Zagabria. A farla grande furono pure gli italiani

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Zagabria. A farla grande furono pure gli italiani

ROMA | Si è svolta al Senato italiano un’interessante manifestazione su iniziativa del neosenatore Pierferdinando Casini. L’Ambasciata della Croazia e la Città di Zagabria hanno organizzato la presentazione del libro “Gli italiani a Zagabria”, edizione bilingue, pubblicato dalla Comunità degli italiani della capitale croata. Questa è stata anche l’occasione per presentare una Comunità degli Italiani particolare, costituita al di fuori del territorio d’insediamento storico della CNI in Croazia. Non essendo autoctona, è sorta in seguito alla migrazione individuale di cittadini di madrelingua italiana, ma anche di piccoli gruppi d’italiani giunti a Zagabria dalla Slavonia occidentale e dalla Bosnia centrale.

Il neoambasciatore croato a Roma Jasen Mesić, che di professione ha fatto l’archeologo marino ed ha studiato poi a Siena management della cultura, si è dichiarato felice di poter presentare al pubblico italiano uno scorcio della vita e dell’operato degli italiani di Croazia, che arricchiscono la società croata con la loro cultura e con le loro molteplici attività sociali e politiche. La Croazia, l’ultimo venuta nella famiglia europea, vanta anche un italiano nelle più alte cariche dello Stato: il vicepresidente del Sabor, Furio Radin. Che avrebbe anche voluto presenziare a questa manifestazione, ma non ha potuto farlo a causa dei molteplici impegni parlamentari. La vicedirettrice dell’Ufficio per la cooperazione internazionale e la tutela dei diritti umani della Città di Zagabria, Elizabeta Knorr, ha portato ai presenti i saluti del sindaco Milan Bandić e ha sottolineato il fatto che la municipalità offre sostegno, materiale e morale alle 22 comunità etniche che vivono e operano nella capitale croata.

Un’attività culturale specifica

Fra di esse c’è la comunità italiana che, seppure numericamente esigua, si distingue per un’attività culturale specifica, mirata non soltanto a coltivare l’identità italiana dei componenti della minoranza, ma anche a lavorare in sinergia con altre istituzioni, croate e italiane, per diffondere la cultura italiana nella capitale croata e favorire così gli scambi e le relazioni tra i due Paesi. Di questo ha parlato pure Daniela Dapas, dinamica presidente della Comunità degli Italiani di Zagabria, il cui merito è stato anche di insistere per la pubblicazione di questo libro: una storia breve degli italiani che si sono insediati in loco fin dal Medioevo, da quando Zagabria conseguì lo status di libera città regia. Lo ha sottolineato anche nella prefazione del volume, mettendo in risalto il contributo dei singoli coloni italiani all’edificazione dell’identità della città, a partire dai gruppi di artigiani e artisti che si trasferirono a Zagabria prima da Venezia, poi da Firenze e infine dal Bellunese e da altre parti d’Italia, portando le loro esperienze e arti e offrendole a beneficio della comunità zagabrese.
Infatti, come ha scritto Filip Škiljan, l’autore di questa pubblicazione che vanta una ricca documentazione esplicativa e grafica, gli italiani hanno dato un grande contributo alla costruzione dell’identità urbana di Zagabria. Škiljan, che fa il ricercatore presso l’Istituto per la ricerca delle migrazioni di Zagabria, ha illustrato l’apporto individuale degli italiani – mercanti, artigiani, costruttori, architetti, artisti – senza i quali l’odierna Zagabria non avrebbe potuto svilupparsi e divenire una metropoli europea. Troviamo non soltanto il pronipote di Dante, il fiorentino Niccolò Alighieri, che apri la prima farmacia nella Città Alta, oppure il veneziano Masio Biondo che nel 1334 inaugurò il primo bagno pubblico, ma molti costruttori e architetti che edificarono la chiesa di San Marco su modello veneziano, fino al XX secolo con la grande azienda dei fratelli Carnelutti che costruirono una buona parte della città su modello neorinascimentale. Per non parlare degli artisti, scrittori e attori tra i quali spicca il nome di Tito Strozzi, nobile rampollo dei famosi Strozzi dell’omonimo palazzo fiorentino. Tutta una rassegna inoltre di personaggi sconosciuti finora al pubblico, che vantano radici italiane e che hanno trovato condizioni propizie per progredire proprio in questi ultimi anni, e specialmente dal 2007 quando è stata costituita la Comunità degli Italiani di Zagabria.

Un collegamento più stretto

La presentazione del libro ha suscitato vivo interesse tra il pubblico intervenuto all’evento organizzata con il patrocinio morale del Senato della Repubblica italiana. L’autore è stato bombardato di domande. Tra il pubblico c’erano anche molti croati che vivono a Roma e che hanno auspicato un collegamento più stretto tra le associazioni dei croati a Roma e la Comunità degli Italiani di Zagabria.
Non sono mancate neanche le precisazioni sulle differenze tra questa comunità specifica, creatasi in seguito a migrazioni individuali, e le comunità autoctone dell’Istria, del Fiumano e della Dalmazia, come fatto da Eufemia Budicin, della Mailing list Istria, che ha offerto lo spunto all’Ambasciatore croato a Roma, Jasen Mesić, per concludere la serata affermando che non è tanto importante chi si è insediato prima su un territorio, bensì come stiamo creando una nuova atmosfera di convivenza e di reciproca stima e amicizia, in quest’Europa che non divide più, ma unisce – e alla cui identità anche gli italiani di Croazia danno un contributo importante e significativo.

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