Tagli all’editoria. La Lega frena

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Tagli all’editoria. La Lega frena

ROMA/TRIESTE | “La Lega è assolutamente contraria a ogni tagliola sui fondi per il pluralismo dell’informazione”. Lo ha detto a chiare lettere Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, in chiusura della conferenza stampa sul tema “La democrazia si amplifica con le voci del territorio. Pluralismo e giornali una garanzia per il futuro”. All’incontro, organizzato di recente a Montecitorio dalle cooperative del settore, l’esponente della Lega aveva annunciato l’avvio di un’interlocuzione con l’M5S. “Incontrerò Crimi cercando di far capire e di illustrare la nostra posizione”, aveva spiegato Morelli, che oltre a essere parlamentare è anche responsabile della comunicazione del partito. “È chiaro – ha sottolineato – che si deve partire dalla necessità di un ragionevole equilibrio e per ottenerlo serve un percorso condiviso”. Secondo Morelli va evitato “che si arrivi a un modello tagliola, perché oltre a perdere le testate si lascerebbero a casa le persone”. “L’azzeramento dei fondi non è nel contratto governo, quindi si può discutere”, ha rimarcato, evidenziando che se le cose stanno così è perché a riguardo “la posizione della Lega è chiara e netta”.

Soluzioni positive

“Certo – ha detto –, non è il tempo di fare ragionamenti corporativi, ma quello di traghettare il nostro mondo, e parlo da giornalista, nel futuro. 50 milioni di euro non incidono sul Bilancio dello Stato, ma devono essere spesi bene. Detto questo, la posizione da difendere per noi è netta, e forse per la prima volta da 70 anni c’è un partito (la Lega) che va al governo e non vuole abolire i contributi all’editoria”. “Gli esponenti dell’M5S si sono molto esposti su questo tema, sarà molto difficile che possano tornare indietro. Dobbiamo lavorare per trovare una soluzione che possa essere positiva per tutti”, ha proseguito il suo ragionamento, evidenziando che vanno tutelate le testate locali. A sua detta si tratta di realtà che negli ultimi anni “sono state strumenti fondamentali d’informazione e sono un vivaio per i giovani”. Potrebbe, quindi, rivelarsi “utile puntare sul digitale e sul 5G, che è un futuro dietro l’angolo”. “È un criterio che potremmo tenere in considerazione nell’attribuzione dei fondi”, ha concluso il suo intervento a Montecitorio.

Serve gradualità

Un ragionamento confermato anche nei giorni scorsi in reazione all’emendamento presentato dal vicepresidente del gruppo parlamentare M5S alla Camera, Adriano Varrica, al disegno di legge di Bilancio per il 2019. A riguardo Morelli ha annunciato che sui tagli traducibili in un azzeramento dei fondi per la stampa – inclusa quella italiana all’estero e quella delle minoranze linguistiche in Italia –, la Lega intende tirare il freno. “Lo voglio dire molto chiaramente, per me non esistono piccoli e grandi giornali. Esiste il pluralismo. E basta. Lo dico con la mente libera proprio al Manifesto, che non è certo un giornale vicino alle nostre posizioni”, ha dichiarato Morelli interpellato sull’emendamento Varrica dai giornalisti del Manifesto. “Il taglio dei contributi diretti, se ci deve essere, deve essere molto graduale nel tempo, perché dietro le testate ci sono persone, aziende, famiglie, che – ha concluso il deputato della Lega – non possono vivere nell’incertezza o con l’incubo di improvvise tagliole”.

L’intervento di Roberti

Da Trieste intanto sull’argomento giunge l’opinione dell’assessore regionale FVG alle Politiche comunitarie, Pierpaolo Roberti. “Nel caso in cui la Legge di stabilità nazionale preveda l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, la Regione auspica che il governo individui una soluzione in grado di tutelare le testate giornalistiche delle minoranze linguistiche, garantendo così i fondi necessari a continuare la pubblicazione”. Lo ha detto al console generale della Repubblica di Slovenia, Vojko Volk, durante l’odierno incontro al quale ha partecipato anche la console Tanja Mlajac. Nel corso dell’incontro Roberti ha ribadito “l’importante ruolo svolto da giornali come il Primorski Dnevnik e il Novi Matajur per la tutela dell’identità e delle tradizioni della minoranza linguistica slovena. Si tratta di pubblicazioni che, per loro stessa natura – ha precisato Roberti –, si rivolgono a un bacino d’utenza molto ridotto rispetto agli altri quotidiani e quindi economicamente difficilmente potranno mai essere autosufficienti. Al tempo stesso hanno però una rilevante valenza sociale nel contesto delle minoranze linguistiche che deve essere tutelato”. Una posizione sulla quale ha concordato anche Volk, il quale ha confermato che da parte del governo sloveno c’è massima attenzione su questo tema.

Interrogazione della Rojc

A riguardo, si ricorda, nei giorni scorsi Tatjana Rojc, senatrice del Pd e appartenente alla minoranza slovena in Italia, aveva rivolto un’interrogazione urgente al premier Giuseppe Conte per scongiurare la chiusura dei giornali delle minoranze. “Sono profondamente indignata e ho chiesto al presidente del Consiglio Conte, attraverso una interrogazione urgente, quale sia la posizione ufficiale del governo italiano in merito al sostegno della libertà di stampa e in particolare – aveva reso noto – ho chiesto espressamente al premier se condivide l’impostazione che i giornali delle minoranze linguistiche siano opportunamente sostenuti da contributi statali, come peraltro riaffermato dal capo dello Stato”.

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