Musorgskij, Prokofjev, Čajkovskij. Una serata di grande pregio

Al Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» si è tenuto il concerto dell’Orchestra sinfonica di Fiume sotto la direzione del Maestro Philipp von Steinaecker, con ospite il soprano Anamarija Knego

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Musorgskij, Prokofjev, Čajkovskij. Una serata di grande pregio

È stata una serata di grande pregio il concerto, proposto per due giorni consecutivi a causa delle restrizioni antipandemiche, al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”, che ha visto l’esibizione dell’Orchestra sinfonica di Fiume sotto la direzione dell’illustre Maestro Philipp von Steinaecker. Sono state proposte composizioni di tre grandi della musica russa – Musorgskij, Prokofjev, Čajkovskij – e alcuni dei loro brani più noti e amati dal vasto pubblico.

 

Musorgskij e l’orgoglio nazionale
L’opera musicale di Modest Petrovič Musorgskij viene inserita piuttosto raramente nei programmi dei concerti sinfonici dello “Zajc”, per cui è stato un piacere avere l’opportunità di apprezzare l’originale orchestrazione e le soluzioni armoniche del Preludio L’alba sulla Moscova, tratto dall’opera “Kovancina” (Hovanščina). Scritta tra il 1872 e il 1880, l’opera, rimasta incompiuta, si articola in cinque atti ed è composta su libretto dello stesso Musorgskij, che si ispirò alla storia nazionale. Il sottotitolo dell’opera recita, infatti, “dramma nazionale in musica”. Lo sfondo è la rivolta di Mosca del 1682, seguita alla morte del giovane zar Fedor III e la vita nella “Moscovia” prima delle riforme “occidentalizzanti” dello zar Pietro. Alla morte di Musorgskij, nel 1881, l’opera non fu ancora rappresentata. Ebbe la sua prima nel 1886, nella versione di Rimskij-Korsakov, il quale aveva cercato di “migliorare” gran parte delle composizioni di Musorgskij, “correggendo” quello che considerava errori e inesattezze, ma che in seguito si rivelarono delle geniali anticipazioni di sviluppi futuri della musica occidentale. L’orgoglio nazionale era particolarmente evidente nella musica di Musorgskij e ciò si nota anche nel Preludio L’alba sulla Moscova, nel quale la sinuosa e dolce melodia evoca il corso del fiume e le malinconiche armonie del folklore russo.

Il Maestro Philipp von Steinaecker

Sfumature dinamiche
Hanno fatto seguito la celebre Marcia tratta dall’opera “L’amore delle tre melarance” di Sergej Prokofjev, in cui l’Orchestra sinfonica di Fiume ha presentato con chiarezza tutte le sfumature dinamiche e i colori dell’incalzante e fantasioso brano, e la scena di Tatjana, tratta dal primo atto dell’opera “Evgenij Onjegin” di Petr Ilič Čajkovskij, interpretata dall’ospite della serata, il soprano Anamarija Knego. Il soprano fiumano ha sciorinato anche questa volta le sue notevoli doti attoriali, trasmettendo la trepidazione, l’insicurezza e l’ansia del personaggio tormentato dall’amore per Onjegin. Sempre all’altezza anche dal lato vocale, mentre l’Orchestra ha offerto un sostegno preciso e solido alla solista.
La seconda parte della serata era riservata per la celeberrima Sinfonia n.6 in Si minore op. 74 (Patetica) di Čajkovskij, le cui melodie fanno ormai parte del paesaggio sonoro del mondo occidentale e non solo. La sinfonia venne eseguita per la prima volta nove giorni prima della morte del compositore, il 16 ottobre 1893 a San Pietroburgo.

Anamarija Knego nei panni di Tatjana

Una confessione tormentata
Patetica viene considerata una tra le più significative composizioni del musicista russo, ma è anche una confessione intima e tormentata di un amore proibito. Infatti, come scrive il Maestro von Steinaecker, alla prima esecuzione la dedica della sinfonia sorprese tutti. Infatti, Čajkovskij la dedicò a suo nipote Vladimir “Bob” Davydov con il quale, si vociferava, aveva una relazione omosessuale incestuosa. “È difficile immaginare che il pubblico della sofisticata San Pietroburgo non avesse capito immediatamente che cosa Čajkovskij abbia espresso nella sua nuova sinfonia, per cui questa fu accolta piuttosto freddamente. La morte del compositore alcuni giorni dopo parve confermare quanto espresso nella sinfonia (infatti, spiega ancora von Steinaecker, all’epoca il suicidio era considerata l’unica via d’uscita per colui la cui relazione omosessuale venisse scoperta, nda). I contemporanei di Čajkovskij accolsero la sua morte come la giusta conseguenza delle sue azioni, anche se come ragione principale fu citato il colera”, rileva il direttore d’Orchestra, spiegando che con il tempo i dettagli legati alla dedica della sinfonia vennero dimenticati, mentre la composizione diventò sempre più popolare e divenne parte imprescindibile del repertorio russo.

Espressione di maturità artistica
La Patetica rivela il conflitto interiore del compositore tra il senso di colpa e la passione. Ma è anche un compendio della sua arte, l’espressione della sua maturità di compositore. Il Maestro von Steinaecker ha guidato con impeto e sensibilità l’Orchestra nel vortice delle emozioni espresse nei quattro movimenti della sinfonia: dalla cupa introduzione al tema passionale degli amanti, al dolce dialogo dei temi nel secondo movimento, dalla vigorosa marcia del terzo movimento al tumultuoso Finale del quarto.
Il pubblico, purtroppo sempre più ridotto a causa delle misure antipandemiche, ha premiato con un lungo applauso i valenti protagonisti del concerto.

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