A Rujevica è iniziata l’operazione Real Sociedad

Domani la truppa di Simon Rožman volerà alla volta di San Sebastian dove giovedì sera l'attende il match di Europa League contro la leader della Liga spagnola. In attesa dei risultati dei tamponi, a preoccupare sono le condizioni di Čerin, uscito malconcio contro l'Osijek

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A Rujevica è iniziata l’operazione Real Sociedad

A Rujevica il tempo è tiranno. Il pareggio in campionato contro l’Osijek è stato archiviato subito dopo il triplice fischio ed è arrivato già il momento di fare le valigie. All’orizzonte c’è infatti un nuovo impegno in Europa League. Domani la truppa di Rožman volerà alla volta di San Sebastian dove giovedì sera l’attende il match contro la Real Sociedad. Nella giornata di ieri tutta la squadra e lo staff tecnico sono stati sottoposti al test del tampone che stavolta non dovrebbe regalare brutte sorprese dal momento che ormai due terzi della rosa hanno sconfitto il Covid, ma alla Reale Arena Rožman rischia comunque di dover fare a meno di alcune pedine importanti. Fra tutti Kulenović e Čerin, usciti entrambi zoppicanti contro l’Osijek. Se l’attaccante dovrebbe comunque recuperare in tempo utile, essendo uscito più per precauzione, ben diversa è invece la situazione del centrocampista che ha accusato un problema al bicipite femorale. Saranno gli esami strumentali a stabilire l’entità dell’infortunio e comunque oggi se ne saprà di più, anche se da Rujevica filtra pessimismo. Čerin è una pedina imprescindibile nello scacchiere del Rijeka e la sua assenza, se confermata, peserà parecchio. Ma con le assenze il tecnico sloveno ormai ci ha fatto l’abitudine e il fatto che nei Paesi Baschi potrà contare con ogni probabilità su una panchina più lunga rispetto alla sfida del San Paolo, è tutto oro che cola. Assenze o no, l’obiettivo resta uno solo: fare punti. Rožman e i suoi ragazzi sono stufi di ricevere complimenti per le buone prestazioni offerte, che però fin qui non hanno smosso la classifica, con i fiumani ancora fermi al palo.

 

Davide contro Golia
Ma per tornare dalla Spagna con qualche punto in bisaccia servirà la partita perfetta e sperare che l’avversario non sia in serata. E che avversario. Dopo undici giornate Oyarzabal e soci continuano a guardare dall’alto verso il basso tutta la carovana della Liga. Ormai non sono più una sorpresa. Oltretutto, difficilmente saranno in vena di sconti visto che all’esordio a Rujevica hanno visto di che pasta è fatto questo Rijeka, senza contare che sono obbligati a incamerare i tre punti in quanto la qualificazione ai sedicesimi è ancora in bilico. Insomma, il classico Davide contro Golia, ma per quanto visto finora i fiumani non partono di certo battuti.
“È ancora prematuro parlare della formazione che scenderà in campo. Aspettiamo i risultati dei tamponi e poi avremo un quadro più chiaro – predica prudenza il direttore sportivo Ivan Mance, il quale è poi tornato sulla sfida contro l’Osijek di Nenad Bjelica –. Abbiamo giocato una buona partita contro un avversario in salute e reduce da una lunga striscia di successi. Dispiace non aver concretizzato alcune occasioni. Penso che anche in dieci siamo stati più vicini ai tre punti rispetto a loro. Ma non c’è tempo per guardarsi indietro: siamo tutti già concentrati sul match di giovedì”.

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David Silva out?
Anche il tecnico degli spagnoli, Imanol Alguacil, è costretto a fare i conti con qualche problema di formazione, in primis il probabile forfait di David Silva. L’ex ala del Manchester City è alle prese con un guaio muscolare e nel match di domenica scorsa contro il Villarreal (1-1) non è andato nemmeno in panchina. La sua indisponibilità potrebbe far tirare un piccolo sospiro di sollievo alla retroguardia fiumana visto che proprio dai suoi piedi era partita l’azione che all’andata condannò i quarnerini al 93’. E a proposito di andata, dopodomani ci vorrà un Rijeka gagliardo come quello che a Rujevica aveva imbrigliato la manovra basca.

“Affrontiamo una squadra che è in testa al campionato più forte al mondo. Uno stimolo in più per scendere in campo carichi e determinati a dare il massimo. È dura giocare ogni 3-4 giorni, ma in fondo è proprio questo che volevamo. L’Europa League è una sorta di sogno ed è un privilegio affrontare squadre di questo calibro, quindi guai a lamentarsi. C’è solo da stringere i denti e godersi il momento”.

Largo ai giovani
La scorsa settimana contro il Napoli, complici le positività che hanno fatto saltare la sfida del San Paolo a ben otto giocatori, Rožman ha portato con sé quattro elementi della squadra juniores, di cui due, Matija Frigan e Veldin Hodža, sono stati buttati nella mischia a pochi minuti dal termine entrando negli annali della società come i due giocatori più giovani ad aver esordito in una competizione europea. Peraltro, negli ultimi istanti di gara Hodža ha quasi sorpreso Meret con una staffilata dal limite. Non sarà quindi una sorpresa se giovedì vedremo nuovamente in panchina il futuro del Rijeka.
“Puntare sui giovani del nostro vivaio è una direzione ben precisa che abbiamo deciso di seguire già da un po’. Giocare partite di questo livello calcando un palcoscenico così importante come l’Europa League non può che rappresentare per loro un grandissimo stimolo per continuare a crescere e migliorare. A patto però di lavorare duro e restando sempre con i piedi ben saldi per terra”, ha concluso il diesse Ivan Mance.

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