Mišo Cvijanović, domani la commemorazione

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Mišo Cvijanović, domani la commemorazione

Diceva sempre di essere stato baciato dalla fortuna, perché nella vita ha fatto esattamente ciò che sognava di fare da bambino: il giornalista. Anche se in pensione da diversi anni, era presente dovunque, senza compiti di lavoro, un giorno allo stadio e quello successivo a teatro. Mišo Cvijanović, Cvijo per gli amici, ci ha lasciati all’improvviso, lunedì sera, all’età di 73 anni. È stato un giornalista di razza, sia come cronista che come editorialista, ma la sua carriera non è iniziata con la scrittura, bensì con il disegno, più precisamente con le caricature dei calciatori, che sono state in un certo senso il suo biglietto d’ingresso nel mondo del giornalismo, con la redazione sportiva del nostro quotidiano che gli ha aperto ben volentieri le porte.
Aveva raccontato nel 2006, in occasione dell’uscita del suo libro “Đir po Korzu” (Un giro per il Corso), di come avesse nutrito le sue passioni fin da ragazzino, scrivendo e leggendo tanto, ma anche copiando le caricature dei calciatori fatte da altri. Non essendoci in circolazione le caricature di tutti i calciatori, aveva cominciato a crearle da solo in base alle fotografie pubblicate sui giornali. Il suo talento era evidente, ma ci mise un po’ prima di mettersi alla prova e offrire i propri lavori a un giornale. Incoraggiato dall’insegnante di educazione artistica, quando frequentava la terza media, prese coraggio e mandò la sua interpretazione originale di Zdenko Kobeščak al quotidiano “Narodni Sport”, oggi “Sportske novosti”. Tra i compagni di classe era un eroe. È avvenuto nel settembre del 1963. Lo avrebbe fatto anche prima, ha detto Cvijo, ma era timido e si sentiva insicuro. Chi l’ha conosciuto può anche avere difficoltà a crederci. Il passo successivo, nel secondo semestre della terza media, decise di spedire, non di consegnare, le proprie caricature al Novi list e a La voce del Popolo, prima di trovare il coraggio di presentarsi in portineria. Nel ‘64 diventò collaboratore di entrambi i quotidiani. Il suo ingresso nel mondo della carta stampata è avvenuto attraverso il suo talento nel disegno, per poi occuparsi di tutto, passando per tutte le rubriche del Novi list.
Non era nato a Fiume, dove è arrivato nell’estate del ‘59, a 13 anni, ma negli anni che vi ha trascorso ha saputo innamorarsene e a esprimere il proprio amore più di molti nati qui con generazioni di antenati fiumani alle spalle.
Nel corso degli studi a Zagabria ha continuato a collaborare con i giornali fiumani, ma anche con diverse pubblicazioni dell’ex Jugoslavia. Egli stesso ha ammesso che come studente riusciva a guadagnare bene, molto bene. Nel ‘70 approdò al Novi list. Anche se non era un principiante, dovette superare la classica “iniziazione”, con sei mesi di tirocinio nella cronaca cittadina. Per lui i momenti più belli da giornalista erano quelli trascorsi come redattore del foglio giovanile “Val” a cui, tra l’altro, ha dato il nome, trasmettendo ai giovani sia i trucchi del mestiere che la passione e lo ha fatto anche insegnando giornalismo al Terzo Ginnasio croato, oggi “Andrija Mohorovičić”. Fino all’ultimo giorno, fino a quell’improvviso malore di lunedì sera, ha sempre voluto restare nel giro, dare consigli, esprimere opinioni.
Alla sua famiglia vanno le più sentite condoglianze della nostra redazione e di tutti i colleghi che hanno avuto la fortuna di condividere con lui la passione per il giornalismo.

Intanto, domani (giovedì) alle ore 14 è prevista la commemorazione nell’Aula consiliare di Fiume

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