 2025”.

Dinamo la più costante
Alla domanda su chi sia il miglior portiere del campionato, la risposta è piuttosto diplomatica. “Livaković, Ivušić e Kalinić sono tre ottimi portieri e tutti sullo stesso livello perciò è difficile sceglierne uno. Avere tre portieri di questo valore rappresenta inoltre un importante segnale anche per il campionato croato, che è cresciuto moltissimo negli ultimi anni”.
L’ultima battuta è sulla Dinamo, che alla fine della fiera ha tagliato per prima il traguardo, ma la sensazione è che il terzetto di inseguitrici abbia sprecato una grossa occasione. “Quest’anno la Dinamo era attaccabile, però sia a noi che all’Hajduk e all’Osijek è mancata la necessaria continuità per giocarcela fino in fondo. La Dinamo ha vinto perché è stata la più costante nell’arco di tutta la stagione”, conclude Nediljko Labrović.

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