I tre punti sono importanti per la classifica e il morale

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I tre punti sono importanti per la classifica e il morale

FIUME | “Che a Rujevica regni la stessa atmosfera di Cantrida”, è il desiderio dell’allenatore del Rijeka Matjaž Kek e dei giocatori. Domani sera alle 19 la squadra fiumana torna in campo dopo due settimane di sosta in cui si sono disputate le partite delle nazionali, tra amichevoli e quelle nella Nations League. La formazione quarnerina riceve l’Osijek, con gli slavoni che hanno una lunghezza di vantaggio su Sluga e compagni. La capolista Dinamo è invece a +2 sul Rijeka e a +1 sull’Osijek. Per come è iniziata la stagione dovrebbero essere proprio queste due squadre ad avere i numeri per dare fastidio alla prima della classe che, a sua volta, ha dimostrato di non essere infallibile.

L’aria di Cantrida fa bene
Durante la sosta per il Rijeka c’è stata l’amichevole con il Maribor, vinta per 4-0 a Cantrida in un ambiente straordinario, con il pubblico delle grandi occasioni. Già nel dopopartita Kek aveva sottolineato l’aspetto del calore dei tifosi, che vorrebbe ritrovare a Rujevica fin dalla partita con l’Osijek, una sfida di vertice e importante sia per i punti in palio che per l’assegnazione del ruolo di anti-Dinamo.
L’eco sotto le rocce di Cantrida non è una novità per Kek, che da quelle parti ha iniziato l’avventura sulla panchina del club fiumano, ma nemmeno per Zoran Kvržić, il quale ha vissuto l’atmosfera contro il Maribor ricordando il match con lo Stoccarda di cinque anni fa, quando segnò il secondo gol. Ad eccezione del portiere Andrej Prskalo, tutti i giocatori del Rijeka scesi sul campo di Cantrida una settimana fa hanno provato per la prima volta com’è giocare sotto le rocce. Ne è rimasto parecchio colpito anche Antonio Čolak, uno di quelli che hanno detto di volervi tornare presto.
In uno stadio come quello di Rujevica, senza cent’anni di tradizione, l’atmosfera di festa c’è stata eccome in questi tre anni, ovvero da quando il Rijeka vi disputa le sue partite interne. Come dimenticare l’ambiente infuocato due stagioni fa, quando venne conquistato il primo titolo. Contro l’Osijek servirà un sostegno vero, perché si tratta di un avversario poco disposto a fare regali. I fiumani si presentano all’appuntamento reduci dal successo nell’amichevole, ma soprattutto dal pareggio in campionato contro la Dinamo al Maksimir, un 1-1 che fa bene alla classifica e al morale.

In attesa di risposte concrete
“Adesso arrivano le partite da cui spero di avere delle risposte su quelle che sono le nostre possibilità – osserva Kek –. Ci aspetta una serie di appuntamenti determinanti, capiremo se l’eliminazione dall’Europa League ha lasciato traccia o se la delusione è stata smaltita”. Dopo la gara interna con l’Osijek ci sarà la trasferta con la Lokomotiva e quindi l’incontro casalingo con lo Slaven Belupo, due squadre tradizionalmente “rognose”.
Domani il tecnico sloveno dovrà cercare delle soluzioni in difesa in quanto non sono disponibili Raspopović e, soprattutto, Zuta, operato due settimane fa al ginocchio. Kek sa di poter contare su Pavelić anche sulla fascia sinistra, quella presidiata dal macedone, allo stesso tempo lamentandosi un po’ per non aver avuto a disposizone Mamić, convocato nella nazionale Under 21. Kek non è ovviamente infastidito dal fatto della convocazione dei suoi giocatori in nazionale, bensì per il fatto che poi non li fanno giocare. A centrocampo il Rijeka sta ancora cercando il modo per rimediare all’assenza di Bradarić, uno che ha dettato i ritmi e che è stato un vero leader, un faro. Pavičić non è in grandissima forma, ma Kek gli crede e lo incoraggia.
Anche se si tratta soltanto di una delle complessive 36 partite di campionato, questa è una di quelle occasioni in cui c’è l’opportunità di dare una svolta alla stagione. Il pareggio al Maksimir e la bella prestazione in amichevole con il Maribor hanno restituito l’autostima, ma si ha l’impresione che un passo falso ora potrebbe avere effetti non desiderati. E dalle parti di Rujevica vogliono fare il possibile per evitare di ricadere nel momento negativo che ha fatto seguito all’eliminazione dall’Europa League.

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