«Riforma curricolare: si dia spazio anche alle scuole delle minoranze»

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«Riforma curricolare: si dia spazio anche alle scuole delle minoranze»

POLA | Sul tratto ampliato e ricostruito della statale Pola-Dignano che attraversa i rioni suburbani di Montegrande, Padul, Capelleri e Valdenaga, le insegne stradali sono monolingui, per cui Pola è soltanto “Pula”, l’aeroporto è solo “Zračna luka” e la via Monte Lesso, tanto per citarne una, è soltanto “Ulica Monte Lesso”. Eppure la battaglia per il bilinguismo delle indicazioni stradali anche sulle strade statali è durata anni e ha prodotto risultati soddisfacenti soltanto dopo una campagna di lungo corso, ha dichiarato ieri a Pola il parlamentare della CNI al Sabor e presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin. “Ci siamo battuti per anni per avere in Istria uno Statuto non dico speciale, ma a suo modo particolare, diverso dagli altri, più ricco perché rispetta la storia e la significativa presenza italiana sul territorio. Infatti, se oggi abbiamo insegne bilingui in autostrada in prossimità delle località storicamente bilingui, è merito di quegli anni in cui la battaglia è stata condotta con perseveranza”. Ora, però, il problema si ripresenta in scala minore, e tuttavia non passa inosservato. “Mi hanno informato delle insegne monolingui amici e conoscenti, devo dire anche croati. Il problema è stato rilevato dallo stesso presidente del Consiglio municipale di Pola, Tiziano Sošić. A mio avviso si tratterebbe piuttosto di negligenza che di deliberata omissione, ma siccome quella strada è di fatto statale (come tutto in Croazia è statale; addirittura le vie che sfociano in Riva a Pola sono statali), con l’assessore all’edilizia Škuflić abbiamo contattato la direzione dell’Azienda nazionale per le strade, dove ci hanno risposto che lo sbaglio sarebbe stato corretto nei tempi minimi dettati dal caso. Se non altro, c’è la buona volontà di riparare. E quella c’è sempre quando mancano voti”.

Etnie e riforma curricolare

Detto questo, al suo incontro polese con la stampa, il parlamentare ha sollevato un’altra questione di interesse pubblico che produce perplessità tra i gruppi minoritari. Ebbene nella prima tappa sperimentale della riforma curricolare che da settembre interesserà una settantina di scuole elementari del Paese, non risultano esserci scuole delle minoranze nazionali, sebbene in sei abbiano dichiarato la propria disponibilità a partecipare al programma, e tra queste vi sono scuole sia italiane che serbe e ceche. Ora, a detta di Radin, la mancata inclusione delle scuole minoritarie, secondo le giustificazioni ufficiali, sarebbe dovuta a problemi di ordine puramente tecnico, riconducibili probabilmente alla carenza di traduzioni e alla mancanza di tempo per realizzarle. Ma resta il fatto che la partecipazione di una piccola parte delle scuole minoritarie avrebbe giovato alla riforma e queste vi avrebbero preso parte volentieri. “Tra l’altro il problema si distingue per avere diverse soluzioni possibili – ha dichiarato Radin – per cui l’inclusione delle scuole minoritarie nel procedimento sperimentale della riforma è sicuramente fattibile. Piuttosto mi chiedo se la riforma stessa sia fattibile, vista la piega che stanno prendendo i rapporti in seno alla coalizione di governo”.

Jasenovac: Non c’è intesa

Terzo argomento trattato in sede di conferenza stampa, le commemorazioni delle vittime del campo di concentramento di Jasenovac, argomento sempre delicato sulla scena politica nazionale. “Non c’è intesa circa una commemorazione unica e collettiva”, ha dichiarato il deputato della CNI e vicepresidente del Sabor, Furio Radin. “A quanto sembra i rappresentanti della minoranza ebrea di Zagabria stanno organizzando una propria cerimonia commemorativa, ma non è esclusa una loro partecipazione alla commemorazione generale. I rappresentanti delle rimanenti minoranze vittime di Jasenovac non hanno ancora preso una decisione. Quanto a me, io resto solidale con le famiglie delle vittime, e ascolterò le loro istanze perché le vittime vengono prima delle istituzioni. Voi sapete che la cerimonia commemorativa centrale ha luogo con il patrocinio del Parlamento, ma questo non significa che io personalmente non possa prendere parte a qualche altra manifestazione in aggiunta o in alternativa a quella del Sabor. Non dipende da me, ma da accordi che vanno presi anticipatamente”.

Famiglia: alt ai radicali

Infine il punto del parlamentare sul disegno di legge sulla famiglia che “nessuno ha avuto modo di leggere, e non so in quale forma esso abbia raggiunto le redazioni dei giornali”. “In attesa di prendere atto del documento, direi soltanto che, se la bozza di legge porta il concetto di famiglia a forme e definizioni in cui è stato usato nel passato, questo disegno di legge non avrà il mio voto. Le coppie di fatto devono rimanere parificate nei diritti e nei doveri alle coppie sposate, sia che si tratti di eredità e altri benefici materiali, sia che si tratti di adozione di bambini e altro. Dall’estrema destra, che io chiamo cattolico-radicale, ci possiamo aspettare ormai di tutto. Dal divieto di aborto, alla bocciatura della Convenzione di Istambul, e chissà cos’altro in futuro, forse persino il divieto di divorziare. Tutto è possibile con questa destra radicale che infuria. Ma noi in Istria vogliamo vivere da persone realmente libere, e per questa libertà a cui aspiriamo c’è una condizione elementare: la separazione di Stato e Chiesa. Soltanto in uno stato laico anche i fedeli saranno realmente liberi, perché le loro convinzioni morali dipenderanno realmente dalla loro fede e non già da imposizioni sancite e codificate per legge. Ma aspettiamo di vedere questo disegno di legge e poi ne riparleremo”, ha concluso il deputato della CNI e vicepresidente del Sabor, Furio Radin.

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