Mladen Urem: «Il Museo civico diventerà uno degli enti più rappresentativi in Croazia»

Chiacchierata col direttore f.f. dell’ente museale di Fiume, che sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti e sfide

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Mladen Urem: «Il Museo civico diventerà uno degli enti più rappresentativi in Croazia»
Palazzo dello Zucchero. Foto: RONI BRMALJ

È da quasi un anno che al Museo civico di Fiume si sta aspettando un successore dell’ex direttore Ervin Dubrović, in seguito a tre concorsi che infine non hanno portato a un esito positivo e che hanno trasformato questo ente museale in un altro caso politico. Al fine di risolvere almeno temporaneamente la situazione di incertezza, la ministra della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, aveva nominato Vinko Ivić alla funzione di direttore f.f. dell’istituzione, il quale dopo qualche mese ha deciso di ritirarsi. I membri del Consiglio d’amministrazione del Museo hanno accettato in seguito all’unanimità la proposta di nominare alla medesima carica Mladen Urem, il quale svolgerà la mansione di direttore fino alla pubblicazione del prossimo concorso e la scelta di un altro candidato.

Dal momento che il Museo civico, nonostante la sua crisi direzionale, sta attraversando un periodo di crescita, ma anche di grandi sfide, in un colloquio con Mladen Urem abbiamo voluto percorrere le varie tappe che stanno trasformando questo ente museale in una delle più grandi e complesse istituzioni culturali di Fiume.
Mladen Urem è uno storico della letteratura, editore e curatore. Si è laureato in Radiologia alla Facoltà di Medicina, nonché in Lingua e letteratura croata alla Facoltà di Scienze della Formazione di Fiume. Ha scritto diversi libri e pubblicato numerosi saggi letterari su riviste sia in Croazia che all’estero ed è particolarmente noto a livello cittadino per le sue ricerche sulla figura e produzione dello scrittore e poeta Janko Polić Kamov. Ha collaborato con riviste letterarie americane, italiane, tedesche e romene nelle quali ha pubblicato opere degli scrittori croati Janko Polić Kamov, Antun Gustav Matoš, Miroslav Krleža, Ivo Andrić e Ivan Goran Kovačić. Ha collaborato con scrittori di tutto il mondo, ma anche editori, redattori, storici e altre figure professionali. Nel corso della sua carriera ha pubblicato più di duecento opere di storia della letteratura croata e ha collaborato a e curato più di trecento titoli di libri e riviste. Prima di assumere l’incarico all’interno del Museo civico, ha lavorato all’Archivio di Stato di Fiume come coordinatore della Sezione della biblioteca d’archivio, sala di lettura e attività editoriali.

Trasferimento nel Palazzo dello Zucchero
Nel Museo civico (Cubetto) di Fiume sono attualmente in corso i preparativi per il trasferimento della sede dell’ente museale nel Palazzo dello Zucchero, lavoro che dovrebbe essere completato nel corso di quest’anno. “Con il fondatore del Museo, la Città di Fiume, abbiamo concordato che tutto il personale dell’istituzione si trasferirà al terzo piano del Palazzo nel Quartiere artistico Benčić, in quanto questo ci permetterà di lavorare più facilmente – ha spiegato Urem –. Infatti, finora cinque-sei colleghi e colleghe lavoravano nel Palazzo, mentre gli altri si trovavano nel Cubetto. Quindi, il trasferimento è logico e dovrebbe concludersi nel corso di quest’anno. La prima a trasferirsi sarà la biblioteca museale, alla quale farà seguito il resto”. Visto che fin dall’inaugurazione del Palazzo dello Zucchero si sapeva che un giorno la direzione e tutti gli altri servizi del Museo si sarebbero trasferiti permanentemente nell’edificio in Potok, per molto tempo si speculava sul destino della “vecchia” sede, ovvero del cosiddetto Cubetto.
“Il Cubetto rimarrà sotto l’ingerenza del Museo civico, in quanto nel Palazzo dello Zucchero, in cui due interi piani sono occupati dall’allestimento permanente, non c’è spazio per allestire mostre temporanee, che sono una parte importante della nostra attività. Pertanto, il pianterreno e il primo piano rimarranno adibiti alle mostre, mentre il resto della palazzina verrà utilizzato come magazzino per il fondo del Museo. Di conseguenza, probabilmente un certo numero di dipendenti del Museo rimarrà a lavorare nel Cubetto. Una parte del nostro personale, una volta messa in funzione la nave Galeb, dovrà insediarsi anche in quegli spazi”.

Sono in corso i preparativi per il trasferimento della direzione del Museo in Potok.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

A proposito della nave Galeb, in quale fase sono il progetto di restauro dell’imbarcazione e la realizzazione dell’allestimento permanente?
“La Città di Fiume è responsabile dell’opera di restauro della nave, mentre il Museo civico si occupa del programma che vi verrà proposto. Stando agli ultimi piani, durante i mesi estivi si prevede di completare tutti i lavori portati avanti sul panfilo e di rimorchiarlo fino al porto di Fiume (in Molo longo, nei pressi delle gru, nda) dove verrà aperto ai visitatori. Si tratta di un progetto molto complesso, praticamente di una nuova istituzione, per giunta galleggiante, per cui non sorprende che ci siano stati costi aggiuntivi e imprevisti e che il progetto di restauro si sia protratto più del previsto. Ad ogni modo, sono fiducioso che l’opera di restauro della nave stia volgendo al termine e che quest’anno la Galeb tornerà nel porto fiumano. Credo anche che una volta collocato al suo posto come previsto, il panfilo assumerà un nuovo significato e diventerà parte della vita pubblica, sociale e culturale della città. Ci ricorderà pure che la nostra città ha una lunga tradizione per quanto riguarda i ritrovi e altri tipi di contenuti a bordo di navi, a partire dalla leggendaria ‘Barba Rude’ (passando per l’Arca fiumana e oggigiorno il Botel Marina, nda) diversi decenni fa”.

Per quanto riguarda la Galeb, alla fine della scorsa estate è stato reso noto che al concorso per l’affitto degli spazi commerciali a bordo della nave nessuno si era fatto avanti. Inoltre, non sono stati ancora dati in affitto nemmeno gli spazi vacanti al pianterreno del Palazzo dello Zucchero, dove è previsto l’insediamento di un’agenzia turistica o di contenuti di questo tipo, e di un caffè-pasticceria…
“Anche se queste questioni non riguardano il Museo civico in senso stretto, vorrei puntualizzare che ci troviamo generalmente in un’epoca nuova, in quanto è stato introdotto l’euro, il mercato si sta ristrutturando e tutti i prezzi hanno subito una drastica impennata. Di conseguenza, credo che gli investitori si siano tirati indietro temporaneamente, per cui sono convinto che sia gli spazi commerciali sulla Galeb che quelli previsti nel Palazzo verranno presto messi in funzione. Infatti, l’interesse per gli spazi al pianterreno del Palazzo esiste e diversi interessati li hanno già visionati, per cui non dubito che presto al loro interno si insedieranno dei contenuti commerciali. Vorrei ribadire che il Museo civico sta attraversando un periodo molto complesso. Il lavoro più grande, ovvero l’allestimento permanente nel Palazzo sono stati realizzati, grazie in primo luogo al grande impegno e lavoro, durato più di due decenni, dell’ex direttore Ervin Dubrović, in collaborazione con i curatori. Si tratta di persone che conosco da diverso tempo, ma appena ora, in veste di direttore f.f., comprendo in quale misura i dipendenti di questo Museo si dedicano al loro lavoro e quanto si impegnano”.

Già dall’anno scorso, a tenere banco nel campo della cultura cittadina è la questione della mostra del siluro, che ha dovuto traslocare da uno dei magazzini ferroviari in piazza Žabica. Il capannone che dal 2016 ospitava l’allestimento “Primi al mondo” è stato recentemente abbattuto in seguito all’inizio dei lavori di edificazione della nuova autostazione di Fiume e la mostra è stata trasferita nel complesso Metropolis. Negli ultimi mesi si è parlato molto degli spazi che potrebbero ospitare l’allestimento in maniera permanente, tra cui uno dei più interessanti si è rivelato il padiglione del mercato in Braida, anche se sono stati proposti pure gli spazi dell’ex silurificio in via Milutin Barač (ex via dell’Industria). Qual è la sua opinione in questo contesto?
“Non è facile trasferire una mostra che, tra l’altro, si compone anche di diversi oggetti presi in prestito da varie istituzioni in Croazia – che è quindi necessario custodire e che un giorno dovranno probabilmente venire restituiti –, nella sua forma integrale. Abbiamo raggiunto un accordo con la Port Authority e l’allestimento è stato trasferito nel magazzino 21 del complesso Metropolis. L’idea di trasferire la mostra nel padiglione del mercato in Braida, come pure quella di collocarla in uno dei capannoni dell’ex silurificio hanno entrambe i loro meriti, ma va detto che gli spazi dell’ex silurificio sono ora in mano di privati. La situazione è abbastanza complessa. D’altro canto, il sindaco Marko Filipović dimostra notevole interesse per la ricerca di una soluzione a questa questione. Infatti, dai colloqui che abbiamo avuto ho compreso che si impegna personalmente a trovare uno spazio che potesse ospitare la mostra. Ritengo che sia davvero importante che nella città in cui il siluro è stato inventato e prodotto esso venga presentato in modo adeguato. Noi del Museo civico collaboriamo bene con tutti, per cui sono sicuro che troveremo una soluzione, anche perché in questo momento sono diversi gli interessati a questa questione.
Personalmente, credo che la questione dell’allestimento sul siluro vada osservata nell’ottica di un potenziale futuro Museo tecnico, che potrebbe essere un giorno ubicato, ad esempio, negli spazi dell’ex fabbrica ‘Rade Končar’ in via dell’Acquedotto. Credo che il ricco patrimonio industriale di Fiume, che non si compone soltanto di edifici e capannoni, ma anche di macchinari e oggetti di vario tipo, meriterebbe di venire valorizzato anche nell’ambito di un Museo di questo genere. Credo che il siluro sarebbe una parte molto importante di questo ente museale”.

Da più di un anno, il Museo civico sta attraversando una crisi, in quanto i concorsi per il nuovo direttore non hanno portato alla nomina del successore di Ervin Dubrović. Lei è subentrato a Vinko Ivić in veste di direttore f.f.. È sua intenzione candidarsi a direttore del Museo al prossimo concorso?
“Ci penserò quando verrà pubblicato il prossimo concorso, che succederà prossimamente. È necessario dapprima vedere quali sono i piani della Città, ma credo che la cosa più importante sia che in questo momento le tensioni che si percepivano nei mesi scorsi si sono placate e che nel Museo vige un’atmosfera serena e si lavora bene. Personalmente, mi piace lavorare e credo di poter dare molto, ma vedremo se ciò che ho da offrire andrà bene a chi deciderà sul futuro direttore. Io posso rimanere al Museo in veste di direttore f.f. fino a un anno, ma dobbiamo vedere che cosa vuole la Città. Questa istituzione è davvero piena di potenzialità, in quanto da uno spazio di 1.500 metri quadrati è passata a gestire circa 10mila metri quadrati. Questo passaggio è stato un po’ spiazzante per i suoi dipendenti, ma credo che le cose si sistemeranno per il meglio. Si pianifica inoltre di assumere altro personale, il che è indispensabile per il funzionamento di un’istituzione che è cresciuta così molto negli ultimi anni.
Il Museo civico di Fiume diventerà senza dubbio uno degli enti museali più rappresentativi in Croazia perché vanta la più forte attività editoriale tra tutti i musei. Questo è segno di una buona strategia culturale, in quanto le mostre che il Museo ha finora allestito non sono state mostre classiche, bensì erano concepite come dei grandi progetti di ricerca che duravano diversi anni, come le mostre ‘Merika’, ‘Il porto di Fiume’ e altre”.
Oltre al trasferimento della direzione del Museo nel Palazzo dello Zucchero e l’attesa inaugurazione della nave Galeb, quali sono gli altri progetti in programma quest’anno?
“Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della fondazione del Museo civico di Fiume. Infatti, il Museo della Rivoluzione venne fondato nel 1961, mentre l’11 aprile 1994 venne fondato il Museo civico. La sua fondazione fu importante, in quanto portò alla raccolta di oggetti e documenti legati alla storia di Fiume.
Il primo direttore f.f. fu Mladen Grgurić, al quale subentrò in seguito Ervin Dubrović, senza contare Vinko Ivić e me stesso in veste di direttori f.f. dell’ente negli ultimi dodici mesi.
Il trentesimo anniversario del Museo è un’occasione per invitare i cittadini a farsi avanti con fotografie, ritratti, oggetti e altro legati alla storia di Fiume per poterli conservare nella nostra istituzione. Celebreremo il nostro anniversario con una ricca monografia e con una grande mostra che comprenderà gli elementi più rappresentativi di ciascuna delle diciotto raccolte che custodiamo nel nostro Museo.
Dimostreremo così che in tre decenni è stato fatto molto all’interno di questa istituzione e che sia giunto il momento per guardare indietro e fare una sintesi della nostra attività”.

Nella sua ricca attività culturale, si è occupato molto dello scrittore e poeta fiumano Janko Polić Kamov. Intende dare più spazio a questo importante personaggio nell’allestimento permanente del Museo?
“Fiume ha dato i natali e ha accolto alcuni importantissimi letterati, da Ödön von Horváth ed Enrico Morovich a Nedjeljko Fabrio, e Janko Polić Kamov rientra senza dubbio tra i più rappresentativi a livello mondiale. Quando sono arrivato in questo Museo, la mia collega Kristina Pavec mi ha proposto di inserire nell’allestimento una selezione di fotografie di Kamov e dei suoi colleghi, amici e collaboratori. Questa è una buona idea, in quanto il lascito della famiglia Polić comprende alcune centinaia di fotografie molto interessanti. Ovviamente, ci sono anche altri personaggi che meritano di venire valorizzati nell’ambito dell’allestimento”.

Negli ultimi anni, parlando della potenziale nuova funzione del Cubetto, si sta considerando la possibilità che all’interno dell’edificio venga ripristinato l’aspetto originale della palazzina, che venne costruita per ospitare il Museo della Rivoluzione nel 1976.
“Stiamo pensando a questa possibilità. A questo fine, abbiamo invitato l’architetto fiumano Idis Turato a tenere una conferenza e una tavola rotonda su questo edificio, ma dobbiamo ancora definire una data. In questo modo desideriamo attualizzare la questione dell’utilizzo del Cubetto, in quanto spazio destinato a mostre e alla conservazione del fondo museale, anche nell’ottica della tutela del patrimonio culturale e dell’aspetto originario della palazzina. Questo edificio rientra, infatti, tra i massimi apici dell’architettura moderna e come tale deve essere valorizzato”.

In un’intervista l’ex direttore Ervin Dubrović aveva espresso il suo rammarico per il fatto che il numero di visitatori del Museo civico non corrisponda a quanto pianificato annualmente. Qual è la situazione attuale in questo contesto? Siete soddisfatti del numero di visitatori? I turisti sono attratti dall’offerta museale e dagli allestimenti?
“Nel 2023 abbiamo registrato 50.500 visitatori, il che dimostra il notevole interesse dei cittadini e dei turisti per il nostro Museo. Probabilmente, i dati scoraggianti dei quali disponeva l’ex direttore erano il risultato delle restrizioni antipandemiche che erano ancora attuali all’epoca. Infatti, stando ai dati dei quali disponiamo, nel 2020, il primo anno pandemico, il Museo aveva registrato 7.834 visitatori, nel 2021 il loro numero ammontava a 15.924, mentre nel 2022 sono state 44.014 le persone che ci hanno visitato. Inoltre, organizziamo visite guidate che sono state sin da subito ben accettate dal pubblico”.

È stata trovata una soluzione per i dipinti di Gustav ed Ernst Klimt e di Franz Matsch, staccati dal soffitto del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” per essere sottoposti a un intervento di restauro, che sono ancora esposti nel Palazzo dello Zucchero? Infatti, la direzione del Teatro vorrebbe riportarli al loro posto.
“I dipinti rimarranno per ora nel nostro Museo e stiamo pure pianificando una nuova mostra legata a Klimt, proveniente dall’Austria. Di Klimt si parlerà ancora e si farà ancora”.

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