Pola. Un corteo che si fa sempre più imponente

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Pola. Un corteo che si fa sempre più imponente

POLA | Migliaia i manifestanti e i cittadini riversatisi ieri nelle strade della città in quella che è stata la settima giornata dello sciopero a oltranza iniziato il 22 agosto scorso al cantiere navale polese, e in tutto il Gruppo Uljanik, di cui fa parte anche il 3. maj di Fiume. Le stime parlano di 3.500 persone, e di un fiume di gente si è trattato, in special modo quando il corteo è sceso da via dell’Istria ai Giardini, fino a raggiungere – in uno dei momenti più intensi della protesta – piazza port’Aurea. Poco prima, in piazza Foro, gli scioperanti hanno ricevuto la visita lampo del vicesindaco, Robert Cvek (il sindaco Boris Miletić con il presidente della Regione istriana Valter Flego erano ieri a Zagabria). Cvek ha ribadito la tesi dietina del governo come unica ancora di salvezza per il cantiere e ha detto: “Il sindaco e il presidente delle Regione avranno un incontro con il ministro dell’Economia Darko Horvat. Il premier non ha tempo né per loro né per l’Uljanik”. La massa dei manifestanti ha scandito comunque frasi come “IDS mafijo” (DDI mafia) e “IDS lopovi” (DDI ladri) perché ritengono che il partito al governo a livello locale abbia nella faccenda la sua bella parte di responsabilità. Inoltre è risaputo che il premier Andrej Plenković lunedì mattina aveva incontrato il presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina, per poi – mentre i lavoratori dei cantieri navali manifestavano davanti alla sede del governo a Zagabria – partecipare, assieme a tre ministri, alla riunione con i rappresentanti sindacali e i componenti dei Comitati di sciopero dei cantieri navali di Fiume e Pola. Altrettanto risaputo è anche che a riunione conclusa è partito alla volta di Berlino, dove aveva in programma un incontro con la Cancelliera tedesca Angela Merkel.

Gli slogan raccontano la rabbia

A capo del corteo i Sindacati cantierini con i leader e i fiduciari delle stesse organizzazioni sindacali, che sono ormai un tutt’uno con gli operai; pare essersi chiuso il brutto momento in cui, nel primo giorno di sciopero al cantiere, le forze sindacali sono state fischiate dalla massa critica dei manifestanti. Gli striscioni apparsi alla testa del corteo hanno superato, per ironia provocatoria, quanto ci si aspetta di leggere “solitamente”, in momenti del genere contro coloro che hanno portato il cantiere dov’è adesso. Peccato che con la traduzione dal croato perdano l’impatto sardonico. Comunque, eccone alcune: “USKOKE USKOČI”: un invito alla magistratura che indaga sui casi di corruzione e di criminalità organizzata, a farlo anche all’impianto. O ancora: Mio Dio, salvaci dall’(A)IDS (Dieta democratica istriana); “Kova je naša”, frase dei minatori di Arsia, insorti nel 1921, con cui gridavano ai padroni “Lasciateci le miniere”; quindi ancora l’invito ad aderire tutti alla vera Lotta sindacale; la già conosciuta “Istra vam naterina” (frase con cui gli istriani mandano tutti a quel Paese).

Solidarietà dei cittadini

I manifestanti sono passati per via Sergia per fare dignitosamente ritorno al cantiere. Đino Šverko presidente del Comitato di sciopero e rappresentante dei Metalmeccanici allo stabilimento, ha detto che questo è il più massiccio corteo di sempre. “Non possiamo andare ogni giorno a Zagabria, però possiamo protestare ogni giorno lungo le vie della nostra città. Ringrazio i numerosi concittadini della solidarietà dimostrataci. Oggi dovevamo essere almeno in 3.500, per questo mi appello ai polesi di unirsi a noi anche domani, perché noi sciopereremo fino a quando non ci sarà la paga”. Šverko ha continuato affermando che oltre al salario-salvavita, i lavoratori di Scogli Olivi si attendono un salvagente statale per la ristrutturazione e la sopravvivenza del comparto.

Il dialogo con gli armatori

Le forze sindacali sono state pure impegnate in colloqui con alcuni committenti (l’armatore che ha commissionato all’Uljanik la nave da crociera attesa in Australia) per far loro capire, ancora una volta, che la ripresa della produzione non sarebbe una buona soluzione. Pare che la compagnia armatoriale sia pronta a impiegare manodopera sul proprio libro paga, mentre il Sindacato paventa la reazione dei dipendenti in sciopero. I Metalmeccanici però, non concordi con i colleghi del Sindacato dell’Istria, Quarnero e Dalmazia e del Sindacato dell’Adriatico, avevano già chiesto domenica scorsa di permettere al committente di ultimare l’unità navale in virtù di quanto di buono esso avrebbe fatto in un recente passato, con un’iniezione finanziaria salvavita, Alla domanda rivolta a Šverko se si dimetterà da membro del Comitato di sorveglianza dell’Uljanik, il sindacalista ha risposto. “Ho messo il mandato a disposizione, ma la cosa non ha alcuna importanza in questo momento considerato che se siamo in tre membri e io mi ritiro proprio adesso, nulla d’ora in poi potrà essere deciso”.

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