Il mea culpa di Igor Bišćan Una sconfitta senza attenuanti

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Il mea culpa di Igor Bišćan Una sconfitta senza attenuanti

FIUME | Quando si perde in casa con il Gorica per 3-1 restano molti interrogativi a cui non è semplice rispondere. Quelli del Gorica, per iniziare, sono neopromossi in Prima Lega, ma non danno l’impressione di essere gli ultimi arrivati. Il fatto che siano quinti in classifica la dice lunga su quanto sia lungo l’elenco delle squadre che finora hanno superato, in casa e fuori. Fin qui i meriti degli avversari. Ma c’è anche dell’altro… “Non abbiamo meritato altro che la sconfitta”, commenta a freddo l’allenatore Igor Bišćan, il quale non si lamenta del fatto che la fortuna gli abbia voltato le spalle nelle ultime due gare e nemmeno delle tante assenze. Contro il Gorica l’allenatore non ha potuto schierare tre attaccanti, quelli che avevano segnato 21 dei complessivi 33 gol realizzati dal Rijeka in questo campionato. Non c’era lo squalificato Čolak, l’infortunato Gorgon e nemmeno Heber. Il brasiliano non si è visto nemmeno in panchina. “Due giorni prima della gara ha avvertito un dolore muscolare, per cui lo abbiamo lasciato a riposo”, ha precisato Bišćan, anche se in questi giorni non è da escludere l’ipotesi che il carioca sia occupato nel preparare le valigie.

Senza i tre attaccanti, comunque, il Rijeka di occasioni ne ha create tante, troppe rispetto al bilancio finale. I fiumani hanno concluso a rete venti volte, di cui cinque nello specchio. Di positivo c’è il fatto che per il futuro si potrà contare sul centrocampista Acosty anche come attaccante puro. Il ghanese è stato autore del gol del provvisorio vantaggio sia a Koprivnica la scorsa settimana che a Rujevica domenica pomeriggio. Lui la sua parte l’ha fatta e forse avrebbe meritato anche qualcosa in più contro il Gorica. Per due volte la fortuna non lo ha baciato, con due conclusioni di testa a colpire il legno. Se una di quelle fosse finita in rete, o magari quella mancata da Puljić da pochi passi dalla porta di Kahlina, sarebbe stata sicuramente un’altra partita. Invece, è arrivato un rigore sacrosanto, frutto di una delle tante incertezze difensive, soprattutto sulla fascia destra. Con l’infortunio di Raspopović, in quel ruolo sono stati utilizzati Capan e Čanađija, poco convincenti. Sulla fascia sinistra, invece, buona la prova di Mamić, che la sua parte l’ha fatta senza errori determinanti.

Errori e confusione tattica

Tra possesso palla e occasioni create il Rijeka avrebbe meritato di andare al riposo con un vantaggio di due gol, ma il Gorica gli ha saputo dare dei grattacapi seri anche prima del rigore giustamente assegnato dall’arbitro Bel. “Più da giocatore che come allenatore – ha commentato Bišćan –, ricordo delle partite simili, nelle quali la mia squadra ha giocato, ha creato e ha dominato per poi andare a perdere. Quello che abbiamo fatto con il Gorica nella prima parte della gara non ha prodotto quanto ci si aspettava obiettivamente. Dopo il gol segnato c’è stata sin troppa tranquillità”.
A seguito del pareggio, invece, è subentrata la frenesia e la ricerca disperata del gol del vantaggio, con scarsa concentrazione e con molte distrazioni in difesa delle quali il Gorica ha saputo approfittare al meglio. Una volta tanto, non c’è assolutamente nulla su cui poter recriminare e, men che meno, sull’arbitraggio.

La matricola una bestia nera

Il Gorica in Prima Lega è già da considerare la bestia nera per il Rijeka e per i suoi allenatori. La matricola, infatti, aveva inflitto la sconfitta per 2-1 ai fiumani a Velika Gorica lo scorso 6 ottobre a cui è seguito l’addio di Matjaž Kek. A distanza di cinque mesi, il Gorica ha interrotto la striscia positiva del suo successore Igor Bišćan, costretto a capitolare dopo dieci gare, otto delle quali vinte. Nel prossimo turno, domenica pomeriggio, ci sarà la trasferta con l’Inter. Rientrerà Čolak e forse anche Gorgon, che ha ripreso ad allenarsi. Per quanto riguarda Heber, non si sa nulla, mentre per Capan, uscito per problemi muscolari nel secondo tempo con il Gorica, si aspettano gli esami. A causa delle numerose assenze c’è stata la possibilità di vedere a Rujevica i nuovi arrivati, ovvero Vuk, Halilović e Bušnja. Tibor è arrivato come rinforzo, mentre gli altri due sono da tempo giocatori del Rijeka, provenienti dalle giovanili. “Nelle situazioni come quelle in cui ci siamo trovati c’è la possibilità di schierare i giovani. Vuk ha fatto vedere delle buone cose, tra cui una bella conclusione deviata sul palo dal portiere, mentre Bušnja è entrato quando la situazione e il nostro assetto erano ormai già compromessi. Per questo motivo non ha potuto far vedere più di tanto”, ha concluso Bišćan, che anche dopo averci dormito sopra non cerca attenuanti per l’inaspettato KO interno”.

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