Sale alle stelle il nervosismo degli estremisti

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Sale alle stelle il nervosismo degli estremisti

ZAGABRIA | Si fa sempre più acceso a Zagabria il confronto a distanza tra l’Inziativa civica “Il popolo decide”, promotrice del referendum sul sistema elettorale, e il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità nazionale italiana Furio Radin. L’iniziativa civica “Il popolo decide” ha attaccato ieri duramente il parlamentare della CNI. Il coordinatore Zvonimir Troskot nel corso di una conferenza stampa ha dichiarato che durante una trasmissione in onda sull’HRT 4, Furio Radin “ha ricattato il primo ministro Andrej Plenković affermando che se passa il referendum non darà l’appoggio al governo”. “Si tratta di un palese ricatto politico, di un racket politico. Proprio per questo motivo è nata la nostra Iniziativa”, ha dichiarato Troskot, puntando l’indice contro Radin che, a suo avviso, “con i suoi 1.600 voti preferenziali vuole impedire a 3,7 milioni di persone di esprimersi sul referendum”. Secondo Troskot, il premier Plenković, a causa di tale forma di ricatto e di pressione politica, ha rilasciato una dichiarazione – “andare a toccare i diritti delle minoranze nazionali non è conforme alla Costituzione” – con la quale ha voluto impartire istruzioni alla Corte costituzionale. “L’Iniziativa civica ‘Il popolo decide’ è nata per fermare questo tipo di ricatti e di istruzioni”. A detta del portavoce de “Il popolo decide”, i parlamentari dovrebbero diventare responsabili nei confronti dei propri elettori, mentre i rappresentanti delle minoranze nazionali “dovrebbero smetterla di mettere pubblicamente in imbarazzo le persone che dovrebbero rappresentare”.

Affermazioni assurde

L’On. Furio Radin, di fronte ad affermazioni così pesanti e assurde, non ha perso la calma. Nella sua lunga carriera infatti ne avrà visti certamente di personaggi alla Troskot. Come puntualizzato, nella trasmissione menzionata dal coordinatore dell’Iniziativa civica, il vicepresidente del Sabor non ha pronunciato affatto la frase attribuitagli, ovvero “se passa il referendum non darò l’appoggio al governo”. Semplicemente parlando di un ipotetico scenario nel quale dovesse andare in porto l’iniziativa referendaria, il parlamentare della CNI ha sottolineato che il ruolo del deputato delle minoranze, in questo caso il suo, verrebbe meno in una coalizione di governo in cui non avrebbe più gli stessi diritti degli altri suoi colleghi”. Un ragionamento logico, che non fa una piega, dal quale difficilmente si può evincere una minaccia o un ricatto nei confronti di chicchessia, ma semplicemente la difesa del proprio ruolo di rappresentante in Parlamento di una minoranza nazionale. “È assurdo che debba difendermi da cose mai dette. Ma la politica è anche questo. Non è la prima volta che si parla di racket; in passato questa parola l’ha pronunciata anche Hasanbegović. L’unica cosa che posso rispondere è che questi personaggi guardano troppi film di mafia. E mi fermo qui. Nello specifico posso dire che nel rapporto interpersonale umano è paradossalmente molto più simpatico Hasanbegović”, ha dichiarato Radin, che si è soffermato poi sul pericolo rappresentato da questi nuovi movimenti: “Il pericolo esiste. La loro paura di non riuscire nei loro intenti diventa ogni giorno più grande. Quanto più noi dimostriamo di essere calmi tanto più nervosi essi diventano”. “È chiaro che questi movimenti di estrema destra stanno dimostrando sempre più nervosismo e paradossalmente i deputati delle minoranze sono quelli più tranquilli”, ha proseguito. Il vicepresidente del Sabor ha poi messo l’accento sulle donazioni, ovvero i finanziamenti ricevuti dall’Iniziativa civica: “Queste non sono opere di carità, ma hanno una propria procedura e dunque mi piacerebbe vedere da movimenti tanto etici e morali come si autodefiniscono questi estremisti, i documenti di queste donazioni che devono essere fatte tramite banca o tramite FINA. Anche se la legge non lo prevede vorrei vedere le fatture delle donazioni, da chi le hanno avute e come”. “Se tutta questa polemica non fosse pericolosa, sarebbe tragicomica”, ha concluso Radin.

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