Uljanik. Cantierini e residenti hanno gli stessi obiettivi

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Uljanik. Cantierini e residenti hanno gli stessi obiettivi

POLA | A paga versata – quella di luglio precisamente (pur essendo giunta la garanzia del denaro che servirà a coprire gli obblighi salariali di agosto) – ieri al cantiere navale si è scioperato ancora in quella che è stata la decima giornata dell’astensione più lunga del centosessantenne impianto. “Le retribuzioni sono in banca: a qualcuno sono giunte sul conto prima a qualcun altro dopo; dipende in quale istituto bancario hanno il conto” ha dichiarato a metà mattinata il presidente del Comitato di sciopero, Đino Šverko. Lo stesso Šverko ha detto che si riprenderà a lavorare lunedì. “Oggi ancora scioperiamo. Tutti abbiamo diritto di riprendere fiato”.
La giornata di ieri, giovedì 31 agosto, è iniziata di buon mattino con l’arrivo dei primi scioperanti al portone principale, davanti all’edificio della direzione di via Flacio, dove lo stesso Šverko si è rivolto ai media per dire che l’astensione non è ancora finita perché la paga non era stata ancora corrisposta (si stavano ancora firmando i documenti contabili e lo stesso Gianni Rossanda è stato visto uscire dal cantiere pochi minuti dopo le 8 assieme a un suo collaboratore o a una guardia del corpo non ne siamo certi). “Abbiamo informato i lavoratori – così Šverko –, che è preferibile che rimanessero sui posti di lavoro perché nei cortei dei giorni scorsi abbiamo detto tutto quello che c’era da dire sullo stato delle cose e su quanto siamo preoccupati per il nostro futuro. È per questo che abbiamo invitato a Pola il ministro Horvat, per farci spiegare che cosa ne sarà della cantieristica su questi territori”.

Un grazie a tutti
Prima che il corteo dei manifestanti parta spontaneo per le vie della città, abbiamo raccolto la dichiarazione di uno dei membri dello Stožer za obranu Uljanika, l’Unità operaia di crisi, Franko Belas. “Sono passate le 9. I Sindacati sono in riunione con il presidente della Regione istriana, Valter Flego, e con il sindaco di Pola, Boris Miletić, nella sede regionale di via Flanatica; lì c’è pure un mio collega, membro della nostra unità di crisi (dopo si è saputo che l’incontro è stato breve e inconcludente, e si è fatto ritorno alla base, nda). Mi state chiedendo che cosa faremo a sciopero rientrato? Ci sarebbe già ora bisogno di ingegneri e quadri specializzati in generale; insomma, di gente che s’intende realmente di cantieristica e che potrebbe prendere in mano le redini del cantiere. Non ci servono manager che siedano nel loro ufficio al fresco dei condizionatori d’aria, ma persone che gestiranno gli affari salendo sulle navi, visitando le officine. Ci servono anche un’Associazione dei piccoli azionisti e un Comitato di sorveglianza composto da persone oneste, lavoratrici e di qualità”. (…) “Vorrei far notare che con questo sciopero si è scoperto che i lavoratori e gran parte dei cittadini vogliono la stessa cosa. I cortei hanno funzionato. Siamo tutti sfiniti. Ringraziamo anche le forze dell’ordine per l’atteggiamento che ci hanno riservato; del resto, non ci sono stati eccessi”.

Le colpe dei Sindacati
Ivo Alviž, uno degli operai più “longevi” al cantiere (ci ha detto di avere 64 anni d’età e 47 anni di lavoro) ha constatato amaramente. “Hanno deciso di spostarci da qua. Perché vorrebbero farlo? Ah, questo dovete chiederlo al signor Jakovčić, che già nel 1993 aveva dichiarato che in centrocittà non c’è posto né per il cantiere né per le gru. Com’è successo tutto questo? Con la complicità dei Sindacati che non avrebbero dovuto accettare di stare seduti assieme al direttore nel Comitato di sorveglianza. E poi, sono 15 i direttori, pagati ogni mese100-120mila kune: quanti soldi sono all’anno? Fate un po’ di conti”.
I manifestanti hanno raggiunto piazza Foro, via Kandler, via dell’Istria; quindi, da via Zagabria sono scesi in via Venezia e via Flanatica, e da piazza Port’Aurea indietro fino al cantiere lungo via Sergia. Giunti di fronte a Scoglio Olivi è partito un applauso dei manifestanti, rivolto alle contabili che pare abbiano lavorato tutta la notte per assicurare il versamento della paga.

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