Schengen. Tempi lunghi

Secondo indiscrezioni da Bruxelles, l’ingresso di Zagabria nell’area senza controlli ai confini non è ostacolato soltanto dalla Slovenia. Anche Germania, Olanda e Francia frenano. Il membro croato della Commissione Ue preposta, Karlo Ressler, spiega: «Difficile stabilire una data precisa»

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Schengen. Tempi lunghi

Contrariamente a quanto pubblicato di recente, in base a rumors provenienti da fonti diplomatiche per l’ingresso nella zona Schengen la Croazia potrebbe attendere ancora due anni. La Commissione Ue il prossimo 16 ottobre confermerà che Zagabria ha rispettato tutte le condizioni tecniche previste dal Trattato di Schengen. Per il disco verde definitivo è necessaria una decisione politica, ossia ottenere il benestare di tutti i Paesi Ue.
Oltre all’ostruzionismo sloveno (questione legata al confine marino nel golfo di Pirano), fonti diplomatiche citate dal quotidiano zagabrese Jutanji list rivelano che anche Olanda, Germania e Francia si dichiarerebbero contrarie. Sembra che i tre Paesi, complice il potere politico in seno all’Ue, sottotraccia stiano discutendo ad alcune modifiche all’attuale sistema di Schengen. Se così fosse, si tratterebbe di un processo che necessita di tempi e procedimenti lunghi, cosa che, non la sola, chiaramente rallenterebbe il cammino della Croazia verso lo Spazio Schengen.
Da Bruxelles il premier Plenković ha mandato un chiaro messaggio a Lubiana: “Non possono ostacolarci all’infinito. Pure noi abbiamo i nostri meccanismi… “. “Per la Croazia è politicamente importante ottenere il benestare tecnico della Commissione Ue (ancora presieduta da Jean-Claude Juncker, visto che il team di Ursula von der Leyen inizia a governare a partire dal 1.mo novembre), a dimostrazione e conferma della prontezza all’attuazione del regime Schengen. Comunque, in questo momento è difficile dire quando la Croazia potrà applicare il regime di Schengen sui propri confini”. Parlando dell’ostruzionismo di Lubiana, il premier croato ha affermato che “questo tipo di atteggiamento di solito si ritorce contro chi li metto in atto”, ha chiosato Plenković.
Sulla stessa linea anche il deputato croato nel Parlamento Ue e membro della Commissione per le libertà dei cittadini, la giustizia e gli affari interni, Karlo Ressler. “In questo istante è difficile speculare sulla data in cui potrebbe essere presa la decisione sull’ingresso di Zagabria nello Spazio Schengen”.
L’iter
Proprio la Commissione di cui Ressler è membro si occupa della questione inerenti i confini. Sull’ingresso nell’Area Schengen la decisione definitiva viene presa da tutti i Paesi membri, che devono trovare un consenso unanime. Dunque, a questo punto non sono più importanti i dettagli tecnici, ma quelli puramente politici. Dopo la conferma che la Croazia ha soddisfatto tutti i criteri tecnici, entro la fine dell’anno rimane da svolgere una sessione del Consiglio durante la Presidenza della Finlandia. E quasi sicuramente nel corso di questa riunione non sarà esaminato il caso Croazia. Poi dal 1.mo sarà proprio la Croazia ad assumere la Presidenza Ue, che durante questi sei mesi non può inserire all’ordine del giorno il tema Schengen. Poi nella seconda metà del 2020 la Presidenza passa in mano alla Germania che, come abbiamo detto, sarebbe contraria, mentre nel 2021 spetta al Portogallo, che non intende intromettersi nella questione inerente ai confini. Poi toccherà alla Slovenia che, come sappiamo., farà il possibile per ostacolare l’ingresso della Croazia nello Spazio Schengen.
Il monitoraggio dell’Ue
Ressler ha spiegato che “conoscendo il funzionamento dell’Unione europea nell’approvazione delle decisioni, molto probabilmente la Croazia dovrà aspettare ancora lungo”. In questo contesto non va dimenticato che la Bulgaria e la Romania già da cinque anni sono in attesa della decisione del Consiglio Ue sull’ingresso nell’Area Schengen. “Entrambe sono sotto monitoraggio di Bruxelles, e finché sarà così non potranno accedere nel regime confinario europeo”. Ressler ha concluso affermando che molto probabilmente “esiste la volontà di approvare l’ingresso contemporaneo nello Spazio Schengen di questi tre Paesi”.

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