Marinarezza bocchese e San Trifone: infuria la guerra delle candidature

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Marinarezza bocchese e San Trifone: infuria la guerra delle candidature

CATTARO | La tutela delle tradizioni della Marinarezza bocchese e del culto di San Trifone resta il pomo della discordia tra Zagabria e Podgorica. Vista la difficoltà di pervenire a una candidatura comune per l’inserimento del lascito immateriale delle Bocche di Cattaro nella lista del patrimonio mondiale protetto, le due capitali si muovono in ordine sparso. Il Montenegro ha agito per primo candidando ufficialmente la Marinarezza bocchese per l’inclusione nella lista dell’UNESCO. Lo ha fatto ponendo l’accento sul carattere multiculturale e multietnico di quel lascito nel corso dei secoli. Zagabria, spiazzata dalla sortita montenegrina, ha risposto a sua volta con una candidatura autonoma, nella quale ha posto in prima fila il culto di San Trifone, evidenziando il suo legame con la Marinarezza bocchese e con i croati che vivono nell’area delle Bocche di Cattaro. Per il momento, assistiamo dunque a una sorta di battaglia delle candidature che dall’ottica di Zagabria però dovrebbe auspicabilmente portare a una soluzione negoziale, concordata.

La candidatura montenegrina

Come rilevato, Podgorica si è mossa per prima. Il governo del Montenegro ha adottato il dossier relativa alla richiesta di iscrizione della Marinarezza bocchese nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO. La preparazione del fascicolo per la candidatura della Marinarezza bocchese nella Lista dell’UNESCO, che ha compreso anche la comunità locale, ha avuto inizio nel marzo dello scorso anno quando fu istituito il gruppo di lavoro. Il fascicolo di candidatura è già stato consegnato all’UNESCO; ora farà seguito la fase di valutazione che sarà svolta dagli organismi dell’UNESCO nei prossimi due anni. “La Marinarezza bocchese rappresenta l’eredità culturale immateriale del Montenegro, che eredita 13 secoli della tradizione della comunità locale delle Bocche di Cattaro. Nell’area bocchese si sono alternate numerose culture e sistemi socio-politici, ma la Marinarezza bocchese è riuscita a conservare la sua tradizione nonostante tutti i cambiamenti grazie alla comunità locale di Cattaro, Teodo (Tivat) e Castelnuovo (Herceg Novi), nonché grazie alle tradizioni familiari che sono state incorporate in questo bene culturale”, si legge nel comunicato diramato dal ministero della Cultura e dal governo del Montenegro. “Tenuto conto di tutti i suoi valori culturali, il Montenegro ha deciso che la Marinarezza bocchese sarà il primo patrimonio culturale immateriale a essere candidato per l’ingresso nella lista dell’UNESCO, nella convinzione che questo lascito riceverà un’altra conferma della sua già riconosciuta importanza internazionale”, conclude il comunicato.

Il caso dei forti della Serenissima

Le autorità di Zagabria e in particolare il ministero della Cultura, nonché le associazioni operanti in Croazia che si richiamano alla tradizione della Marinarezza bocchese e i cui componenti sono originari dall’area dele Bocche di Cattaro, avevano proposto a gran voce negli ultimi tempi che si procedesse a una candidatura comune dei due Paesi, sulla scorta di quanto avvenuto nel caso delle fortificazioni della Serenissima (quando a farsi avanti insieme furono Italia, Croazia e Montenegro). Zagabria ha chiesto pure che nella candidatura si menzioni con chiarezza che la Marinarezza bocchese fa parte del lascito del popolo cattolico croato dell’area delle Bocche. Podgorica invece, almeno finora, ha puntato sul carattere multietnico e multiculturale di questa zona e della stessa Marinarezza.

La risposta croata

Probabilmente, vista la difficoltà di pervenire a una candidatura comune assieme al Montenegro, o comunque di giungere ad argomentazioni pienamente condivise da entrambe le parti, Zagabria ha deciso di muoversi in maniera autonoma. Il ministero della Cultura croato ha infatti reso noto di avere presentato all’UNESCO la candidatura per inserire nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità due tradizioni dei croati delle Bocche di Cattaro, ovvero la celebrazione di San Trifone e la danza (kolo) di San Trifone, “entrambe facenti parti del patrimonio immateriale croato”. “Il culto di San Trifone e le celebrazioni in suo onore sono legati in maniera inscindibile alla Marinarezza bocchese, per la cui creazione e conservazione il merito maggiore va agli appartenenti al popolo croato”, si legge nella nota diffusa a Zagabria. Ricordiamo che il ministero degli Affari Esteri ed Europei di Zagabria ha sottolineato in quest’ambito che il riconoscimento del patrimonio culturale e storico, compreso il contributo dei croati delle Bocche di Cattaro nella creazione e nella conservazione della Marinarezza bocchese, occupa un posto importante nella realizzazione dei diritti dei croati in Montenegro, riconosciuti dalla Costituzione del Montenegro come minoranza nazionale. La diplomazia di Zagabria, insieme al ministero della Cultura, ha salutato positivamente il contributo dato dall’Iniziativa popolare croata e dalle altre associazioni che radunano i croati in Montenegro, nell’ambito dei preparativi per la candidatura montenegrina della Marinarezza bocchese nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. “Nel rispetto delle opinioni e delle richieste dei croati del Montenegro e dei bocchesi in Croazia, abbiamo fatto tutto il necessario per difendere i loro diritti e garantire la tutela della Marinarezza bocchese con tutti i suoi elementi, sia quelli tutelati in Montenegro sia quelli protetti in Croazia”, si legge nel comunicato.

Spazio ai negoziati

Zagabria è favorevole “a un approccio che valorizzi nel modo migliore il lascito complessivo della Marinarezza bocchese, sia in Montenegro che in Croazia, ponendo in particolare risalto il fatto che la Marinarezza bocchese è strettamente legata a San Trifone e che il merito maggiore per la creazione e la conservazioni delle tradizioni dei marittimi bocchesi va agi appartenenti del popolo croato. “Riteniamo che, nello spirito delle relazioni amichevoli e di buon vicinato nonché del rispetto reciproco, sia nell’interesse comune del Montenegro e della Croazia continuare il dialogo durante il processo di valutazione dei fascicoli presentati in modo da trovare una soluzione reciprocamente accettabile con la quale dimostrare che le minoranze e il nostro rapporto verso la loro identità, tradizione e cultura rappresenta il legame più solido nell’edificazione dei nostri rapporti”, conclude la nota ministeriale.

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