UPT, si è messo al lavoro il «nucleo di valutazione»

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UPT, si è messo al lavoro il «nucleo di valutazione»

Una giostra di notizie e smentite delle notizie, caratterizza “l’affaire” UPT. Per chi ci lavora, sentire parlare di “caso”, “buco”, dimissioni, commissariamento, è un continuo tormento, eppure la vicenda dell’ente triestino sta diventando un esempio chiaro di fastidio e indecisione. A chi spetta l’ultima parola sul futuro dell’associazione? Difficile capirlo, la Prefettura, la Regione FVG oppure dovrà intervenire la magistratura se dovessero emergere delle inadempienze gravi, come più volte sottolineato a partire da settembre? Questione delicata che tiene banco sui giornali locali che spesso gridano a caratteri cubitali, fatti che vengono smentiti subito dopo. Ma anche la non notizia fa notizia. Intanto all’UPT sono giunte due figure definite “nucleo di valutazione” composto dal commercialista di Tolmezzo, Alessandro Paolini, indicato dalla Regione, e dal viceprefetto aggiunto Marzia Baso, indicata dalla Prefettura d’intesa con il Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale.

I funzionari al lavoro

I funzionari sono al lavoro in queste ore, uno almeno, mentre l’altro, il noto e capace commercialista di Tolmezzo, viste le distanze da Trieste, ha dovuto concentrare il suo lavoro in un’unica giornata, ma intensa, alla settimana. Piccoli indizi che fanno prospettare tempi lunghi. A loro spetterà, dopo aver passato al vaglio documenti e quant’altro, di presentare una relazione a Prefettura e Regione che a loro volta dovrebbero decidere il da farsi. A patto che trovino soddisfacente quanto verrà prodotto durante questo mandato. Forse arriverranno altri valutatori in attesa che il mondo dimentichi la vicenda. Intanto le dimissioni rimangono in sospeso. L’UPT continua a lavorare secondo gli schemi di sempre. O quasi.

Dramma Italiano

Parte di quello schema sono anche le istituzioni del gruppo nazionale, dove ognuno segue le proprie dinamiche, sperando di trovare altri finanziamenti per continuare a sopravvivere. Il Dramma Italiano non riesce a far partire la tournée in Istria, ma a Trieste pochi lo sanno, forse quelle quattro persone che hanno contatti diretti con il DI, e ora lo sa anche il prefetto, veramente il suo vice, che ha accolto il direttore della nostra compagnia Giulio Settimo, per spiegargli la necessità di concludere l’iter in corso per decidere del futuro…anche del nostro, di gruppo nazionale. Piccoli disagi cominciano a farsi sentire, il Piccolo non circola in Istria, il nostro quotidiano non viene distribuito come prima, il numero dei “fortunati” è sempre più basso.

I controlli di Colavitti

Già il Comune, con la nomina del rag. Piero Colavitti, aveva avviato un controllo amministrativo-finanziario. Colavitti cosa fa? “Ho fatto tanti controlli, ho acquisito documenti importanti sull’attività dell’ente, errori amministrativi…ho fatto mettere i sigilli all’archivio, da dove stavano sparendo fascicoli importanti…” e tanto altro. Ognuno impegnato a dare il proprio contributo, ma senza una dritta che, a questo punto, arrivi da Roma, nulla si muoverà.
E così tra un annuncio e l’altro il tempo passa, forse qualcuno si dimenticherà dell’UPT, magari un altro “scandalo” farà girare l’attenzione dei media su altre questioni e il pubblico, con la memoria corta, dimenticherà che in P.zza Ponterosso si sia consumata un’altra piccola tragedia, un altro colpo di grazia al nostro gruppo nazionale.

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