Influenza. Primi casi L’epidemia ha da venire

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Influenza. Primi casi L’epidemia ha da venire

Capodanno è alle porte, l’influenza pure. Anzi, è già arrivata, mentre il ricordo dell’epidemia dello scorso anno non è ancora svanito. La malattia non va presa sottogamba, e i medici continuano a ripeterlo ogni anno per evitare che la fascia della popolazione colpita vada incontro a complicanze che potrebbero mettere a rischio la loro stessa vita. Ne parliamo con la dottoressa Branka Sep Ševerdija, medico epidemiologo dell’Istituto per la salute pubblica della Regione istriana, che segue l’evolversi dell’epidemia dal primo caso conclamato all’esaurirsi dell’infezione: “In verità negli ultimi anni il contagio tende a presentarsi con un certo anticipo sui tempi tradizionali, che erano quelli intorno a Capodanno e coincidevano in pratica con la settimana bianca e con il rientro degli scolari dalle vacanze. Quest’anno il primo caso d’influenza in Istria lo abbiamo avuto appunto in novembre, ma, ripeto, non si tratta di un’anomalia locale: anche in Europa negli ultimi tre anni l’influenza tende a bruciare le tappe. Nel nostro caso si è trattato di un paziente ricoverato in stato febbrile con relative complicazioni. I campioni di muco in laboratorio hanno confermato l’infezione da virus del ceppo A, sottotipo H1N1. Ora, questo è appunto il tipo di virus che incontriamo nella maggior parte delle infezioni confermate in laboratorio, il tipo che sarà dominante e cioè presente nella quasi totalità dei casi anche quest’anno, ma non sarà tuttavia l’unico. Ne abbiamo altri tre con cui fare i conti e si tratta dell’H3N2, sempre del ceppo A, e delle due sottoclassi del tipo B, vale a dire il lineaggio Yamagata e il Victoria. A sorpresa, il B/Yamagata è tornato lo scorso anno dopo 25 anni di assenza e si è imposto come dominante per un anno, ma altrettanto presto pare abbia tolto il disturbo, perché una sua eventuale ricomparsa nella stagione 2018/19 ci pare assai poco probabile”, osserva la dottoressa Sep-Ševerdija.

“A ogni modo, nonostante i primi casi d’influenza siano stati confermati e curati, l’epidemia in quanto tale non è ancora scoppiata. Parleremo di epidemia in senso stretto tra un mese o poco meno, quando l’aumento dei contagi, procedendo in chiave esponenziale, toccherà un numero nettamente superiore di ammalati. Il virus influenzale, lo sappiamo, ha un enorme potenziale infettivo. Una persona infetta che non sa ancora d’avere contratto la malattia, può contagiare a sua volta fino a quindici persone del proprio ambiente sociale e così la patologia si propaga in progressione geometrica”.

Istria coperta con 15mila vaccini

​Come stiamo invece a vaccini? “Ne abbiamo avuti in dotazione esattamente 15.000 e li abbiamo usati tutti. È attesa in questi giorni anche la fornitura di altre 600 dosi, che verranno distribuite come sempre tra farmacie e ambulatori di medicina generica. Ovviamente la raccomandazione è la solita: il vaccino è consigliato sempre e comunque ad anziani, malati cronici a prescindere dall’età e ai bambini piccoli perché non hanno ancora sviluppato adeguatamente il proprio sistema immunitario. Tuttavia per evitare il contagio si può fare molto anche con la semplice prevenzione, e quindi adottando regole di condotta igienica molto comuni come quelle di evitare i piccoli spazi chiusi e poco areati in cui si trattengono tante persone (sale d’attesa, negozi, gli stessi ambulatori medici, eccetera), lavare spesso e bene le mani, soprattutto dopo gli attacchi di tosse e di starnuto, gettare via il fazzoletto usato e naturalmente rinforzare le proprie difese immunitarie con pasti più frequenti di frutta e verdura ricca di vitamina C, ma anche con passeggiate giornaliere di almeno una quarantina di minuti”.

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