Tibor Varga. I diritti non devono dipendere dai numeri

Intervista al presidente del Consiglio nazionale delle minoranze della Repubblica di Croazia. Al centro dell'attenzione in particolare i risultati del Censimento 2021, il ruolo degli autogoverni minoritari, il sostegno all'autonomia culturale delle Comunità nazionali

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Tibor Varga. I diritti non devono dipendere dai numeri
Il neopresidente del Consiglio delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia, Tibor Varga - Fotografia di Krsto Babić

Sono molte le sfide che il Consiglio nazionale delle minoranze della Repubblica di Croazia dovrà affrontare nel prossimo periodo, anche alla luce del campanello d’allarme rappresentato dai dati sconfortanti dell’ultimo Censimento. Ne parliamo che con il nuovo presidente del Consiglio, Tibor Varga. Tra le priorità figura il miglioramento dei criteri per la presentazione di programmi di autonomia culturale con l’obiettivo di orientare la presentazione di programmi su aree specifiche importanti per la sopravvivenza e lo sviluppo delle comunità minoritarie. Questi includono programmi per i giovani, l’informazione, la conservazione della lingua, la preservazione di materiale storico-archivistico, ecc. Nel prossimo periodo, il Consiglio cercherà di promuovere analisi professionali e scientifiche specifiche che dovrebbero indicare come procedere ulteriormente nel preservare la cultura, la tradizione e l’identità delle minoranze nazionali. Il Censimento della popolazione ci ha seriamente messi in guardia su determinati problemi, e dobbiamo considerare responsabilmente come preservare e sviluppare ulteriormente la multietnicità della società croata. Molte disposizioni della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali non sono ancora sufficientemente applicate nella pratica. Ci attende pertanto molto lavoro nel prossimo futuro per quanto riguarda il diritto all’uso delle lingue e delle scritture delle minoranze nazionali, l’occupazione delle minoranze nazionali nei servizi pubblici e statali, il diritto delle etnie di essere adeguatamente presenti nei media, facendo in modo, in particolare, che questi media promuovano la politica di avvicinamento e riconoscimento delle minoranze come valore sociale generale e parte integrante della vita politica e culturale pubblica complessiva.

Nuovi criteri
Il governo ha nominato un nuovo Consiglio per le minoranze nazionali della Repubblica di Croazia a luglio, e Lei è stato designato come nuovo presidente del Consiglio. Su quali questioni prioritarie e importanti si concentrerà il Consiglio nel prossimo periodo?
Innanzitutto, ci concentreremo sull’aggiornamento dei nostri criteri per la presentazione dei programmi e sulla metodologia per monitorare l’attuazione dei programmi di autonomia culturale delle minoranze nazionali. Nel corso dell’anno prossimo, abbiamo in programma di introdurre nuovi criteri e una metodologia per il monitoraggio dei programmi di autonomia culturale, con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente importanti questioni relative al profilo dei programmi e ai contenuti delle attività delle associazioni. Ad esempio, attraverso i programmi di autonomia culturale, vogliamo incoraggiare il più possibile i programmi di lavoro con i giovani e il loro coinvolgimento nelle attività delle associazioni, poiché rappresentano la base e il futuro delle comunità minoritarie. I programmi di autonomia culturale dovrebbero contribuire a questo obiettivo. Senza giovani, tutto tende a stagnare, come dimostrato anche dal Censimento della popolazione del 2021, che ha evidenziato una sempre minore identificazione con le proprie comunità minoritarie. Quindi, la sfida è mantenere vive queste comunità. Nel contesto menzionato, vogliamo particolarmente incoraggiare le associazioni delle minoranze nazionali a presentare progetti e programmi legati alla promozione della propria lingua, al miglioramento dell’informazione e allo sviluppo del materiale documentario-archivistico allo scopo di preservare la memoria della cultura, della storia e dell’identità delle nostre comunità minoritarie. Inoltre, nel prossimo periodo, il Consiglio si impegnerà sicuramente a promuovere analisi specializzate e scientifiche che dovrebbero indicare come procedere ulteriormente nella conservazione della cultura, della tradizione e dell’identità delle minoranze nazionali. Il Censimento della popolazione ci ha seriamente messi in guardia su determinati problemi, e dobbiamo considerare responsabilmente come preservare e sviluppare ulteriormente la multietnicità della società croata, che rappresenta anche uno degli importanti valori contemporanei e, in particolare, europei, per i quali ci impegniamo. Naturalmente, c’è un lavoro importante e, oserei dire, continuo, da fare, di supporto, assistenza ed educazione per i nostri Consigli e Rappresentanti delle minoranze nazionali, in modo che possano svolgere le proprie funzioni in modo ancora più qualitativo ed efficiente a beneficio delle loro comunità minoritarie, nonché delle comunità locali e regionali più ampie in cui operano.

Considerare i bisogni reali
Lei ha sottolineato la necessità di espandere e migliorare i criteri per la presentazione dei programmi di autonomia culturale. Qual è la loro importanza?
Ci aspettiamo di avere nuovi criteri entro l’inizio del 2025. Di recente, abbiamo tenuto un seminario educativo speciale per i rappresentanti delle associazioni delle minoranze nazionali riguardo alle candidature per il prossimo anno, e la nostra esperienza mostra che è sempre necessario migliorare questi criteri, renderli più chiari, concisi e operativi per i nostri utenti. Ma oltre a quest’aspetto tecnico, un obiettivo importante dell’ampliamento dei criteri è di indirizzare la presentazione dei programmi su determinati settori che riteniamo cruciali per la sopravvivenza e lo sviluppo delle comunità minoritarie. Come già accennato, abbiamo incoraggiato le nostre associazioni a concentrarsi maggiormente su programmi informativi, a presentare progetti per i loro siti web e portali, perché oltre a essere importanti per l’informazione interna, sono una condizione essenziale per la loro visibilità e quindi per una maggiore sensibilizzazione dell’intera opinione pubblica sulla posizione sociale e i diritti delle minoranze nazionali. Inoltre, in alcune minoranze nazionali è emersa una forte e persino urgente necessità di sviluppare programmi e progetti per la preservazione e l’apprendimento, specialmente tra le generazioni più giovani, della propria lingua. In questo contesto, c’è anche la necessità di produrre e conservare il materiale storico-archivistico delle singole Comunità nazionali (come si sono sviluppate, cosa hanno fatto, con quali sfide si sono confrontate) affinché rimanga un documento significativo e interessante per le generazioni future. Tutto ciò richiede un approccio innovativo nei nuovi criteri che stimoli ulteriormente le attività su tali programmi. La vita e il tempo, a volte anche le stesse circostanze sociali, impongono nuove esigenze e i criteri devono essere periodicamente adattati o modernizzati per mostrare la loro piena funzionalità e promuovere programmi che sono cruciali per le comunità minoritarie in un dato momento.

Appoggio ai Consigli
A maggio si sono tenute le seste elezioni per i Consigli e i Rappresentanti delle minoranze nazionali, istituzioni importanti per la rappresentanza politica delle minoranze nazionali. Come procede l’iscrizione e la registrazione dei nuovi Consigli e Rappresentanti?
Ci sono stati alcuni problemi, ma in collaborazione con il Ministero dell’Amministrazione e della Giustizia, abbiamo risolto tali problematiche. Per ricordare, alle elezioni per i membri dei Consigli e i Rappresentanti delle minoranze nazionali svoltesi il 7 maggio 2023, sono stati eletti 339 Consigli e 105 Rappresentanti delle minoranze nazionali. Una novità è che il Ministero ha apportato alcune significative modifiche al Regolamento sulle indennità e le retribuzioni per i membri dei Consigli e i Rappresentanti delle minoranze nazionali. Pertanto, il presidente del Consiglio, il vicepresidente e i membri del Consiglio, nonché il Rappresentante, hanno diritto a un premio mensile fino al 75 p.c. dell’importo destinato alle indennità mensili dei membri dell’organo rappresentativo dell’unità, a differenza del Regolamento del 2006 quando avevano diritto a un massimo del 50 per cento. L’importo del premio mensile per il presidente, il vicepresidente e gli altri membri è determinato dalla decisione del Consiglio. Il Ministero ha sottoposto il progetto di Regolamento a una consultazione online e dovrebbe entrare in vigore all’inizio dell’anno.

Come migliorare il lavoro?
Nel 2019, insieme all’Ufficio del governo per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali, abbiamo avviato un ambizioso programma di formazione. Purtroppo, la pandemia ha notevolmente complicato questo processo e, oggettivamente, non siamo riusciti a realizzare tutto ciò che era stato pianificato. Ora è necessario continuare in modo più intensivo, specialmente per quanto riguarda gli aspetti finanziari del funzionamento dell’autogoverno delle minoranze, nonché l’informazione e l’educazione, al fine di migliorare l’applicazione della Legge costituzionale e, di conseguenza, potenziare la collaborazione tra le istituzioni delle minoranze e gli organi delle autonomie locali. Questi seminari possono contribuire notevolmente a una comprensione più chiara del ruolo e dei compiti dei Consigli e dei Rappresentanti, nonché degli obblighi delle strutture locali e regionali di potere. I corsi di formazione possono essere molto utili anche per i sindaci, che finora abbiamo cercato di coinvolgere nei nostri seminari per far comprendere meglio il ruolo dei Consigli e dei Rappresentanti, che sono in realtà loro partner e rappresentano un importante ponte politico-comunicativo verso le autonomie locali, attraverso il quale vengono esposti i problemi delle minoranze e le proposte per risolverli. Per sviluppare ulteriormente questa formazione e renderla ancora più di qualità, l’anno prossimo intendiamo stabilire una collaborazione specifica con il Ministero dell’Amministrazione e della Giustizia nell’organizzazione di questi seminari. Abbiamo già raggiunto un accordo di massima e all’inizio dell’anno sarà all’ordine del giorno la pianificazione operativa dei contenuti e dei metodi di attuazione di questi programmi educativi. Sono previsti tavole rotonde, presentazioni di buone pratiche, manuali per i Consigli e i Rappresentanti, ecc.

Dati preoccupanti
Quali i possibili effetti della riduzione della consistenza numerica delle etnie in base ai dati dell’ultimo Censimento?
I risultati del Censimento del 2021 possono avere un impatto diretto sull’applicazione della Legge costituzionale, in particolare per quanto riguarda il diritto all’uso della lingua e della scrittura nelle singole comunità, il diritto di eleggere Consigli e Rappresentanti, nonché il diritto di essere eletti nei corpi rappresentativi ed esecutivi dell’autonomia locale e regionale. Alle elezioni per i Consigli e i Rappresentanti si è verificata una certa riduzione del loro numero, e alle prossime elezioni locali e regionali alcune comunità minoritarie in alcune zone perderanno il diritto a vicesindaci e sindaci. Questi tagli non sono positivi, ma direi che non sono così drammaticamente allarmanti. Tuttavia, con la diminuzione della partecipazione delle minoranze nazionali nella popolazione complessiva, ci aspettiamo che i numeri, ovunque possibile, non siano un criterio decisivo per l’esercizio dei diritti, specialmente se quei diritti sono stati precedentemente utilizzati o se una determinata minoranza ha esercitato quel diritto. L’istituto dei diritti acquisiti è uno strumento prezioso e interessante per affrontare questi problemi, ma la sua attuazione probabilmente richiederebbe anche una modifica della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali, un compito politico complesso e impegnativo che al momento potrebbe non essere realistico. Ciò che è importante è prestare molta più attenzione ai fattori demografici e socio-economici che influenzano notevolmente la diminuzione del numero degli appartenenti alle minoranze nazionali, il che implica una maggiore cura per le aree in cui le etnie vivono tradizionalmente, che spesso sono al di sotto della media dello sviluppo della Repubblica di Croazia.

Programmi operativi
Già da un paio di legislature, le minoranze sono un partner importante e stabile della coalizione di governo. Uno dei frutti di tale collaborazione è rappresentato dai Programmi operativi. Come valuta la loro attuazione?
I Programmi operativi si sono dimostrati essenziali nel consolidare la posizione sociale e politica delle minoranze, mentre il governo ha assunto impegni concreti per garantire la stabilità delle attività delle associazioni e delle istituzioni delle etnie. Ciò include la possibilità di migliorare il loro lavoro, contribuendo a mantenere un regolare sistema di finanziamento per l’autonomia culturale. Il Consiglio per le minoranze nazionali, sebbene non sia direttamente coinvolto nell’attuazione dei Programmi operativi, segue attentamente il progresso nella loro realizzazione. Nonostante le sfide, si riconoscono significativi progressi in molteplici settori, dalla sfera infrastrutturale a quella culturale. Contemporaneamente, il Consiglio per le minoranze nazionali, come istituzione di rilievo per le minoranze, ha guadagnato maggior rilevanza e ha ottenuto una maggiore influenza nella formulazione delle politiche a loro dedicate. Le attività dei Programmi operativi, dove il Consiglio è coinvolto in gran parte come collaboratore, si concentrano principalmente sull’attuazione dell’autonomia culturale delle minoranze, promuovendo la stabilità e migliorando le attività delle associazioni e delle istituzioni delle etnie. In sintesi, i programmi operativi hanno contribuito in modo sostanziale al miglioramento della situazione delle minoranze nazionali, offrendo un quadro strutturato e impegni chiari da parte del governo per sostenere le loro esigenze in vari settori, dall’infrastruttura, all’istruzione e alla cultura. Un elemento chiave nella stesura degli ultimi Programmi operativi è l’inclusione di parti specifiche dedicate a ulteriori 12 minoranze, ampliando così la copertura rispetto alle versioni precedenti. Oltre alle già menzionate minoranze (serba, italiana, ceca, slovacca, ungherese, albanese e rom), i nuovi Programmi contengono ora sezioni relative alle minoranze bosgnacca, ebraica, montenegrina, ucraina, macedone, tedesca, slovena, austriaca, polacca, russina, russa e turca in Croazia. È importante notare che tra le 22 minoranze elencate nella Costituzione della Repubblica di Croazia, questi programmi non contengono sezioni specifiche per le minoranze bulgara, rumena e valacca. L’adozione di questi nuovi Programmi Operativi riflette chiaramente l’orientamento del governo croato nel creare le condizioni necessarie per garantire pienamente i diritti delle minoranze. Per quanto riguarda l’attuazione delle attività sul campo, essa dipende in gran parte dalla collaborazione con le autorità locali, i sindaci e i presidenti di Regione. In questo contesto, il ruolo dei Consigli e dei Rappresentanti delle minoranze è significativo, anche se svolgono una funzione principalmente consultiva. Laddove le strutture locali comprendono e apprezzano il loro ruolo, molte questioni dei Programmi Operativi possono essere affrontate con maggiore facilità. Va sottolineato che l’attuazione di tali Programmi porta benefici non solo alle minoranze nazionali, ma all’intera comunità locale e regionale attraverso i vari progetti e programmi proposti.

Collaborazione con l’HRT
Durante l’ultima sessione del Consiglio per le minoranze nazionali, è stata affrontata nuovamente la questione del trattamento delle minoranze nazionali da parte del servizio pubblico principale, l’HRT (Radiotelevisione croata), argomento che suscita generalmente insoddisfazione da parte dei rappresentanti delle minoranze nazionali…
Durante la sessione, è stato presentato il rapporto dell’HRT sulle trasmissioni e i programmi destinati all’informazione delle comunità delle minoranze nazionali in Croazia nel 2022. Dai dati del rapporto emerge che la Radiotelevisione croata ha trasmesso 6388,56 minuti di contenuti destinati alle minoranze nazionali nel 2022, che rappresentano l’1,22 p.c. del totale dei programmi trasmessi. Rispetto al 2021, in cui la presenza delle minoranze era dello 0,99 per cento, si nota un aumento del 23 p.c., attribuibile principalmente all’incremento significativo dei contenuti disponibili attraverso il servizio multimediale HRT (con un aumento del 321 per cento) e all’aumento dei minuti di trasmissione del 50 per cento. La durata del programma televisivo informativo quotidiano nel 2022 è stata superiore di 14 minuti, ovvero del 4 p.c., rispetto al 2021. D’altro canto, è stato evidenziato un calo nella durata delle trasmissioni dei programmi specializzati per le minoranze, come Prizma e Mosaico delle Minoranze. Questi dati riflettono un certo progresso, ma evidenziano anche alcune sfide, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle trasmissioni di programmi specifici per le minoranze. Sembra che l’uso di piattaforme multimediali digitali abbia contribuito positivamente all’aumento della copertura mediatica delle minoranze. La sfida ora è mantenere questo trend positivo e, se possibile, espanderlo, oltre a trovare i modi per migliorare la presentazione delle etnie nell’ambito di programmi specializzati. Il Consiglio ha sottolineato il suo disagio per la persistente insufficiente presenza di programmi destinati ai membri delle minoranze nel programma complessivo della Radiotelevisione croata (HRT). Ha richiesto un ulteriore impegno, in collaborazione con i rappresentanti dell’HRT, per raggiungere una crescita nel trend di attenzione mediatica sulle tematiche delle minoranze nel prossimo periodo. Il Consiglio si è dichiarato disponibile a collaborare e offrire assistenza in questo ambito. La collaborazione e la comunicazione bidirezionale sono principi guida fondamentali per affrontare non solo questa questione, ma anche tutte le altre sfide con cui le minoranze nazionali devono fare i conti. Un obiettivo tangibile è garantire alle minoranze nazionali il diritto di accesso ai media pubblici in conformità con quanto garantito dalla Legge costituzionale sui diritti delle minoranze, dalla legge sulla Radiotelevisione croata e dal contratto tra la Radiotelevisione croata e il governo. In questo contesto, un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta al miglioramento delle condizioni di lavoro della redazione minoritaria e della sua organizzazione. Ci attediamo cambiamenti positivi in questo settore nel prossimo anno.

Aumento dei finanziamenti
È stato approvato il nuovo Bilancio dello Stato. Negli anni precedenti, si è registrato un costante aumento dei fondi per le esigenze delle minoranze nazionali, anche in una situazione di notevoli difficoltà economiche complessive. Questo trend è stato confermato?
Il trend di aumento dei finanziamenti per le minoranze è proseguito, e nel Bilancio per il 2024 sono stati destinati quasi 10 milioni di euro (più precisamente 9,7 milioni di euro) per le questioni riguardanti le minoranze. Questa cifra rappresenta un aumento del 25 p.c. rispetto al 2023 ed è uno degli aumenti più significativi. Pur essendo relativamente modesti nell’intero Bilancio statale, questi fondi sono considerati rilevanti per le minoranze, offrendo la possibilità di coinvolgere un numero ancora maggiore di associazioni minoritarie affinché presentino i propri programmi (finora ne sono stati presentati 1.100, ma ci si aspetta un aumento significativo). La priorità non è solo la quantità, ma anche la qualità dei programmi, e un finanziamento più consistente permette di migliorarla.

Legge costituzionale
Verso la fine dell’anno scorso è stata organizzata una grande e significativa conferenza scientifica in occasione del ventesimo anniversario dell’approvazione della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali, di cui il Consiglio per le minoranze nazionali è stato co-organizzatore. I risultati di questa conferenza saranno utilizzati per migliorare ulteriormente la politica minoritaria e in che modo?
Questa è stata davvero una Conferenza di qualità, significativa. Tuttavia, mi dispiace che gli aspetti pratici dell’attuazione della Legge costituzionale e delle politiche minoritarie non siano stati sufficientemente inclusi. A mio parere, sarebbe stato necessario coinvolgere di più il Consiglio per le minoranze nazionali, i rappresentanti parlamentari delle minoranze nazionali e gli stessi rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni e dei Consigli delle etnie. Questi sono i soggetti che sono maggiormente coinvolti nell’attuazione delle politiche minoritarie delle minoranze e le loro opinioni e esperienze avrebbero potuto essere molto utili quando si creano le condizioni per avviare determinati cambiamenti nella legislazione sulle etnie, compresa la stessa Legge costituzionale. Obiettivamente parlando, la Legge costituzionale ha dimostrato la sua grande qualità e ha superato la prova del tempo. Rispetto ad alcuni altri Paesi europei, siamo in una posizione migliore. Con l’adozione della Legge costituzionale, le minoranze, dopo un lungo periodo di stigmatizzazione, sono entrate nella scena politica croata, dando inizio a un processo lungo e faticoso di implementazione della normativa, tra molte sfide e ostacoli, ma anche con nuove relazioni, principalmente in termini di partenariato e accettazione dei rappresentanti delle minoranze come partner rilevanti nella vita pubblica e politica del Paese. Tuttavia, molte delle disposizioni della Legge costituzionale non sono ancora attuate a sufficienza, per cui ci aspetta molto lavoro nel futuro immediato, soprattutto per quanto riguarda il diritto all’uso delle lingue e delle scritture delle minoranze nazionali, l’occupazione delle minoranze nazionali nelle istituzioni statali e nei servizi pubblici, il diritto delle etnie di essere adeguatamente presenti nei media. In particolare è necessario che questi media promuovano una politica di avvicinamento e riconoscimento delle minoranze come valore sociale generale e parte integrante della vita politica e culturale complessiva. In ogni caso, i cambiamenti sono necessari, ma quando ci avviciniamo ad essi, dobbiamo tenere maggiormente conto delle esperienze pratiche, che in questo caso non sono state sufficientemente rappresentate.

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