Un compromesso è possibile

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Un compromesso è possibile

ZAGABRIA | Dubbi e polemiche, mugugni e proteste, perplessità e timori… c’è un po’ di tutto nel dibattito inerente alla proposta di riforma pensionistica preparata dal ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Una riforma che, nel breve o nel lungo termine, riguarda un po’ tutti e che vede fortemente contrari i Sindacati, che dopo aver abbandonato il tavolo delle trattative con il governo hanno annunciato l’intenzione di scendere in piazza e manifestare. Intanto, un numero non indifferente di persone in rapporto di lavoro vicine all’età pensionabile o che comunque sono prossime a maturare le condizioni per il pensionamento contatta gli uffici competenti per verificare quali differenze in termini di ammontare della quiescenza comporterebbe loro l’entrata in vigore delle novità proposte. C’è pertanto da attendersi che grande sia anche l’interesse dei cittadini per la consultazione pubblica che rimarrà aperta sui canali telematici fino a domenica, 14 ottobre.

Negoziato ministero-Sindacati

La consultazione riguarda il pacchetto di leggi preparate dal ministero, ma stando agli annunci fatti in questi giorni dal ministro Marko Pavić dopo un nuovo giro di colloqui con gli esponenti sindacali non si escludono cambiamenti derivanti da un’opera di coordinamento con la quale si procederà prima dell’invio delle bozze normative al Sabor tra circa un mese. “Abbiamo pubblicato le nostre proposte che ritenevamo essere una soluzione di compromesso. I Sindacati hanno presentato le loro proposte che presentano aspetti diversi sia per quanto riguarda l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni sia le condizioni per il pensionamento anticipato. Non è escluso che si arrivi a un compromesso”, ha fatto sapere il ministro Pavić, che ha assicurato che da parte ministeriale non mancono la disponibilità al dialogo sociale e la volontà di trovare soluzioni condivise.

Innalzamento dell’età pensionabile

Per quanto riguarda i contenuti delle riforma proposta, si ricorda che l’obiettivo è garantire la sostenibilità del sistema pensionistico e che per raggiungerlo si propone l’innalzamento del limite d’età per il pensionamento dagli attuali 65 a 67 anni a partire dal 2031 e maggiori penalizzazioni per I pensionamenti anticipati. Altresì la riforma prevede che tutti i nati dopo il 1962 debbano esprimersi se desiderano continuare a essere titolari di un conto nel secondo pilastro o se vogliono che i loro mezzi vengano trasferiti nel primo pilastro gestito dall’HZMO. Cambiamenti verrebbero apportati anche per quanto concerne la parificazione dell’età pensionistica per donne e uomini. In quest’ambito dal 1º gennaio 2019 alla fine del 2026 si procederebbe con un innalzamento costante di quattro mesi annui in modo da far sì che con il 1º gennaio 2027 per tutti siano richieste le stesse condizioni: 65 anni d’età e 15 anni di contributi versati. In quella data scatterebbero poi le novità riguardanti l’innalzamento dell’età pensionabile per tutti a 67 anni d’età entro il 1º gennaio 2031 procedendo con aumenti di 6 mesi all’anno.
Per quanto riguarda i pensionamenti anticipati le novità scatterebbero dal 1º gennaio 2019, da quanto l’età richiesta per la maturazione delle condizioni necessarie aumenterebbe di 4 mesi all’anno fino ad arrivare, il 1º gennaio 2027 a stabilire lo standard di 60 anni di età e 35 anni di servizio. Condizioni che sarebbero comunque soggette a ulteriori aumenti stabiliti in 6 mesi all’anno, per arrivare al 1º gennaio 2031 alla richiesta di 62 anni d’età e 35 di servizio per poter richiedere il pensionamento anticipato.

Previste penalizzazioni

Particolari misure demotivanti sono state pensate sia per l’interruzione anticipata del rapporto di lavoro sia per il suo prolungamento dopo la maturazione delle condizioni necessarie per il pensionamento. Così per ogni mese di posticipazione del pensionamento una volta compiuta l’età richiesta (laddove sia soddisfatto il criterio dei 35 anni di anzianità di servizio) il coefficiente iniziale aumenta dall’attuale 0,15 p.c. a 0,34 p.c. al mese. Per i pensionamenti anticipati invece viene proposta una riduzione lineare dello 0,34 p.c. per ogni mese di anticipazione, ovvero del 4,08 p.c. all’anno fino a un massimo di 20,4 p.c. per 5 anni di anticipazione del pensionamento. La riduzione sarebbe permanente e indipendente dall’anzianità di servizio maturata.

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