Uljanik. Il futuro rimane incerto

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Uljanik. Il futuro rimane incerto

ZAGABRIA | “In questo momento il governo non ha ancora preso una decisione definitiva in merito al futuro del Gruppo Uljanik. Ovvero se nel suo futuro c’è da aspettarsi il fallimento o la salvezza”. A dirlo è stato ieri il ministro dell’Economia Darko Horvat parlando degli importi che vengono riportati dai media riguardo alle spese che le casse statali dovranno sostenere per la ristrutturazione del gruppo polese, cifre definite da Horvat come “matematicamente altamente inaffidabili”. Ricordiamo che sui media nazionali si legge di importi che si aggirano sui 10 miliardi di kune che le casse dello Stato dovrebbero sborsare per risanare l’Uljanik. “Non voglio neanche commentare quest’importo, ma mi piacerebbe che qualcuno tra quelli che lo citano mi spieghi come ha fatto ad arrivare a questa cifra”, ha sottolineato Horvat, ricordando che lo Stato ha pagato finora per le garanzie emesse 2,86 miliardi di kune e che in ballo ci sono ancora 1,7 miliardi di kune. Si tratta dell’importo, ha precisato, “che è ancora in sospeso e che dovrà essere pagato nel caso non riuscissimo a completare le 4 navi che sono in alta fase di realizzazione”. Stando alle sue parole per una di queste, una draga scavafango di nuova costruzione, servono ora 22 milioni di euro. “Se in questo momento decidiamo di investire nella realizzazione di questa nave, libereremmo la garanzia statale di 126 milioni di euro. Le altre tre costruende navi in questo momento, per quanto riguarda le garanzie statali, sono messe meglio, ovvero per tutte e 3 parliamo di 700 milioni di kune”, ha precisato Horvat. Il ministro ha poi presentato le cifre che servono per sbloccare i conti correnti dei cantieri di Fiume e Pola, ovvero per pagare i creditori: per il 3. maj servono all’incirca 107 milioni di kune, mentre per quello di Pola 86 milioni.

Incontro con la Commissione UE

Horvat ha annunciato per il prossimo inizio settimana l’incontro a Bruxelles tra il team del Ministero dell’Economia, il Consiglio d’Amministrazione dell’Uljanik, la dirigenza del partner strategico e i rappresentanti della Commissione europea, con l’obiettivo di “concordare un finanziamento internazionale al quale dovrebbe prendere parte anche il partner strategico”. “Una delle possibilità affinché vengano sbloccati i conti è che quest’ultimo saldi i debiti con i creditori, mentre lo Stato una volta che sarà avviato il processo di ristrutturazione, è pronto a partecipare con il 50 per cento dell’importo necessario”, ha spiegato il responsabile dell’Economia, confermando che in questo momento non esiste un modello per il pagamento degli stipendi. “Se riceveremo luce verde dalla Commissione, è possibile che a saldare gli stipendi sia il partner strategico”, ha dichiarato il ministro.

No a interventi statali

Per Darinko Kosor (HSLS) è inaccettabile che il governo sostenga con denaro pubblico l’Uljanik. “Ritengo che sia inaccettabile che i cittadini della Croazia debbano accollarsi 13 miliardi di kune di spesa per ristrutturare una società che poi andremo a regalare a qualcuno che andrà a lavorare con una società statale italiana”, ha dichiarato Kosor, che ha aggiunto: “So per certo che i potenziali acquirenti per il 3. maj ci sono”.
Sempre a detta di Kosor bisogna chiedere all’Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata (USKOK) a che punto sono le indagini, ovvero a dare risposta su chi sono i colpevoli per la situazione creatasi. Secondo Kosor, a cui avviso anche la Regione istriana e la Città di Pola devono fare la loro parte, un partner strategico serio è colui che è pronto in maniera solidale a partecipare come minimo con 1/3 ai costi della ristrutturazione, perché “chi non vuole sostenere nessuna spesa, ma si aspetta dallo Stato che sia questo a risolvere tutti i problemi e che poi gli consegni il Gruppo con i conti in ordine, allora non può pretendere si essere definito come partner strategico serio”. 

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